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Concessioni balneari prorogate al 2027. Mario Tozzi: “Dovete restituire le spiagge ai cittadini”

Attraverso la riduzione delle concessioni al 50%, l’aumento dei canoni e la gestione pubblica delle spiagge libere, Tozzi propone una soluzione

Spiaggia di San Francesco a Ischia

Baia di San Francesco, Ischia

Il dibattito sulle concessioni balneari in Italia,, che proprio ieri sono state prorogate fino a settembre 2027, si arricchisce di una voce autorevole e appassionata, quella del divulgatore scientifico Mario Tozzi, noto conduttore del programma televisivo Sapiens su Rai 3. La sua proposta, che mira a ridare alla collettività ciò che è stato progressivamente sottratto da una gestione privatistica delle spiagge italiane, solleva una questione fondamentale: l’accesso equo e sostenibile a una delle risorse naturali più preziose del nostro Paese.

La situazione attuale delle concessioni balneari in Italia

Le coste italiane sono in gran parte occupate da stabilimenti balneari privati, una situazione che ha generato molteplici polemiche nel corso degli anni. In molti comuni italiani, la stragrande maggioranza delle spiagge è affidata in concessione a privati, limitando l’accesso alle spiagge libere. Questa realtà, come sottolinea Tozzi, rappresenta una distorsione del concetto stesso di bene pubblico, con il rischio che una risorsa naturale vitale sia accessibile solo a chi può permettersi di pagare per un ombrellone o una sdraio.

Tozzi afferma che questa situazione è stata tollerata per decenni dalle istituzioni, con una gestione che ha favorito interessi privati a scapito del diritto collettivo. In Italia, le concessioni balneari spesso vengono rinnovate automaticamente, senza gare pubbliche, mantenendo di fatto un sistema di monopolio sulla gestione di ampie porzioni di spiaggia.

La proposta di Tozzi: un equilibrio tra stabilimenti e spiagge libere

Al centro della proposta di Tozzi vi è un principio chiaro: le spiagge appartengono ai cittadini. Egli suggerisce che in ogni comune venga calcolata la percentuale di spiaggia occupata da stabilimenti privati, comune per comune, spiaggia per spiaggia, con l’obiettivo di garantire che mai più del 50% delle spiagge sia destinato a concessioni. In altre parole, almeno la metà delle spiagge dovrebbe rimanere libera e accessibile a tutti.

Secondo il suo piano, le concessioni verrebbero ridotte proporzionalmente in base alla percentuale occupata da ciascun concessionario, fino a rientrare nel limite del 50%. In quelle spiagge dove la percentuale di concessioni è attualmente inferiore al 50%, Tozzi non prevede cambiamenti, in quanto considera questi spazi come patrimonio indisponibile e riserve naturali da proteggere per le generazioni future.

Aumentare i canoni e gestire le spiagge libere

Un altro aspetto chiave della proposta riguarda i canoni di concessione, che in Italia sono notoriamente molto bassi rispetto al valore reale del terreno costiero. Tozzi propone di aumentare il canone pagato dai concessionari privati, utilizzando l’eccedenza per finanziare la gestione delle spiagge libere. Il comune avrebbe così i mezzi per attrezzare e gestire una parte delle spiagge libere, garantendo la gratuità dei servizi essenziali per i cittadini, come bagni pubblici, docce e aree di ristoro.

Questo approccio mira a restituire una parte significativa della costa alla gestione pubblica, senza tuttavia eliminare del tutto gli stabilimenti balneari privati, che possono continuare a operare entro limiti ragionevoli. Un tale modello, secondo Tozzi, potrebbe garantire un equilibrio tra le esigenze di chi gestisce attività economiche sulle spiagge e il diritto di tutti i cittadini ad accedere liberamente al mare.

Abbattere le costruzioni illegittime sulle spiagge

Un altro punto focale della proposta riguarda le costruzioni illegittime sulle spiagge italiane. Nel corso degli anni, molti stabilimenti balneari hanno costruito strutture permanenti e abusive, spesso in violazione delle leggi sulla protezione delle coste. Tozzi è fermo nel suo giudizio: ogni costruzione illegittima deve essere abbattuta, e a sostenere i costi dovrebbero essere i proprietari degli stabilimenti che hanno operato in violazione delle norme.

Questo aspetto della proposta non è solo una questione di legalità, ma anche di tutela ambientale. Le costruzioni abusive, spesso situate a pochi metri dall’acqua, contribuiscono all’erosione costiera, all’inquinamento e alla degradazione degli ecosistemi marini. Ripristinare la legalità sulle spiagge significa anche favorire una gestione più sostenibile e rispettosa dell’ambiente, un tema centrale per Tozzi, da sempre attento alle questioni ecologiche.

Qual è lo scenario europeo?

Mario Tozzi sottolinea come la sua proposta non sia né radicale né irrealizzabile, ma anzi si ispiri ai modelli di gestione delle spiagge adottati in altri Paesi europei, in particolare quelli mediterranei. In Spagna, Francia e Grecia, ad esempio, una significativa parte delle coste rimane libera e accessibile, con regolamentazioni che limitano severamente l’occupazione privata delle spiagge. In questi Paesi, le spiagge sono considerate un bene comune, e gli stabilimenti balneari devono rispettare limiti rigidi in termini di estensione e impatto ambientale.

Secondo Tozzi, adottare un modello simile in Italia non solo restituirebbe le spiagge ai cittadini, ma contribuirebbe anche a migliorare la qualità delle spiagge stesse, promuovendo un turismo sostenibile e responsabile. La gestione delle coste, infatti, non deve essere soltanto una questione economica, ma anche ambientale, sociale e culturale.

Ridare le spiagge ai legittimi proprietari

La proposta di Mario Tozzi rappresenta un passo importante nel dibattito sulle concessioni balneari in Italia. La sua visione si basa sull’idea che le spiagge siano un bene pubblico e che l’attuale situazione, in cui grandi porzioni di costa sono monopolizzate da stabilimenti privati, non sia più sostenibile né giustificabile. Attraverso la riduzione delle concessioni al 50%, l’aumento dei canoni e la gestione pubblica delle spiagge libere, Tozzi propone una soluzione che mira a garantire un accesso equo e sostenibile al mare per tutti.