“100 parchi per Roma”… ma chi li finanzia?
Il Campidoglio ha presentato l’ambizioso progetto, ma figurano ombre sul finanziamento di gran parte degli interventi: urge piano dettagliato
Il progetto “100 parchi per Roma”, annunciato con entusiasmo dal sindaco Roberto Gualtieri e dall’assessore all’Ambiente Sabrina Alfonsi, rappresenta una visione ambiziosa per la trasformazione urbana della Capitale. Il piano mira a creare un’infrastruttura verde integrata, riqualificando aree abbandonate e degradate per restituirle alla cittadinanza come spazi di qualità. Tuttavia, dietro la facciata di un progetto rivoluzionario per il miglioramento della qualità della vita, emergono interrogativi critici sulla sostenibilità economica e finanziaria dell’iniziativa.
Non c’è ancora un piano dettagliato per il finanziamento di 98 parchi
Tra i primi dettagli emersi, la decisione del Campidoglio di accendere mutui trentennali per finanziare parte delle opere ha sollevato non poche preoccupazioni. Due mutui, per un totale di 4,3 milioni di euro, sono stati approvati per avviare la ristrutturazione del parco di viale della Cellulosa (2,7 milioni) e del parco di via Candia (1,6 milioni). Questo sistema di finanziamento, poco pubblicizzato inizialmente, aggiunge un ulteriore tassello al già pesante debito di Roma, lasciando sulle spalle dei cittadini romani e delle future amministrazioni il costo di questo investimento a lungo termine.
La domanda inevitabile è: come saranno finanziati gli altri 98 parchi? Al momento, il Comune non ha fornito un piano dettagliato sui metodi di finanziamento per gli interventi rimanenti. Si farà ricorso ad altri mutui o saranno utilizzati fondi già disponibili, come quelli del PNRR, o contributi regionali e ministeriali? La mancanza di trasparenza su questo aspetto crea un’ombra su un progetto che, almeno sulla carta, appare innovativo e promettente.
Il piano complessivo prevede un investimento di 63 milioni di euro per i primi 21 interventi. Di questi, 16 progetti hanno già ricevuto finanziamenti per un totale di oltre 35 milioni di euro, inseriti nel bilancio comunale. Entro il 2024, i cantieri prenderanno il via per alcune aree iconiche, tra cui il Parco delle Tre Fontane e Villa Flora. La progettazione punta soprattutto alle zone esterne alle Mura Aureliane, con l’intento di recuperare aree degradate e di integrarli in un sistema verde cittadino.
A rischio la stabilità economica della Capitale
Nonostante queste premesse positive, l’utilizzo di mutui a lungo termine pone un interrogativo sulla capacità del Comune di gestire il proprio debito in modo sostenibile. La Capitale è già gravata da un’enorme esposizione finanziaria, e aggiungere ulteriori oneri potrebbe compromettere la stabilità economica della città.
L’iniziativa è stata accolta positivamente per il suo intento di migliorare la vivibilità urbana, ma non mancano critiche da parte di esperti e cittadini. In particolare, si sottolinea la mancanza di alternative di finanziamento. Perché non puntare maggiormente su fondi europei o su partenariati pubblico-privato? La scelta di accendere mutui per finanziare i primi due parchi, senza rendere pubblico un piano globale per il resto del progetto, rischia di apparire come una soluzione frettolosa e poco lungimirante.
Tuttavia, non si può negare l’importanza di un progetto che mira a trasformare l’identità urbana di Roma, una città spesso accusata di essere statica e incapace di innovarsi. Un sistema di parchi integrati e ben progettati potrebbe rappresentare un passo avanti per rendere la Capitale una città più verde e sostenibile.