Aggressione Roma, forse l’accoltellatore di Termini aveva già stuprato una donna
C’è un dettaglio, dei guanti in lattice azzurri che farebbero pensare allo stesso autore: lo confermerà il test del DNA
Sono ancora aperte le indagini sull’aggressione che vede protagonista l’accoltellatore della Stazione Termini ai danni di una ragazza israeliana. E sono raccapriccianti i dettagli che emergono dai più recenti interrogatori ai testimoni dell’aggressione. L’uomo infatti indosserebbe dei guanti azzurri quando compie le sue violenze.
Accoltellatore Stazione Termini
Grazie ai nuovi interrogatori ai testimoni presenti al momento della violenza, sono emersi nuovi dettagli.
I presenti hanno confermato la descrizione della fisionomia e della statura del senza fissa dimora polacco, Alexander Chomiak: abbigliamento scuro, cappello da baseball e un sacchetto azzurro nella mano sinistra. Hanno aggiunto inoltre che l’aggressore indossava dei guanti di lattice al momento della feroce violenza.
Stesso modus operandi, guanti azzurri
Quest’ultimo dettaglio, ha ricordato alle autorità il modus operandi di un caso avvenuto lo scorso settembre nella zona Garbatella della Capitale. Anche lo stupratore indossava un paio di guanti azzurri.
La vittima, una donna di 40 anni, fu sorpresa in un parcheggio da un ignoto che ne abusò sessualmente e la picchiò, per poi fuggire sentendo l’avvicinarsi di altre persone richiamate dalle urla della donna. Per sciogliere il dubbio che si tratti dello stesso aggressore, bisognerà però attendere i risultati della scientifica. Infatti dal reato di violenza sessuale dello scorso settembre è stato possibile individuare il Dna dell’aggressore.
Le condizioni della ragazza israeliana
Intanto le condizioni cliniche della ragazza israeliana sono stabili e sono state rese note anche dal Primo Cittadino di Roma, Roberto Gualtieri, tramite un tweet: “All’ospedale Umberto I per portare l’abbraccio della nostra città ad Abigail Dresner, la turista accoltellata a Termini.
Sta meglio e domani potrà tornare a casa. Saremo felici di ospitarla nuovamente a Roma con la famiglia quando vorrà. Grazie ai medici che se ne sono presi cura”.