-3 giorni al Green Pass sul lavoro, Grillo: “Tamponi gratis, basta un miliardo”
La proposta è quella di incrociare i dati Inps e quelli Sogei, per identificare i lavoratori a cui fare il tampone gratuitamente
A oggi, “sono circa 41 milioni gli italiani con vaccinazione completa, che corrisponde all’80 per cento della popolazione over 12. Uno dei migliori dati in Europa, che dovrebbe suggerire quindi che il popolo No vax in Italia è molto contenuto”.
Chi sono i non vaccinati senza Green Pass
Lo scrive sul suo Blog in un post titolato “Su green pass serve pacificazione” il garante del Movimento cinque stelle, Beppe Grillo, che osserva come sui 19 milioni mancanti “circa 6 hanno meno di 12 anni, e altri 6 circa hanno tra 12 e 19 anni, e quindi sono in prevalenza studenti delle scuole superiori e non lavoratori. Si stima poi che ci siano circa 2,5 milioni di over 60enni senza vaccino, prevalentemente concentrati sui 60-69 anni. Tra questi oltre la metà sono pensionati e meno di 1 milione i lavoratori. Quindi dovremmo avere 19-12-1= 6 milioni circa in età attiva. Non tutti questi sono lavoratori: potrebbero essere disoccupati, inattivi e non occupati, almeno per i due terzi, quindi 2,5-3 milioni”.
Grillo sottolinea che dunque i “lavoratori senza vaccino potrebbero essere 3-3,5 milioni, su 23 milioni di lavoratori, il 13 per cento-15 per cento circa.
L’incrocio dei dati Sogei e Inps e i tamponi gratis
Se lo stato decidesse, come auspicabile, di pagare i tamponi per entrare in azienda, per questi lavoratori, servirebbe circa 1 miliardo di euro fino a dicembre 2021“.
Per il garante M5s questi lavoratori “potrebbero essere individuati automaticamente attraverso uno scambio dati tra Sogei che detiene i dati sui green pass, e Inps che detiene i codici fiscali dei lavoratori e le aziende dove lavorano.
L’incrocio tra questi due dataset, con autorizzazione del garante, permetterebbe ad Inps di segnalare nel cassetto aziendale, i lavoratori senza green pass a cui fare il tampone.
E così si dovrebbe prevedere nel cassetto aziendale un riconoscimento di un bonus sotto forma di sgravio contributivo, in modo che il costo del tampone sia solo anticipato dall’azienda ma pagato a conguaglio da Inps, come succede in genere per la cassa integrazione ordinaria sui versamenti dei contributi aziendali”.
Un meccanismo, che per Grillo “non invaderebbe la privacy se non nei limiti strettamente necessari, con verifica di impatto, e dati trattati nel rispetto del Gpdr, e comunque senza conseguenze alcuna per i lavoratori, se non ai fini di pagare il costo del tampone, avrebbe il doppio vantaggio: uno, di essere veloce, evitare file e controlli ai tornelli aziendali, durante i quali certamente ai lavoratori vedrebbero in quel caso violati i loro spazi di libertà, e due, di essere gratuito per i lavoratori, e di individuare il costo e coprirlo con un bonus apposito, pagato dallo Stato”.