Affari di Libri, Mariagloria Fontana svela i segreti degli scrittori italiani
Laura Vasselli recensisce Affari di libri di Mariagloria Fontana, 10 interviste ad alcuni tra gli autori letterari più amati in Italia
Cosa si nasconde nell’animo di chi scrive un romanzo, o per essere più precisi, quanto c’è di personale nell’attività di narrazione di ogni scrittore di successo? Per quanto paradossale, più l’autore nega sé stesso e più rivela la segretezza inconfessabile del suo “me” che traspare dalle proprie righe libresche.
Cosa c’è dietro un libro?
Ed è proprio questo l’intimo aspetto su cui ha indagato Mariagloria Fontana, acuta ed empatica intervistatrice di dieci romanzieri contemporanei, in par condicio di genere (cinque donne e cinque uomini), nel suo “Affari di libri”, uscito di recente con Giulio Perrone Editore e che vale la pena di leggere per entrare nella psiche di chi magari è già stato letto e così meglio comprendere “cosa c’è dietro” i grandi lavori letterari di elevata risonanza e successo di pubblico.
Da ogni singola intervista traspare infatti un profondo senso liberatorio nel significato delle risposte degli autori alle intime domande ricevute che, nel loro crescendo incalzante, hanno lasciato andare quella profonda confidenza, anche inconsapevole, che forse speravano prima o poi di concedere. Ed essendo anche Mariagloria una scrittrice, nel misto inscindibile tra il “dono della scrittura” e la necessità interiore di voler raccontare, ha saputo far breccia nel cuore di tutti gli intervistati.
Affari di libri, il dono della scrittura
Così, come Teresa Ciabatti ha potuto confessare le difficoltà del suo rapporto col proprio corpo e dei suoi superati sensi di inferiorità sociale, la precocissima Viola di Grado ha manifestato a pieno il suo sentirsi diversa (un’aliena?), amante del silenzio e autopercepita diversa da tutte altre donne, esattamente come il peso dell’eredità letteraria di Lisa Ginzburg che si contrappone alla scrittura autosalvifica espressa da Chiara Gamberale.
Un pensiero a parte è però per Nadia Terranova, ove alla capacità descrittiva degli stati emotivi che è al di sopra di ogni immaginazione, si accomuna la gestazione del suo ultimo libro a quello della sua neonata Luna, in piena corrispondenza di quella di Mariagloria che ha dato alla luce la piccola Nora mentre licenziava alle stampe questo suo libro.
Poi c’è Marco Missiroli, in qualche modo ossessionato dalla fedeltà, che preferisce scrivere “chirurgicamente” quando il suo innamoramento è consolidato, contrapponendosi ad Andrea Pomella che, scrivendo invece solo per sé stesso, si stupisce e si compiace nel contribuire a cambiare le prospettive dei suoi lettori, come il rigore tecnico nella scrittura raccontato da Roberto Cotroneo, comparabile allo studio della musica, si scontra con la amoralità voluta da Luca Ricci che scrive per lasciare il lettore nei dubbi, giammai nelle certezze sterili e scontate, comunque lontane dall’affanno – se pur inutile – per la ricerca della felicità.
In qualche modo Emanuele Trevi sembra essere il più sensibile tra tutti gli scrittori uomini intervistati da Mariagloria, eterno giovane fragile avvolto nella sua lentezza, in un misto di semplice lazialità domenicale mista alla ricerca spasmodica di notizie per garantire la puntualità delle narrazioni, tra le pareti di casa coperte da carte geografiche per avere il senso della tridimensionalità.
Dieci scrittori che hanno quindi svelato le loro ispirazioni letterarie giovanili e le influenze che ne hanno subito, colti anche di sorpresa alle domande sui figli – per chi ne ha – nel perenne timore di “non essere mai abbastanza” per loro.
Non è mancato chi ha voluto sottolineare che questo tipo di interviste contribuisce a rafforzare l’ego – già esageratamente sviluppato – di chi scrive con così tanto successo. Ma ciò è vero fino a un certo punto perché, in realtà, l’eterna ricerca proustiana del tempo perduto e del vivere in generale dal punto di vista filosofico, oltre ad essere fonte di sofferenza personale per il carattere – pur malcelatamente – quasi sempre autobiografico, crea una grande responsabilità verso sé stessi, soprattutto per l’ansia di non tradire mai le elevatissime aspettative dei lettori.
E Mariagloria, che ben lo sa, con questo suo bellissimo libro, ha voluto e saputo mettere a disposizione di tutti gli importanti segreti dei maggiori narratori del nostro tempo.