Adozione coppia gay, Lega Nord attacca: “Sentenza illegittima”
Gli esponenti del Carroccio chiedono di sollevare il conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale
Non accennano a spegnersi le polemiche sul caso della decisione del Tribunale dei Minori che ha riconosciuto l'adozione di una bimba che vive in una coppia omosessuale formate da due donne.
Dopo il blitz di Gioventù Nazionale, il movimento giovanile di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, proprio davanti alla sede del Tribunale dei Minori, e dopo la campagna pubblicitaria del partito guidato da Giorgia Meloni (la quale ha scatenato non poche polemiche tra gli attivisti per i diritti LGBT, tra cui Vladimir Luxuria – tra la Meloni e Luxuria c’è stato anche un acceso scambio di tweet), arriva anche la voce della Lega Nord: “Il Tribunale per i Minori di Roma non può sostituirsi al Parlamento. L'adozione della coppia omosessuale è illegittima” – questa la sentenza del Carroccio.
I capigruppo leghisti di Camera e Senato, Massimiliano Fedriga e Gianmarco Centinaio, hanno attivato le procedure per chiedere alle Camere di sollevare il conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale sul caso della coppia lesbica a cui i giudici romani hanno riconosciuto, per la prima volta, la cosiddetta 'stepchild adoption'.
“La legge 184 stabilisce che per le adozioni servano 3 anni di convivenza more uxorio e che la coppia debba essere sposata al momento della richiesta. Ma il matrimonio omosessuale non è giuridicamente possibile” – incalzano i leghisti, che ricordano come la stessa sentenza della consulta sull'eterologa non “ha messo in dubbio il principio in base al quale alla fecondazione eterologa debbano ricorrere coppie eterosessuali”. Fedriga e Centinaio, inoltre, sottolineano che per la Costituzione la famiglia è “società naturale fondata sul matrimonio”, in base all’articolo 29.
Dal Carroccio, quindi, è dura battaglia a quella che definiscono una “sentenza politica e ideologica, che sconfina dalle competenze di un Tribunale”. Infine, concludono: “Riportiamo ordine istituzionale. Servono massime attenzioni e cautele, non accettiamo indebite invasioni di campo, tanto più se di mezzo ci sono bambini e materie particolarmente sensibili sotto il profilo etico. Il parlamento ha il dovere morale di fare chiarezza”.
“Non può una sentenza stravolgere la filosofia di una legge, soprattutto in un tema delicato e importante come quello delle adozioni” – dice la sua all’ANSA anche il Segretario Questore del Consiglio regionale Giovanni Nucera, in merito alla sentenza del Tribunale dei Minori di Roma.
Secondo Nucera, la sentenza “forza i principi ispiratori di una legge che nel suo articolo 44 ha previsto alcuni casi particolari, e solo quelli, nei quali è regolamentata l'adozione del minore in assenza delle prerogative richieste”.
“Una legge nel momento in cui viene immaginata dal legislatore, elaborata e definita in sede parlamentare – prosegue – indica un percorso e degli obiettivi che rientrano in un quadro normativo e giuridico generale che si fonda sui principi della Carta Costituzionale, ma nello stesso tempo cerca di inquadrarsi armonicamente al resto dell'ordinamento nato e sviluppatosi secondo scelte ed indicazioni che seppure evolvendosi continuamente si richiamano a concetti ritenuti e definiti come inviolabili. Ritengo che tale pronunciamento rappresenti un grave vulnus ad una legge perpetrato attraverso una autentica ‘invasione di campo’ del potere giudiziario al potere legislativo. Il dibattito che ne è conseguito, per qualcuno, ha aperto la strada al riconoscimento delle unioni gay ed il loro diritto alla genitorialità. Niente di più falso e aberrante. E lo dimostrerà – continua il Segretario Questore del Consiglio regionale – il successivo accoglimento del ricorso che in appello sarà sicuramente presentato dal Pubblico Ministero. Quella sentenza è andata ben oltre le indicazioni di una norma, che una superficiale e frettolosa interpretazione ha trasformato da divieto a consenso, legandolo al ‘superiore interesse’ del minore sancito dalle convenzioni internazionali ratificate anche dal nostro Paese. Non è una questione di poco conto, perché, a ben guardare, nel dispositivo di sentenza, viene anche valutato ininfluente l'orientamento sessuale del genitore, rispetto alla crescita ed allo sviluppo psicofisico del minore. Ed altrettanto grave risulta il riconoscimento della coppia come nucleo familiare a se stante, non previsto da nessuna legge del nostro ordinamento, come già in tanti hanno fatto notare. Sarebbe opportuno, alla luce di quanto sta accadendo che il legislatore nazionale, così come è accaduto in altre nazioni europee, si decidesse a dare una risposta unica e chiara a tematiche che riguardano direttamente l'antropologia umana ed il modello di società che gli Stati si vogliono dare”.