A Roma una serata per dire la verità sulla guerra in Siria
Fronte Europeo di Solidarietà Per la Siria, la Comunità siriana in Italia, l’Imam Di Palma e il Mons. Capucci insieme
La Comunità siriana a Roma si è data appuntamento all’Istituto salesiano Pio XI, dove, sabato scorso, ha organizzato una cena solidale con cucina tipica siriana. La cena è stata preceduta da un dibattito, animato da alcune della maggiori realtà che in tempo di guerra stanno supportano la Siria.
“Siamo vicini alla Comunità siriana qui in Italia – parla Ilaria De Candia, rappresentante del Fronte Europeo di Solidarietà per la Siria – Da due anni a questa parte con quelle che sono le nostre possibilità, cerchiamo di diffondere la verità su una guerra ingiusta, cruenta ed irragionevole. Da uomini e donne liberi quali siamo, abbiamo deciso di appoggiare la lotta di un Popolo, quello siriano che si sta battendo contro l’ingerenza di Stati esteri, che stanno finanziando dei mercenari che hanno come unico scopo quello di destabilizzare un Paese sovrano guidato da un Presidente, Bashar Al-Assas, evidentemente scomodo”.
Il concetto di libertà ha caratterizzato anche l’intervento dell’Imam Abbas Di Palma, dell’Ass.Imam Mahadi. “Nello scenario globale in cui viviamo, vediamo che esiste un movimento degli uomini liberi, coloro che non si sono sottomessi al volere dell’egemonia atlantica, statunitense, al controllo delle lobby. La Siria ha avuto il coraggio di far parte del blocco degli uomini liberi. Anche attraverso la fede si è combattuto in Siria – ha continuato l’Imam – la Siria è uno Stato, una Patria, che raggruppa in sé tantissime fedi, ci sono alauiti, cristiani, musulmani, sciiti, armeni, cattolici, tutti i Siriani hanno combattuto con fede per scacciare il nemico esterno. La fede nel suo senso più universale, la Siria è un esempio per il mondo intero”.
Ha preso parola anche il Dott. Jamal Abo Abbas, presidente della Comunità siriana in Italia, che con un racconto di vita personale ha parlato dell’attuale situazione in cui vivono i suoi connazionali. “In Siria non esisteva la delinquenza, era un Paese sicuro – nel 2006 dichiarato tra i 10 Paesi più sicuri al mondo – oggi non è più così, anzi è uno dei più pericolosi vista l’entrata di questi personaggi orribili che contrariamente a quanto raccontano i media, tutto sono fuorché siriani”. Secondo informazioni governative, infatti, sono circa 83 i paesi di provenienza di chi combatte oggi in Siria contro l’esercito siriano.
Infine, il messaggio di pace con cui Mons. Hilarion Capucci ha salutato i suoi connazionali e augurato una fine entro breve tempo del conflitto “per ridare alla Siria quel ruolo che, nella sua millenaria storia, l’ha vista essere la culla della civiltà”.