Aggredisce infermiera del pronto soccorso: “Ti sparo”, poi minaccia i sanitari con un estintore
A denunciare l’accaduto l’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate sulla sua pagina Facebook
Napoli, ospedale Santobono. Sono circa le 21,30 quando scoppia il caos in corsia. I genitori di un ragazzo, portato al Pronto Soccorso pediatrico per un dolore al petto minacciano di morte l’infermiera per una somministrazione di un farmaco.
Somministrazione di farmaco
L’infermiera, dopo i controlli sanitari di rito, aveva somministrato al ragazzino un anti-infiammatorio – compatibile con i soggetti asmatici – informando i genitori sul tipo di medicinale.
A questo punto è scattata la rabbia dei due genitori. Secondo il loro giudizio l’incolumità del figlio sarebbe stata compromessa dal fatto che l’infermiera avrebbe dato il farmaco senza prima chiedere ai genitori.
Col degenerare della situazione il personale ospedaliero ha chiamato le forze dell’ordine. Sul posto è arrivata la Polizia di Stato, che è riuscita non senza difficoltà a riportare la calma. A denunciare l’accaduto l’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate e il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli (Europa Verde). Nel video si sente uno dei genitori urlare: “Lo giuro sui miei figli, ti uccido. Se mio figlio si sente male, ti uccido”.
Medici ed infermieri hanno evacuato le sale d’attesa per salvaguardare l’incolumità dei genitori e dei loro piccoli molto spaventati dalle urla e dalle minacce.
Nel lungo post di denuncia pubblicato dalla pagina Facebook “Nessuno tocchi Ippocrate”, leggiamo il racconto di una collega della vittima.
Il racconto
“Buongiorno, sono un’infermiera che lavora al pronto soccorso del Santobono di Napoli e vi scrivo per raccontarvi ciò che siamo costretti a vivere durante i nostri turni di lavoro.
Ieri sera 14/ 11 intorno alle 21:30, la mia collega infermiera di turno al triage, accoglie un ragazzo di 12 anni con dolore toracico e tachicardia.
Dopo aver registrato il ragazzo e aver valutato tutti i parametri vitali, palpato e ispezionato il torace, come da protocollo nazionale la collega somministra al ragazzo Ibuprofene per via orale per alleviare il dolore, informando il genitore sul tipo di medicinale somministrato”.
Le Minacce
“A dire dei genitori l’incolumità del figlio era stata compromessa in quanto la collega non aveva chiesto loro se il figlio fosse soggetto asmatico. Preciso che tale informazione non è incidente sulla somministrazione dell’ibuprofene.
In seguito ad urla e aggressioni a tutto il personale presente sono state allertate le forze dell’ordine giunte poco dopo sul posto. Tali aggressioni e minacce sono continuate anche all’interno dei box di pediatria successivamente alla presa in carico da parte del pediatra, interrompendo il servizio di sanità pubblica per più di 2 ore”.
Lo sfogo
“Siamo costretti a vivere tutto questo perché in Campania esiste un unico ospedale pediatrico, la maggior parte degli accessi sono inappropriati e questo perché i pediatri di famiglia sono carenti.
Svolgiamo il nostro lavoro con dedizione e amore, cerchiamo di essere sempre professionali e di immedesimarci nello stato d’animo dei genitori che giungono da noi ma in questi casi è davvero difficile farlo.”