24 maggio, sventolano i tricolori sui ponti di Roma
Sono passati 100 anni da quel 24 maggio del 1915, quando l’Italia dichiarò guerra all’Impero asburgico
“Il Piave mormorava calmo e placido il passaggio, dei primi fanti il ventiquattro maggio…” (“Leggenda del Piave” (Giovanni Ermete Gaeta).
Sono passati 100 anni da quel 24 maggio del 1915, quando l’Italia dichiarò guerra all’Impero asburgico e sferrò il primo attacco contro l’Imperial regio Esercito, marciando dal presidio italiano di Forte Verena dell’Altopiano di Asiago, verso le frontiere orientali.
A 100 anni da quando il fiume Piave assistette al concentramento silenzioso delle truppe italiane, un altro fiume, il Tevere, è stato protagonista di un’azione che ha voluto ricordare il sacrifico di tanti italiani per onorare la propria Nazione.
Nella mattinata di ieri, quattro grandi tricolori con su scritto ‘VIVA L’ITALIA 24/05/1915 – 24705/2015’ sono stati calati da quattro ponti romani: Ponte Mazzini, Ponte Garibaldi, Ponte Sant’Angelo e Ponte Vittorio Emanuele II. Gli autori sono stati i giovani ragazzi del Centro Studi Gymnasium, la sigla di sintesi scelta per un percorso di formazione comune rivolto alla gioventù, ma non solo.
“Negli ultimi mesi abbiamo dato vita ad una serie di incontri di preparazione in vista di uno degli eventi più alti della nostra Nazione. Abbiamo ripercorso la genesi dell’Unità d’Italia e le idee motrici che hanno lanciato la sfida ai vecchi imperi per formare da un popolo diviso, ma dal grande passato ricco di storia e cultura, una Nazione in grado di affermarsi e prosperare. L’incontenibile passione di Mazzini, il coraggio ardente dei patrioti come Pisacane e Mameli, poeti e combattenti, che dalla Repubblica Romana in poi, diedero la loro vita per realizzare il loro sogno Rivoluzionario, hanno riempito le nostre giornate dedicate ai padri della Patria”, spiegano i giovani.
‘VIVA L’ITALIA’ rappresenta un messaggio chiaro ed inequivocabile, per molti obsoleto ma ribadito con forza rimarcato nel centesimo anniversario dell'ingresso italiano, il 24 Maggio 1915, nella Grande Guerra.
“La Grande Guerra – proseguono i ragazzi di Gymnasium – è la tappa finale del processo dell’Unità d’Italia. Da una parte si realizza, quasi completamente, il destino geografico della Nazione, con l’annessione di Trento e Trieste; dall’altra si formerà quello Spirito di Patria, venuto meno nei decenni successivi all’Unità, dove i costi per sorreggere un nuovo Stato e i nuovi fenomeni sociali avevano soffocato l’entusiasmo di essere finalmente non più un gregge diviso, ma una nazione in grado di affacciarsi sul panorama delle grandi potenze. Nella trincea, sulle montagne, tra il fango rosso del sangue, nel corpo a corpo alla baionetta, nella fabbriche in cui le donne sostenevano la debole economia nazionale, nasceva finalmente l’Italia, intesa come una Nazione in senso spirituale, forgiata dall'acciaio e unita dal nemico che premeva da Nord”, concludono.
Il ricordo del sacrificio di chi partì per difendere ed unire il Paese senza più tornare, dei gravi lutti che afflissero le famiglie che persero figli, mariti e padri, delle tragedie e delle carneficine che colpivano ogni giorno le truppe in prima linea, tutto questo ha spinto i giovani di Gymnasium a calare i tricolori dai ponti nel centro di Roma, quegli stessi tricolori che sventolavano fieri per tutto il territorio italiano dopo i tre lunghi anni di combattimento che sancirono la vittoria nella Grande Guerra.
“Nel ricordo e nella celebrazione della nostra storia e degli eroi, il seme di speranza e di riscatto” (Gymnasium).