Agenzia delle entrate, come annullare il debito: ti basta fare questo per cancellare la cartella esattoriale
Non tutti sanno che è possibile annullare un debito da dover estinguere per non avere problemi con l’Agenzia delle Entrate. Andiamo a scoprire come si può fare
Secondo quanto riportato su Wikipedia, l’Agenzia delle Entrate “è un’agenzia fiscale della Pubblica Amministrazione italiana dipendente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze che svolge funzioni relative ad accertamenti controlli fiscali e alla gestione dei tributi”. È stata fondata nel 1999, ma è operativa dal 1° gennaio 2001 e ha sede a Roma.
Con la riforma Bassanini fu istituita dall’Agenzia delle Entrate con quella delle Dogane, del Territorio e del Demanio. La sua attività è sottoposta alla vigilanza del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Le direzioni regionali in tutto sono 19 e non 20 perché risulta è esclusa la regione del Trentino Alto Adige. Quelli di Bolzano e Trento hanno maggiore autonomia rispetto alle altre, in quanto sono simili a quelle regionali.
Andando al dunque, l’obiettivo dell’Agenzia delle Entrate è controllare che avvenga la riscossione dei tributi da parte dei cittadini. Tuttavia è possibile essere esenti facendo una richiesta. Ecco tutti i dettagli.
Ecco come chiedere l’annullamento del pagamento
Per contattare l’Agenzia delle Entrate si può telefonare al numero verde 800 90 96 96 da rete fissa o dal cellulare al 06 96 66 89 07 e se si è all’estero al 0039 06 96 66 89 33. In altri casi basta andare sul sito per informarsi su un determinato argomento o per prendere l’appuntamento in qualche sede vicino alla propria residenza.
Per chiedere l’annullamento del pagamento (o di una parte) si deve fare una procedura articolata da una serie di passaggi. Per avere le idee chiare occorre seguire tutto alla lettera.
Le soluzioni necessarie per cancellare la cartella esattoriale
L’annullamento del pagamento è detto “sgravio” (può essere totale o parziale) e non si deve chiedere direttamente all’Agenzia delle Entrate, bensì all’ente creditore a cui dobbiamo dare i soldi. La richiesta, invece, si chiama “autotutela” laddove si chiede all’ente in questione di correggere un errore commesso ai propri danni. In quel caso sarà l’ente stesso che invierà lo “sgravio” all’Agenzia delle Entrate e se lo reputerà opportuno applicherà l’esonero dal pagamento. Se non sarà inviato nulla, la persona dovrà ugualmente pagare.
In alternativa si può fare ricorso all’autorità giudiziaria competente. Capita spesso che l’ente non voglia accettare ciò che stabilisce il giudice, quindi si può dare inizio al “giudizio di ottemperanza” (altro non sarebbe che un ulteriore ricorso). Per qualsiasi irregolarità si può anche inviare un documento al Garante del contribuente inserendo i dati anagrafici, codice fiscale e il motivo del reclamo.