11 marzo 2014: “Anni di piombo, genealogia dell’Italia attuale”
Dibattito che anticipa la prima di “Angelo e Beatrice”, spettacolo teatrale sugli anni di piombo
"Angelo e Beatrice" è un testo teatrale scritto e realizzato circa quindici anni fa, in due diverse edizioni – prima con Claudia Gerini (al suo debutto) e poi con Stefania Rocca – e che oggi riporta gli anni di piombo a Roma. E proprio di anni di piombo si parlerà nel dibattito che anticiperà la prima dello spettacolo e che si svolgerà lunedì 11 marzo, a partire dalle 18.30, nello spazio del Teatro Belli (piazza di Sant'Apollonia 11).
"Anni di piombo: Genealogie dell'Italia attuale", questo il titolo dell'incontro a cui parteciperanno anche Stefano Esposito (PD), membro della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali; Adriana Faranda, ex terrorista, con 16 anni di carcere alle spalle e membro della direzione strategica delle Brigate Rosse che partecipò al sequestro Moro opponendosi, alla fine, all’uccisione dello statista; Giovanni Barbera, componente del Comitato politico romano del PRC; Massimiliano Caprara, regista dello spettacolo, in qualità di moderatore; Francesco Apolloni, autore dello spettacolo, che ha scritto questo testo ispirandosi a due “coppie famose” che parteciparono alla lotta armata negli anni ’70: Giusva Fioravanti e Francesca Mambro, Adriana Faranda e Valerio Morucci. I primi capi storici dei NAR, i secondi membri del consiglio direttivo delle BR.
Tutti i protagonisti del dibattito, in qualche modo sono coinvolti. Proprio Stefano Esposito, infatti, è testimone in prima linea della battaglia politica che sta potando avanti in merito al progetto per la realizzazione della tratta ferroviaria ad alta velocità tra Torino – Lione, per la quale ha recentemente subito minacce terroristiche da parte di sedicenti Nuclei armati operativi (Noa) che in un documento recapitato all’Ansa pronunciano una sentenza di condanna a morte.
Alla biografia di Adriana Faranda l'autore dello spettacolo si è ispirato per realizzare lo spettacolo e disegnare il profilo di Angelo e Beatrice. Per questo è stato ritenuto opportuno, da parte degli organizzatori, che la Storia venisse raccontata anche dalla viva voce di un colpevole, in quanto quella voce continua a ripetere da anni, senza alibi né attenuanti, come se la drammatica testimonianza dei delitti commessi possa essere un monito alle future generazioni perché non debbano ripetersi.
"Voi non avrete mai le nostre ragioni più profonde, non avrete neppure il nostro spirito di ribellione contro le ingiustizie. Non avrete neppure più la nostra vita, di speranza e di sogni, perché non siamo più disposti a ucciderla nell'odio": questa frase fu pronunciata proprio dalla Faranda.
Giovanni Barbera è recentemente intervenuto sulle tematiche in oggetto, sottolineando come lo spazio dei “poteri forti” si ampli quando quello legittimo, che in democrazia dovrebbe essere rappresentato dalla sovranità popolare, è debole e non è in grado di assolvere alla sua funzione che è quella di governare i processi sociali ed economici.
Il dibattito si propone di essere una piattaforma per la misurazione dei fenomeni storico politici e per la generazione di politiche innovative, sulla base delle tematiche espresse nello Spettacolo, i cui intenti e presupposti mirano a stabilire quanto la genealogia dell’Italia contemporanea sia legata al quadro storico/politico nato negli anni settanta e quanto dunque l’attuale situazione socio/economica sia prossima al collasso.