Al Teatro Manzoni va in scena “Alcazar” di Gianni Clementi
“Alcazar”: un teatro di varietà e di terzo ordine. Ma anche, in spagnolo, la fortezza. E nei momenti di pericolo cosa si fa in una fortezza?

Dal 26 gennaio al 21 febbraio andrà in scena la nuova commedia brillante, prodotta da Fabio Censi, “Alcazar” di Gianni Clementi al Teatro Manzoni di Roma con Gianfranco D’Angelo, Patrizia Pellegrino e Michele Gammino, con la partecipazione di Massimiliano Pazzaglia, Simona D’Angelo, Giuliano Calandra, Ramona Gargano, la regia di Luca Pizzurro.
“Alcazar”: un teatro di varietà e di terzo ordine. Ma anche, in spagnolo, la fortezza. E nei momenti di pericolo cosa si fa in una fortezza? Ci si barrica dentro. La fortezza diventa rifugio ed è proprio in un rifugio antiaereo, nella Roma del 43/44, che una scalcinata compagnia di varietà, fra un bombardamento e l’altro, è costretta a preparare il nuovo spettacolo. Due ballerine, non più di primo pelo ed in perenne conflitto, l’improvvisato impresario e sua figlia, colpita dalla sfortuna nel corpo e nell’animo, un ballerino, di incerta inclinazione sessuale, un operaio, inventato ballerino per l’occasione, e l’Attore, con la “A” maiuscola, affamato ma ricco di charme. La fame, la crudeltà e l’orrore della guerra si consumano quotidianamente alla luce del sole: gli Americani sono sbarcati ad Anzio ormai e i bombardamenti sono sempre più fitti.
La crudeltà dei Tedeschi cresce esponenzialmente all’avvicinarsi dell’epilogo. Ma in quel luogo non c’è posto per la morte. Per il gruppo di disperati, stare lì in quel rifugio a provare incerti passi di ballo o monologhi comici che non fanno ridere nessuno, o ragionare su come procurarsi, alla borsa nera, la cipria per il trucco, significa esorcizzare il concetto stesso di fine. Le gelosie, le invidie, ma anche la tenerezza e l’amore sono amplificati dalla claustrofobia del luogo, dando luogo a momenti di irrefrenabile comicità e struggente commozione.
Teatro Manzoni Via Monte Zebio14 Roma 00195