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5 domande piccole e medie imprese di Roma ai candidati a sindaco

La Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa di Roma ha posto 5 domande ai principali candidati

Le risposte della candidata sindaco Virginia Raggi, Movimento 5 Stelle.

Quale modello economico/produttivo immagina per la città nei prossimi anni?
Una città dove i servizi funzionino, trasporti e gestione dei rifiuti su tutti, cosi da attrarre imprese e investimenti. Inoltre il rilancio del turismo è fondamentale, oggi viviamo un periodo di calo dovuto principalmente al degrado in cui versa la città.

A Roma le tasse sono al massimo e i servizi al minimo. Un autoriparatore che lavora in un’officina con 400mq e con 35mila euro di reddito l’anno, paga quasi 3mila euro di tasse in più di un collega milanese. Per l’addizionale comunale, 315 euro e per i rifiuti 4363 euro. Il collega milanese, rispettivamente 3 euro e 1.412 euro. Quali strategie intende adottare per ridurre le tasse e riqualificare i servizi?

Nell'ultimo bilancio 2015, grazie anche alla collaborazione con CNA Roma, siamo riusciti, attraverso numerosi emendamenti, ad eliminare quasi totalmente la doppia tariffa rifiuti per chi produce prevalentemente rifiuti speciali. La direzione è questa, ridurre la pressione fiscale premiando le imprese virtuose, che ad esempio producono meno rifiuti o contribuiscono al decoro della città.

Quali sono i primi tre provvedimenti che adotterà per lo sviluppo economico?
Semplificare e uniformare la burocrazia per gli artigiani e le PMI, riorganizzazione del carico e scarico merci in centro storico, creazione di città dell'artigianato.

Le società comunali costano tanto e rendono poco. Cosa farà su questo fronte?

E' fondamentale un risanamento delle aziende comunali, Atac e Ama in primis, mettendo al centro criteri meritocratici e non di appartenenza politica o sindacale.

Perché ritiene che i piccoli e medi imprenditori dovrebbero sostenere la sua candidatura?

Siamo l'unico partito che si è auto ridotto gli stipendi destinandoli al microcredito. Abbiamo dimostrato con i fatti, ancora prima di governare, di credere nelle PMI.

Le risposte del candidato sindaco Stefano Fassina, Sinistra per Roma.

Quale modello economico/produttivo immagina per la città nei prossimi anni?

L’economia romana deve fare i conti con il fatto che i motori della spesa pubblica e della edificazione estensiva dei suoli non possono più svolgere il ruolo trainante che svolgevano nel passato. Per creare ricchezza ed occupazione si devono, quindi, valorizzare al massimo le potenzialità di sviluppo di una grande città come Roma: occorre una politica economica e industriale dedicata. Per far questo noi intendiamo avviare queste iniziative: a)  creare un Piano comunale per dare una strategia alla committenza sia attraverso i contratti di servizio delle società partecipate comunali. Le commesse pubbliche dirette trasmettono alla platea delle imprese romane stimoli all’innovazione e domanda effettiva; b) trasformare Roma in una Città intelligente dovremo varare, utilizzando le risorse europee del programma Horizon 2020, un programma di investimenti in ICT, funzionale a ridare spazio produttivo alla filiera lunga delle aziende ICT e TLC del territorio; c) creare un clima favorevole all'innovazione, che metta a disposizione servizi di sostegno alle start-up. Il comune di Roma dovrà mettere a disposizione il proprio patrimonio immobiliare per ospitare queste iniziative, interagendo con altre istituzioni per attrarre finanziamenti europei, nazionali e regionali, contribuendo a realizzare esposizioni ed eventi, creando uno sportello dedicato che accompagni sul piano burocratico la nascita delle start up, specie nella delicata fase di avvio. 

A Roma le tasse sono al massimo e i servizi al minimo. Un autoriparatore che lavora in un’officina con 400mq e con 35mila euro di reddito l’anno, paga quasi 3mila euro di tasse in più di un collega milanese. Per l’addizionale comunale, 315 euro e per i rifiuti 4363 euro. Il collega milanese, rispettivamente 3 euro e 1.412 euro. Quali strategie intende adottare per ridurre le tasse e riqualificare i servizi?

Sia l'addizionale comunale all'Irpef, sia la Tari vanno ridotte. Per ridurle, attingeremo innanzitutto ai risparmi sugli interessi pagati sul debito storico del comune di Roma. Oggi, paghiamo 250 milioni all'anno di interessi su un mutuo di 5 miliardi con Cassa Depositi e Prestiti all'assurdo tasso del 5%.

Lo ricontratteremo, come farebbe qualunque azienda o famiglia e, così recupereremo almeno 200 milioni all'anno. Dimezzeremo la Tari a negozi e botteghe artigiane senza utili nel biennio precedente. Inoltre, ristruttureremo la Tari al fine di renderla individuale così da ridurla in relazione al livello della raccolta differenziata effettuata da ciascuna attività commerciale o famiglia.

L'efficienza dei servizi pubblici si promuove, innanzitutto, attraverso il decentramento. Abbiamo presentato una proposta di legge per trasformare i Municipi in Comuni metropolitani, dotati di autonomia di bilancio e poteri adeguati. 

Quali sono i primi tre provvedimenti che adotterà per lo sviluppo economico?

I primi tre provvedimenti saranno: a) riduzione della Tari; b) lancio del Piano comunale per una politica della committenza pubblica; c) sviluppare forme di partenariato con i commercianti e gli artigiani per affidare loro la riqualificazione del decoro urbano dietro la una diminuzione delle tasse come già progettato per l’Esquilino.

Le società comunali costano tanto e rendono poco. Cosa farà su questo fronte?

Intendiamo confermare la proprietà pubblica delle società comunali a fronte di una radicale riorganizzazione puntando su un coinvolgimento dei municipi e quindi sul decentramento. In particolare, l’Ama va riorganizzata così da affidare ai municipi la definizione del contratto di servizio per rilevarne efficienza e correggerne le carenze.

Per l’Atac ci vogliono più autisti, meno impiegati e anche qui affidamento del controllo contratto di servizio ai Municipi. Realizzazione azienda unica Atac-Cotral.

Perché ritiene che i piccoli e medi imprenditori dovrebbero sostenere la sua candidatura?

Perché al centro della nostra visione di città c'è il lavoro, la persona che lavora, la dignità del lavoro. Il tessuto di piccole imprese è l'identità della nostra città. I nostro progetto di edilizia di riqualificazione, risparmio energetico può essere volano per un salto di qualità delle piccole imprese di edilizia e artigianato

Le risposte del candidato sindaco Roberto Giachetti, Partito Democratico.

Quale modello economico/produttivo immagina per la città nei prossimi anni? 

Dobbiamo procedere a una rivoluzione del modello economico romano: a Roma fare impresa deve essere semplice, con regole chiare e trasparenti, con una messa in rete dei diversi attori e di tutte le opportunità. Penso ad una città dell’innovazione dove i giovani vengano con l’entusiasmo di chi crede nel futuro.

Una città accogliente per gli investimenti internazionali, che sappia ospitare le grandi e le piccole imprese anche in coordinamento con le università e i centri di ricerca. Una Roma con un tessuto commerciale e artigianale di qualità, che sappia guardare al futuro grazie alla sua creatività, trasformandosi e aprendosi ai mercati internazionali.

Una Roma che produce, con una politica dei luoghi per dotare di infra- strutture e servizi zone che ne sono sprovviste, creare opportunità di sviluppo e occupazione, migliorare la qualità urbana. Una città in cui un’impresa possa rivolgersi ad un SUAP interamente digitale, e con il suo fascicolo informatico possa monitorare le sue pratiche.

Una città in cui le PMI siano di casa, con pagamenti regolari, bandi-tipo per le gare e l’applicazione delle disposizioni dello Small Business Act. Una Roma con un’agricoltura nuova, capace di cogliere tutte le opportunità di avere una città vicina, attenta alla qualità, alla sostenibilità e alla sicurezza degli alimenti. Perché solo se Roma ricomincia a crescere possiamo tornare protagonisti.

A Roma le tasse sono al massimo e i servizi al minimo. Un autoriparatore che lavora in un’officina con 400mq e con 35mila euro di reddito l’anno, paga quasi 3mila euro di tasse in più di un collega milanese. Per l’addizionale comunale, 315 euro e per i rifiuti 4363 euro. Il collega milanese, rispettivamente 3 euro e 1.412 euro. Quali strategie intende adottare per ridurre le tasse e riqualificare i servizi?

Parlando di numeri, nei primi 100 giorni avvieremo il Cantiere 'Roma: un bilancio per fare'. L’obiettivo è far emergere 160 milioni di euro di risorse correnti e 300 milioni in conto capitale nel 2017 e 320 milioni di euro destinabili a spese correnti e 150 milioni in conto capitale dal 2018. Risorse che dedicheremo agli investimenti e, in prospettiva, al taglio della pressione fiscale.

Tra le azioni messe in campo ci sarà anche la compartecipazione dei Municipi nella riscossione delle tariffe e dei tributi legati al territorio e l’incrocio delle banche dati, per recuperare l’evasione e poter abbassare le tasse.

Ma i risparmi potranno derivare anche dalla razionalizzazione delle delle aziende del “gruppo” Roma Capitale e dalla riorganizzazione dei servizi. Ad esempio, la chiusura del ciclo dei rifiuti è, finalmente, a portata di mano.

Con azioni chiare e determinate, siamo pronti per trasformare i nostri rifiuti in risorsa differenziata al 65% in 5 anni, per portare il porta a porta in tutti i municipi e per adottare una “tariffa puntuale” che premi chi produce meno rifiuti indifferenziati e sanzioni chi viola gli obblighi di differenziazione.

E poi, isole Ecologiche per i rifiuti ingombranti, centri per il riuso, minicompostaggi per frazione organica in 18 mesi. Con 200 milioni di investimenti ne risparmieremo ogni anno oltre 80. Per diminuire la TARI del 20%. Una riduzione per cittadini e imprese.

Inoltre, un ruolo decisivo avranno i finanziamenti internazionali, soprattutto quelli europei. Roma deve imparare ad utilizzare e ad attrarre i finanziamenti europei disponibili, a partire dalle risorse del PON metro e dei programmi Horizon 2020 e Europa Creativa, strumenti di incentivo importanti per settori strategici per la nostra città come innovazione e industrie creative.

Accanto a questi, vanno create le condizioni e gli strumenti per utilizzare al meglio i fondi messi a disposizione da diversi organismi internazionali e per attrarre mecenatismo e sponsorizzazioni.

Quindi, l’autoriparatore deve sapere che abbiamo in programma una riorganizzazione, per rendere i servizi più efficienti, e una sana spending review che possa liberare risorse da investire nei settori attualmente sotto-finanziati e per abbassare le tasse e le tariffe comunali.

Quali sono i primi tre provvedimenti che adotterà per lo sviluppo economico?

‘Roma amica delle imprese’ è il piano strategico composto da misure per modernizzare gli strumenti di governo dell’economia, facilitare il fare impresa, rafforzare le nostre eccellenze. Tre delle azioni principali sono: il programma Invest in Roma, il Portale delle opportunità e il progetto Produrre a Roma sui luoghi della produzione.

Invest in Roma vuole rendere Roma una metropoli capace di attrarre investimenti internazionali. Per far questo, bisogna far conoscere le opportunità del nostro territorio, dare certezze, costruire e proporre un quadro favorevole per fare impresa.

Il Programma – da sviluppare con CCIAA, Regione, Università, Centri di ricerca e MISE – avrà come obiettivo un’agenzia per lo sviluppo, per attrarre le opportunità del mondo verso Roma e assistere gli investitori stranieri, con risposte immediate e adeguate alle loro esigenze. 

Il Portale delle opportunità parte da una considerazione: Roma ha sul suo territorio grandi opportunità che non sono messe in rete, non hanno una ‘vetrina’ in cui mostrarsi. Ed è così che, spesso, si perdono.

Noi vogliamo realizzare un portale per la promozione delle opportunità, per far conoscere i luoghi del fare impresa – anche con la costituzione di una piattaforma di marketplace con tutte le informazioni sulle aree produttive disponibili e gli stabilimenti pubblici e privati dismessi – gli spazi di coworking e gli incubatori d’impresa, i bandi pubblici e privati, le attività di innovazione dei centri di ricerca, le opportunità di lavoro e di investimento.

Per sostenere la Roma che produce è inoltre essenziale una politica dei luoghi. Per dotare di infrastrutture e servizi zone che ne sono sprovviste, creare opportunità di sviluppo e occupazione, migliorare la qualità urbana. Con “Produrre a Roma” sbloccheremo i Programmi integrati (PRINT) per le attività produttive, con procedure semplificate e agevolazioni; promuoveremo i coworking dell’artigianato, come laboratori temporanei condivisi; rilanceremo l'idea di un “consorzio industriale”, per supportare la riconversione dei siti dismessi.

Inoltre, utilizzeremo la disponibilità di spazi pubblici come opportunità per l’insediamento attività di alta qualità, di botteghe storiche, di librerie e per rafforzare la rete di coworking e fablab.

Le società comunali costano tanto e rendono poco. Cosa farà su questo fronte?

Sul “gruppo Roma Capitale” abbiamo le idee molto chiare: avvieremo subito, in linea con le riforme governative in corso, una semplificazione delle aziende partecipate definendo sinergie per competenza e missione, per aumentarne efficienza e focalizzazione sugli obiettivi e per ridurne il numero, garantendo l’occupazione.

Accanto alla razionalizzazione delle aziende del “gruppo” Ro-ma Capitale intendiamo anche aggiornare i contratti di servizio in essere, per garantire una forte responsabilizzazione di tutte le società partecipate sulla qualità dei servizi offerti ai cittadini e alle imprese.

Va condotta in particolare una spending review per Atac e AMA. Per quanto riguarda il servizio di trasporto, va rafforzata la lotta all’evasione, promuovendo i titoli di viaggio elettronici (biglietto via sms, uso delle carte contacless) e valorizzato il patrimonio immobiliare.

C’è da mettere in atto una riorganizzazione credibile con risorse certe d’investimento e obblighi di risultato per i manager. Imprescindibile la manutenzione dei mezzi e degli impianti. A oggi, la città ha una flotta tra le più vecchie d’Europa e il limitato numero di vetture in circolazione è la prime cause di un servizio insufficiente.

Ama è stata recentemente riorganizzata, ma non basta. Bisogna concludere il turn-around. Per quanto riguarda lo spazzamento serve un piano che: individui le aree a rischio, stabilisca i tempi di intervento, permetta di verificare i risultati.

Serve una rivoluzione digitale e Gps per migliorare il controllo, e la creazione di isole ecologiche contro i rifiuti ingombranti. Come ho già detto, chiudendo il ciclo dei rifiuti e procedendo con la lotta agli sprechi, potremo avere un servizio più efficiente e un risparmio di oltre 80 milioni di euro annui, consentendoci di ridurre Tari del 20%.

Si tratta di motivare meglio il personale, scegliere accuratamente i manager e dargli obiettivi chiari. Riorganizzare le strutture e adottare le tecnologie che consentono risparmi di produttività e più trasparenza. E controllare il rispetto dei contratti di servizio. Per aziende a servizio dei cittadini e delle imprese.

Perché ritiene che i piccoli e medi imprenditori dovrebbero sostenere la sua candidatura?

Perché sono l’unico candidato che ha esperienza di guida della grade macchina comunale e perché dalla sua riorganizzazione passano tutte le politiche a sostegno delle imprese. Perché il mio programma elettorale, 100 pagine scaricabili dal mio sito www.robertogiachetti.it, presenta le migliori soluzioni per Roma, le più dettagliate, le più concrete, le più credibili.

Perché sono il candidato che potrebbe lavorare meglio in coordinamento con le altre istituzioni, sia il Governo che la Regione, da cui dipendono risorse e soluzioni per il mondo delle imprese.

Il Comune farà la sua parte. L’obiettivo è rendere Roma la casa delle piccole e medie imprese, con un piano che prevede il rispetto dei tempi di pagamento dei nostri fornitori, allineandoci alle medie europee; l’applicazione delle disposizioni dello Small Business Act, per tutelare le PMI e agevolare il loro accesso alle gare; la creazione di gare tipo per favorire le imprese più dinamiche; la definizione degli elenchi aggiornati dei fornitori, dando ampia pubblicità alla banca dati comune di Roma Capitale, per un sistema più accessibile e trasparente; la salvaguardia della continuità nel passaggio generazionale di micro e piccole imprese di prossimità con strumenti di accesso al credito e formazione; la promozione di misure speciali per l’imprenditoria femminile e giovanile e per l’impresa di immigrati.

Con un piano di digitalizzazione completa del SUAP e delle procedure. Con una revisione dei regolamenti anche attraverso un Osservatorio sulle semplificazioni aggiorneremo i regolamenti, verificandone l’impatto economico e amministrativo, per avere meno regole, più chiare, più certe, più efficienti. E con una lotta all’illegalità e all’abusivismo.

È qui che Roma si gioca una partita decisiva, che parla di crescita, di qualità urbana, di identità e di occupazione. Temi decisivi che sono nel mio programma, nella mia storia, nella mia idea di Roma.

Le risposte della candidata sindaco Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia.

Quale modello economico-produttivo immagina per la città nei prossimi anni? 

Il modello di sviluppo economico di Roma deve tenere conto del fatto che per dimensioni e forza economica la Capitale è di fatto una “Città-Stato”. Voglio citare due dati: con i suoi 2 milioni e 800 mila abitanti Roma ha una popolazione superiore a quella di diversi Stati membri della UE, come ad esempio la Slovacchia.

L’area metropolitana di Roma ha un PIL superiore a diverse Nazione europee, ​ più del​l’Ungheria ​o della C​ ​roazia. Il modello di sviluppo deve dunque riuscire a conciliare la stessa vasta gamma di attività di cui si occupa nel suo complesso uno Stato: ​ ​il commercio, la piccola e media impresa, il turismo ​, ​la valorizzazione del ​mare, la grande impresa legata ai settori dei servizi e delle comunicazioni, l’agricoltura, il pubblico impiego, ecc.

Un modello di sviluppo che favorisca uno di questi ambiti e penalizzi gli altri non può essere un modello vincente per una “città-Stato” come Roma. Questa è la grande sfida che caratterizza ​ la Capitale ​rispetto a tutte le altre città italiane e ​a ​gran parte delle città europee ​, ​di cui dobbiamo essere consapevoli e che io intendo raccogliere.

A Roma le tasse sono al massimo e i servizi sono al minimo. Un autoriparatore che lavora in un’officina con 400 mq e con 35 mila euro di reddito l’anno, paga quasi 3 mila euro di tasse in più di un collega milanese. Per l’addizionale comunale, 315 euro e per i rifiuti 4363 euro. Il collega milanese paga rispettivamente 3 euro e 1412 euro. Quali strategie intende adottare per ridurre le tasse e riqualificare i servizi? 

Bisogna affrontare questo tema distinguendo due fronti di intervento: l’addizionale comunale e le tariffe comunali. Per quello che riguarda l’addizionale comunale, sappiamo bene che su un’addizionale comunale dell’0,9%, lo 0,4% non serve per finanziare i servizi ma per ripagare il debito pregresso di Roma.

Se vogliamo ridurre l’addizionale bisogna aggredire il debito pregresso. E questo si può fare in due modi: ridiscutendo il debito sotto l’aspetto dell’indebitamento con le banche e chiedendo un intervento dello Stato per riconoscere a Roma le spese che derivano dall’essere Capitale.

Le tariffe comunali possano essere calibrate diversamente. Penso alla TARI: voglio introdurre il metodo della tariffa puntuale per calcolarla sulla base dei rifiuti effettivamente prodotti, perché calcolare questa tariffa sulla metratura è iniquo e colpisce in particolare le attività produttive.

Penso ad esempio agli albergatori, che pagano la TARI sulla base della metratura delle camere. Ma se hai le stanze vuote non produci rifiuti, quindi non posso farti pagare le tasse come le stanze fossero piene.

Quali sono i primi tre provvedimenti che adotterà per lo sviluppo economico?

Primo: lotta serrata e senza precedenti all’abusivismo di ogni genere con l’istituzione di una task force della Polizia Locale. L’abusivismo danneggia gravemente gli esercenti onesti, alimenta l’evasione e sottrae soldi allo Stato e al Comune. Combattere questo fenomeno vuol dire recuperare risorse, difendere chi rispetta le regole e rilanciare lo sviluppo economico​.

Secondo: voglio dichiarare Roma “territorio turistico”, perché è una vergogna assoluta che Roma sia ​solo ​al quattordicesimo posto ​al mondo nella classifica ​delle presenze turistiche. Se si puntasse ad una seria politica di promozione turistica, potremmo passare ​ entro il 2021 ​ ​ ​da 6 a 10 miliardi di euro spesi dai turisti nella nostra città.

In ​sintesi ​, ​più ricchezza e ​più ​posti di lavoro. ​ P​er aumentare il turismo bisogna combattere le ragioni per cui i turisti non vengono qui, ma preferiscono andare in altre città mille volte meno belle, ma più accoglienti. Bisogna ​ dunque​lavorare per una città sicura, decorosa ​, ​pulita ​ ​e organizzata. ​ ​

Terzo: intendo ​rilanciare la vocazione agricola di Roma , che è il più grande comune agricolo d'Europa​. Il mio programma è molto articolato ​ e prevede tra le altre cose  ​il ​rilancio dell’aziende agricole comunali, ​la ​lotta alla contraffazione alimentare, un piano di recupero degli immobili rurali, ​la ​tutela delle aree agricole dall’espansione edilizia e ​ il ​sostegno alla rete dei mercati rionali, che è una delle più ricche d’Italia e offre uno sbocco diretto per l’agricoltura romana, garantendo ​​qualità ​, ​eccellenza ​ e sicurezza per i consumatori.​

Le società comunali costano tanto e rendono poco. Cosa farà su questo fronte? 

Voglio sbloccare un progetto che si è arenato da tempo: costituire la ​h​olding. Questo permetterebbe di mettere sotto un’unica regia e direzione tutte le partecipate non quotate in borsa, risparmiare decine di milioni di euro in forniture e appalti e permettere la mobilità interna dei dipendenti.

Questo cambiamento riguarderà anche l’individuazione dei vertici delle partecipate: per tutte quelle che erogano servizi a rilevanza economica indirò una procedura per la candidatura al ruolo di amministratore unico. I candidati dovranno presentare, oltre al proprio curriculum, un piano industriale per garantire l'efficientamento del servizio pubblico e per risanare o aumentare la produttività.

Il compenso dell'amministratore, così come quello del ​d​irettore e dei ​d​irigenti, sarà per la maggior parte legato al raggiungimento di questi obiettivi. Il curriculum e il piano industriale saranno valutati da una ​c​ommissione i cui membri saranno attinti anche dalle forze sociali.

Al sindaco, raccolti i pareri dell'Antitrust e dell'A ​utorità Nazionale Anticorruzione​sui piani industriali proposti, spetterà il diritto di nomina nell'ambito della rosa di idonei proposta dalla ​c​ommissione.

Perché ritiene che i piccoli e medi imprenditori dovrebbero sostenere la sua candidatura a sindaco? 

Per la coerenza delle battaglie che abbiamo combattuto sia a livello nazionale che locale: noi difendiamo da sempre le attività produttive, i piccoli e medi imprenditori e l’economia reale in una fase in cui la sinistra e il Governo sono schierati con le multinazionali, gli interessi dei grandi gruppi ​economici ​e della finanza.

Le risposte del candidato sindaco Alfio Marchini, Lista Civica Marchini.

Quale modello economico/produttivo immagina per la città nei prossimi anni?

Noi siamo convinti che  a Roma ci siano le condizioni per promuovere una stagione di grande sviluppo. Abbiamo già individuato ed esposto nel nostro programma 101 soluzioni concrete e sostenibili per ridare valore agli asset di questa città (cultura, patrimonio artistico, turismo, innovazione e formazione etc) e per farne la leva di un riscatto che rimetta al centro il lavoro, soprattutto per i più giovani e che semplifichi e migliori  la vita dei cittadini, attraverso servizi efficienti e una completa riorganizzazione della macchina amministrativa e veri piani industriali per l'universo delle municipalizzate e delle partecipate.

Possiamo mettere in campo innovative  misure di sostegno al tessuto economico delle imprese romane, che costituiscono anche dal punto di vista occupazionale una straordinaria risorsa economica per tutta la città. Partiremo subito da un taglio del carico fiscale, ormai insopportabile nella nostra città, per rimettere in tasca a cittadini e aziende il più che hanno versato.

A Roma le tasse sono al massimo e i servizi al minimo. Un autoriparatore che lavora in un’officina con 400mq e con 35mila euro di reddito l’anno, paga quasi 3mila euro di tasse in più di un collega milanese. Per l’addizionale comunale, 315 euro e per i rifiuti 4363 euro. Il collega milanese, rispettivamente 3 euro e 1.412 euro. Quali strategie intende adottare per ridurre le tasse e riqualificare i servizi?

Spendere meglio i soldi dei romani: tagliando gli sprechi e vigilando sulla qualità dei servizi. La ricetta è semplice, la realizzazione meno facile ma non impossibile. Occorrono amministratori capaci, onesti, leali. Insomma, i nostri “campioni del buon senso” che nei tre anni di opposizione alla Giunta Marino hanno acquisito esperienze e competenze per cambiare davvero passo al governo della città.

Quali sono i primi tre provvedimenti che adotterà per lo sviluppo economico?

Individueremo, d’intesa con le associazioni di categoria, strumenti e misure per lo sviluppo alle piccole e medie imprese. In particolare, per quelle operanti nei settori del commercio, dei servizi, del turismo e dell’artigianato.

Penso ad istituire in ciascuno del 15 Municipi una “Casa delle Start-Up”: attrezzate con postazioni in co-working, dotate di utenza elettrica e di collegamento internet gratuiti, da assegnare tramite bando pubblico alle idee più innovative e sostenibili.

Rilanceremo i mercati rionali attraverso il prolungamento facoltativo dell’orario di apertura dei banchi e l’inserimento di nuove attività utili a garantire un flusso costante di cittadini e turisti (street food e botteghe artigiane).

Accompagneremo le aziende ambiziose e capaci, che vorranno espandersi all’estero, istituendo in Comune un ufficio destinato alla promozione e all’organizzazione di incontri tra gli imprenditori romani e potenziali clienti o investitori o partner italiani e stranieri.

Le società comunali costano tanto e rendono poco. Cosa farà su questo fronte?

Atac, Ama e Acea sono solo le principali aziende partecipate da Comune di Roma che necessitano di un radicale cambio di governance. Occorre sciogliere i legami incestuosi tra la politica e il management di queste aziende: non dimentichiamoci degli scandali di Parentopoli con amici, amanti e parenti assunti senza titoli e con stipendi fuori mercato.

Con noi i manager saranno scelti esclusivamente in base a competenze, esperienza e risultati conseguiti in aziende simili; avranno le mani libere dai partiti e dovranno raggiungere i risultati indicati. Solo i risultati, o meno, determineranno la loro permanenza negli incarichi di vertice. Insomma servono piani industriali veri e sinergie, penso ad esempio a una centrale unica per gli acquisti.

Perché ritiene che i piccoli e medi imprenditori dovrebbero sostenere la sua candidatura?

Io sono tra tutti gli altri candidati che hanno vissuto e continuano a vivere di politica l'unico imprenditore che conosce i loro problemi e che sa cosa significa, soprattutto in momenti di crisi come quello che stiamo attraversando, portare avanti un'azienda e avere anche la responsabilità del futuro lavorativo di tante persone e delle loro famiglie.

 

 

 

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