Al San Camillo “degenze anche in Camera Operatoria”
L’ultima preoccupante segnalazione del sindacato NURSIND
Uso promiscuo delle sale destinate agli interventi neurochirurgici, che improvvisamente si trasformano in posti letto di degenza critica: è questa l'ultima segnalazione che arriva dall'O.S. NURSIND, e si aggiunge all'elenco di criticità che il San Camillo vive ormai da lungo tempo, e che Romait ha più volte descritto.
"La situazione è nota in Direzione – comunica il sindacato, che spiega come – letti e/o barelle che sostano nelle sale della Camera Operatoria Neurochirurgica bloccando, di fatto, gli interventi d’elezione".
Secondo le segnalazioni del NURSIND, "questi pazienti ad altissimo rischio sanitario sono oramai una costante all’interno dell’Unita Operativa e fluttuano con degenze dalla durata massima di ventuno giorni a degenze attuali di una settimana".
"Questa è una storia che da eccezionale è diventata un’abitudine tanto che i letti aggiunti nelle camere operatorie del Lancisi sono oramai parte integrante dell’ambiente lavorativo. Ora nella sala tre del padiglione Lancisi (parliamo sempre di camere operatorie) tre pazienti sedati ed intubati sono assistiti dal personale della C.O. che istituzionalmente dovrebbe fare altro e non un’assistenza diretta tipica di una rianimazione" – la segnalazione è giunta nella serata di ieri, 12 aprile, ndr.
Una situazione simile, comporta "come conseguenza, una condizione igienico-sanitaria al limite della normale decenza, dove la mancanza di filtro tra l’intervento e il paziente fa emergere una seria prevenzione delle infezioni. A tutto ciò si somma il malessere del personale infermieristico che, pochi giorni fa, ha inviato in massa lettere di trasferimento in aperta polemica con la situazione che si vive oggi".
All'Azienda, a fronte di tutto ciò, si chiede "il normale ripristino dei percorsi interni riguardo alla gestione dei pazienti critici, l’eliminazione dei posti letto nella sala tre della C.O Neurochirurgica e quindi il ripristino di una situazione igienico sanitario degna di questo nome".
Sul punto, è intervenuta anche l’Associazione Giovani Medici di Roma, per il tramite della presidente Veronica Lepidini: "E’ inaudita – ha dichiarato – la situazione denunciata dal sindacato NURSIND in merito alla drammaticità delle circostanze che si verificano quotidianamente, e da ormai diverso tempo, all'Ospedale San Camillo di Roma dove nei locali di blocco operatorio (l'anticamera delle sale operatorie che per norma devono rimanere sterili) stazionano i parenti dei degenti. Questa situazione rende inagibili le sale operatorie per gli interventi sia di urgenza che di elezione, allunga i tempi di attesa, non consente lo smaltimento delle necessità di pronto soccorso e fa aumentare i costi".
"Non è pensabile – conclude Lepidini, invitando il presidente Zingaretti ad agire immediatamente a riguardo – che in queste aree in cui vanno garantite le condizioni di sicurezza e sterilità, tanto per i pazienti quanto per il personale sanitario, vi possano tranquillamente accedere anche i non addetti ai lavori o i degenti".