Afghanistan, i Talebani e il governo inclusivo. Zarifa Ghafari: “Mi uccideranno”
Mentre i combattenti islamici dichiarano intenzioni pacifiche, si teme il peggio
A un giorno dalla presa di potere da parte dei Talebani a Kabul, simbolicamente segnata dall’entrata degli stessi all’interno del Palazzo Presidenziale, la situazione appare più instabile e incerta che mai. Le immagini e i filmati giunti a noi mostrano il caos di un Paese lasciato in balìa di chissà quali risvolti. Uomini che tentano in ogni modo di scappare dalle loro case. Donne che invece, nelle loro case sono rinchiuse e non riescono, non vogliono uscire, spaventate. Intanto, dopo giorni di assedi, l’aeroporto di Kabul è stato riaperto nelle ultime ore.
I Talebani vogliono negoziare con gli altri esponenti un nuovo governo inclusivo
Il nuovo regime si rivolge a microfoni e schermi di tv nazionali e internazionali, dichiarando a gran voce le intenzioni di instaurare un governo pacifico e collaborativo. Una di queste prime dichiarazioni riguarda proprio le modalità in cui intendono governare “l’Emirato Islamico” in riferimento al posto che alle donne dovrà essere riservato. Promettono innanzitutto un’amnistia generalizzata a tutti i funzionari del vecchio governo Afghano, invitando tutti a tornare a lavoro; “dovreste riprendere le vostre abitudini di vita con piena fiducia”.
Donne: no al burqua, sì all’hijab. Potranno accedere all’istruzione e all’università
La novità più lampante riguarderebbe una dichiarata svolta moderata del governo nei confronti della questione femminile. Le donne sono addirittura invitate a entrare al governo, “ma secondo le regole della Sharia”, la legge islamica. Lo conferma la Associated Press, citando Enamullah Samangani, membro della commissione Cultura degli insorti. Stando a questa dichiarazione, si deduce una svolta moderata da parte degli insorti; insorti che erano stati un tempo ancora molto vicino, autori di mutilazioni, lapidazioni e pubbliche esecuzioni di donne nelle piazze. Per questo si tratta di affermazioni che i più fanno difficoltà a guardare senza scetticismo.
“L’Emirato Islamico non vuole che le donne siano vittime – ha affermato Samangani – dovrebbero far parte del governo, secondo i dettami della Sharia. Tutte le parti dovrebbero unirsi al futuro governo”, continua. Secondo alcune fonti a Kabul, gli islamici avrebbero già stilato una lista di tutti gli afgani e le afgane che hanno cooperato con le forze straniere, e che sono per tale motivo ricercati. Sempre secondo queste fonti, gli insorti, stanno andando casa per casa alla ricerca di chiunque abbia collaborato con gli occidentali.
Intanto, nonostante la millantata apertura, Rupert Colville ha aggiunto che nelle ultime settimane da alcune parti del paese catturate, sono giunte notizie agghiaccianti di violazioni dei diritti umani e di restrizioni ai diritti degli individui, in particolare delle donne e delle ragazze.
Le parole della sindaca Zarifa Ghafari
Sono però le parole della sindaca più giovane del Paese a far comprendere meglio come probabilmente si delineerà la situazione. “Aspetto che i talebani mi uccidano“. È Zarifa Ghafari, 27 anni, ad affermare che i talebani “Verranno per le persone come me e mi uccideranno. Sono seduta qui in attesa che arrivino. Non c’è nessuno che aiuti me o la mia famiglia. Sto solo seduta con loro e con mio marito. Non posso lasciare la mia famiglia, e comunque dove andrei?”, poi, la Sindaca nominata dallo stesso Presidente fuggito Ashraf Ghani, continua: “Sono distrutta, non so su chi fare affidamento ma non mi fermerò ora, anche se verranno di nuovo a cercarmi. Non ho più paura di morire”.
l portavoce dei talebani, Zabihullah Mujadih, ha annunciato sul suo profilo Twitter, in lingua Pashtu, che nel pomeriggio terrà “la prima conferenza da portavoce dell’Emirato islamico” invitando i giornalisti a recarsi al media center di Kabul.