A scuola senza telefono cellulare: un necessario ritorno alla realtà
Un provvedimento accolto favorevolmente negli istituti scolastici romani, pone l’accento sulla società contemporanea, dominata dalla tecnologia e dal consumismo sfrenato
Il recente divieto del Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che vieta l’uso dei cellulari nelle scuole elementari e medie, ha riacceso il dibattito su un tema cruciale: l’uso eccessivo dei dispositivi mobili tra i giovani. Un provvedimento accolto favorevolmente negli istituti scolastici romani, pone l’accento su una problematica che affonda le radici nella nostra società contemporanea, dominata dalla tecnologia e dal consumismo sfrenato.
La Prima Comunione e il “regalo precoce”
È emblematico osservare come il cellulare sia diventato il regalo tipico della Prima Comunione. Un gesto che, a mio avviso, rappresenta un segnale allarmante di quanto la nostra società sia disposta a sacrificare l’infanzia sull’altare della connettività. A otto o nove anni, un bambino non possiede ancora gli strumenti cognitivi ed emotivi necessari per gestire un dispositivo così complesso e potenzialmente pericoloso. L’uso precoce del cellulare può portare a una dipendenza precoce, alterando il naturale sviluppo delle capacità critiche e relazionali dei ragazzi.
La scuola secondaria: una sfida di educazione e consapevolezza
Se per la scuola primaria il divieto appare più che giustificato, la questione diventa più complessa per la scuola secondaria di primo grado. Qui, l’educazione all’uso corretto dei dispositivi tecnologici diventa fondamentale. Tuttavia, è evidente come molti ragazzi, anche grazie alla scarsa vigilanza dei genitori, facciano un uso sconsiderato e dannoso dei cellulari, esponendosi a rischi come il bullismo e il cyberbullismo.
Il dirigente Giovanni Cogliandro dell’istituto comprensivo Mozart ha evidenziato come l’accesso incontrollato a Internet porti i ragazzi a frequentare siti pornografici e seguire contenuti fuorvianti su YouTube, con conseguenze devastanti sul loro comportamento e sulla loro capacità critica. L’aggressività aumenta e l’elaborazione critica dei contenuti si riduce drasticamente. È un quadro desolante che richiede interventi educativi decisi e strutturati.
L’importanza del ruolo del docente
Il ruolo del docente, in questo contesto, è più che mai cruciale. Non si tratta di abbracciare un’ideologia antitecnologica, ma di riaffermare l’importanza dell’insegnamento tradizionale e del rapporto umano diretto tra insegnante e studente. La tecnologia può e deve essere un supporto, ma non può sostituire l’educazione critica e consapevole che solo un buon docente può offrire.
La scuola 4.0: strumenti utili, ma con cautela
La digitalizzazione della scuola, sotto il controllo dei docenti, può essere uno strumento efficace e innovativo. Però è fondamentale che l’uso di questi strumenti sia sempre guidato e monitorato. L’abuso del cellulare e dei social media, infatti, è spesso il risultato di una scarsa vigilanza da parte dei genitori e di una mancanza di educazione all’uso responsabile delle tecnologie.
Il divieto dei cellulari nelle scuole elementari e medie non è solo una misura di buon senso, ma una necessità educativa e sociale. Dobbiamo proteggere i nostri ragazzi da un uso precoce e non consapevole della tecnologia, favorendo invece un’educazione che valorizzi il pensiero critico, la socializzazione e l’apprendimento diretto.