A Wuhan il Covid-19 è stato vinto anche dalla medicina tradizionale cinese
A Wuhan hanno trattato il Covid-19 anche con la medicina tradizionale. Nella comunità cinese di Prato, nessun contagio proprio per i rimedi tradizionali
A Wuhan il Covid-19 lo abbiamo trattato non solo con i farmaci di sintesi, ma abbiamo utilizzato anche rimedi a base di erbe, secondo la tradizione della medicina cinese. Lo afferma il dott. Wu Nanfei, docente dell’Accademia AINAO (Associazione Italiana Naturopatia e Arti Orientali), dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Membro dell’Istituto Italiano di Medicina Tradizionale Cinese. Proprio l’IMTC, istituito nel 1998 a Roma per promuovere la medicina cinese in Italia, ha organizzato insieme alla World Federation of Chinese Medicine Societies, il 22 aprile scorso, una conferenza online con i medici da Pechino.
I relatori cinesi erano tutti medici impegnati in prima persona nella diagnosi e nella cura dei pazienti di Covid 19 a Wuhan. Tra loro Zhang Boli, dell’Accademia cinese di ingegneria e presidente dell’Università di Medicina Cinese di Tianjin. Liu Qingquan, presidente dell’Ospedale di Medicina Tradizionale Cinese di Pechino. Zhang Zhongde, vicepresidente dell’Ospedale di Medicina Tradizionale Cinese del Guangdong.
Da parte italiana erano presenti medici dell’ISS, del Policlinico Umberto I di Roma, dell’Università di Roma la Sapienza, dell’Università di Roma Tor Vergata e di altre istituzioni. Gli esperti hanno discusso l’efficacia dell’utilizzo congiunto della medicina cinese e occidentale nel trattamento del Covid 19. “Abbiamo un vero e proprio Forum – spiega il dottor Wu Nanfei – dedicato al coronavirus. Ci è concesso farlo solo per l’Italia in Europa e per New York in America. Quello italiano ha avuto quasi 40.000 uditori e hanno partecipato centinaia di esperti di medicina cinese”.
Chiediamo: A Wuhan per combattere il Covid-19 in che modo è stata integrata la medicina tradizionale cinese ai farmaci di sintesi?
“In Cina l’intervento della medicina tradizionale cinese è stato immediato e su vasta scala, nel 93 per cento dei casi. Con l’intervento della medicina tradizionale i casi con i sintomi minori si sono bloccati e non si sono sviluppati in casi gravi-critici. E’ riuscita quindi a prevenire l’aggravarsi della patologia. I rimedi di medicina cinese sono stati utilizzati anche da persone sane. Ad esempio tutti i medici e gli infermieri che sono partiti da altre regioni della Cina per recarsi a Wuhan per il Covid-19, hanno dato il loro aiuto e usando il rimedio cinese come prevenzione, non sono stati contagiati.
Stiamo parlando di 42.000 persone tra medici e infermieri. Con il lockdown, Wuhan con 12 milioni di abitanti, è stato bloccato completamente. Gli aiuti dall’esterno, dalle varie regioni della Cina sono arrivati e hanno costruito in fretta due ospedali. Poi hanno organizzato l’ospedale da campo per ricoverare tutte le persone che avevano dei sintomi minori. Nell’ospedale da campo, sul 100% dei pazienti hanno utilizzato la medicina tradizionale cinese. Mentre nell’ospedale normale sul 93 per cento dei pazienti e ad integrazione dei metodi moderni. Quindi la ventilazione e la respirazione assistita. Più di 80.000 sacchetti di decotto sono stati inoltre distribuiti per dare alle famiglie di Wuhan la possibilità di assumerlo”.
Quindi si doveva prendere appena si presentavano i sintomi?
“No è stato distribuito alle famiglie per assumerlo anche senza sintomi. Poi certamente e soprattutto alle persone che presentavano i primi sintomi il decotto serviva per non far aggravare la patologia”.
In cosa consiste questo decotto?
“Il decotto è una ricetta sviluppata secondo i principi della medicina cinese, in base all’ambiente e secondo la tradizione che combatte diversi squilibri energetici. Quello di Wuhan per il Covid-19 era centrato sul fattore umidità e freddo. In quel periodo c’era questa negatività e tutta la ricetta si è sviluppata tenendone conto per correggerla. C’era quindi una ricetta comune e poi sono state elaborate 5 piccole modifiche. La formula di base era per combattere umidità e freddo ma ognuno manifesta la patologia secondo il carattere del proprio corpo. Così hanno sviluppato 5 sotto formule per affrontare la patologia secondo i sintomi. A Wuhan ha funzionato molto bene per combattere il Covid-19. La medicina tradizionale cinese serve per potenziare il nostro corpo per eliminare il virus.
E’ un concetto diverso dalla medicina moderna occidentale. Gli antivirali e antibatterici tentano di uccidere il virus. Noi cerchiamo di migliorare le condizioni interne del nostro corpo per buttarlo fuori. In una città come Shanghai con 28 milioni di abitanti ci sono stati pochi casi, non superano i 400. Lì l’intervento della medicina cinese è stato sul 97% degli ammalati. La medicina tradizionale cinese è stata usata anche in casi molto difficili, casi in cui usando il ventilatore non si avevano miglioramenti. Quando la patologia è grave la persona ha la pressione addominale molto alta. Questa pressione addominale alta non permette al diaframma di sintonizzarsi con il ventilatore. In questi casi hanno usato le erbe della medicina cinese proprio per aiutare a scaricare la pressione. Secondo la medicina cinese il polmone e l’intestino grasso sono da considerare in coppia. Quindi liberiamo il polmone con un rimedio che agisce anche sull’intestino”.
In che modo veniva somministrato?
“Per bocca se il paziente riusciva a deglutire, oppure usando i tubi dal naso verso lo stomaco, o con un clistere. O ancora con dei cerotti contenenti erbe medicinali posti in varie parti del corpo. Abbiamo anche somministrato il rimedio con la moxa e l’agopuntura a persone con difficoltà respiratorie, oppure per endovena. In quest’ultimo caso parliamo di altre sostanze che sono servite per aiutare il sistema respiratorio e cardiovascolare. Nell’ultimo forum i medici italiani ci hanno chiesto quale di questi metodi è più efficace, ecco la risposta è: tutti! Tutto insieme si deve fare, in Cina a Wuhan per il Covid-19 hanno usato nei primi 20 giorni tutte le armi che avevano per combattere. Tutti i mezzi possibili. Anche i medici italiani hanno osservato che non è solo la polmonite che causa la morte per Covid ma anche le trombosi.
Il rimedio usato per endovena riesce a purificare e migliorare la circolazione sanguigna per non arrivare alla trombosi. Il ventilatore meccanico butta dentro l’ossigeno ma il polmone con questa patologia sviluppa tanti micro trombi di catarro. Trombi che rimangono dentro e se io continuo a mandare dentro l’aria con la pressione, questi man mano condensano e bloccano gli alveoli. Per le persone con sintomi lievi invece, negli ospedali da campo, oltre al decotto è stata molto usata la ginnastica olistica, tipo Tai Chi, Ba Duan Jin. Movimento quindi per attivare l’energia per poter combattere. Quelle persone stavano insieme nell’ospedale e questa ginnastica le ha aiutate anche a livello psicologico”.
Quindi in Cina non si attende il vaccino?
“Sì, stanno sviluppando un vaccino, anzi hanno iniziato la sperimentazione. In Cina funzionano entrambi i sistemi, sia la medicina moderna occidentale e sia la medicina tradizionale cinese. La medicina tradizionale cinese non è contro il vaccino anzi. Già nel 1567 era diffusa una forma di vaccino contro il vaiolo. Ma adesso per il Covid 19 dal punto di vista della medicina cinese l’importante è che il nostro corpo abbia un sistema immunitario che possa combatterlo. Il vaccino sta sempre dietro al virus, noi possiamo sviluppare il vaccino ma non riusciamo mai a capire come il virus muta e perché continua a mutare”.
I medici cinesi che sono venuti per aiutarci, stanno utilizzando anche questi rimedi nel nostro Paese?
“Allora i primi medici che sono arrivati a Roma hanno portato un rimedio molto importante usato a Wuhan per il Covid-19 e ovunque in Cina. Un rimedio già preparato in forma moderna, nel senso che le erbe in polvere sono state incapsulate. Quindi la somministrazione è semplice: 4 capsule, 3 volte al giorno per le persone che hanno i primi sintomi. Questi rimedi ancora sono nel magazzino della Croce Rossa italiana a Roma. Il governo cinese, tramite l’ambasciata ha mandato un aiuto ai cinesi in Italia. Tutta la comunità cinese ha ricevuto sia le mascherine, sia questo rimedio di medicina cinese. Basta pensare alla comunità cinese di Prato. Tutti hanno commentato che i cinesi sono molto disciplinati ma soprattutto usano il rimedio tradizionale. Ed è questo il motivo per cui non c’è nessun cinese contagiato a Prato, eppure sono circa 20.000”.
Lo stare chiusi in casa indebolisce il nostro sistema immunitario?
“Dipende, se pratichiamo attività fisica olistica non si indebolisce affatto. Anzi il cambiamento delle nostre abitudini dovuto al Coronavirus a livello energetico ci riporta in equilibrio con l’universo e con il nostro pianeta. Dobbiamo adeguarci e avere rispetto per l’ambiente, non chiedere troppo. Adesso che siamo tutti a casa la natura sta meglio. Il modo in cui vivevamo non era appropriato. Ora sappiamo che questo è l’ambiente in cui dobbiamo vivere e che dobbiamo rispettare. Dobbiamo fare le scelte giuste, rinunciare, essere giusti con noi stessi e con gli altri. E’ vero che vogliamo uscire ma tante volte quando usciamo abbiamo altri problemi. Questa volta rimaniamo a casa. Ecco, facciamo una piccola meditazione. Quando usciamo poi facciamolo nel modo giusto. Non focalizziamoci tanto sulla nostra libertà personale, pensiamo anche agli altri. Io soffro tanto vedendo tutti questi anziani che perdono la vita. Tutto ciò di cui stiamo beneficiando sono loro che l’hanno costruito”.
Sta per iniziare la fase 2, qual è l’errore da non commettere?
“A maggio riapriranno molte attività ma noi dobbiamo ancora avere paura del virus perché il virus non segue le nostre regole, non segue l’economia o la politica. Il virus riusciamo a vincerlo solo se rompiamo la catena del contagio. Quindi usciamo ma rispettiamo le regole”.
*Articolo curato da Patrizia Artemisio.