Al Teatro Uno va in scena “La Conferenza degli uccelli”
Le sette valli dell’amore, antico testo del poeta e romanziere mistico iraniano Farid Ad-Din Attar
Va in scena dal 2 al 7 febbraio alla Sala Uno, il pittoresco teatro con pareti in mattoni a vista ed ampi archi ubicato nella navata centrale della cripta della Scala Santa di San Giovanni, una originale trasposizione scenica de “La Conferenza degli Uccelli”, Le sette valli dell’amore, antico testo del poeta e romanziere mistico iraniano Farid Ad-Din Attar. E di origini iraniane è anche il regista e interprete dello spettacolo Reza Keradman, che ha scelto per questa versione condividere il palco con Astra Lanz, attrice di teatro, cinema e televisione formatasi alla scuola newyorchese di Lee Strasberg e divenuta popolare in Italia, tra i vari ruoli, con la serie “Don Matteo”. Con loro anche i musicisti iraniani Reza e Hamid Mohsenipour, che accompagneranno dal vivo le azioni interpretative suonando rispettivamente tàr (strumento a sei corde tipicamente persiano), flauto traverso e percussioni.
La conferenza degli uccelli, opera scritta nel XII secolo e portata al successo mondiale dal regista Peter Brook, rappresenta un cammino spirituale, mistico, individuale basato sulla ricerca della verità, lontano dalle retoriche religiose e da racconti fantastici o più semplicemente popolari. Protagonisti sono un gruppo di uccelli tristi e disorientati, poiché senza un proprio re, che si riuniscono in assemblea sotto la guida di un "upupa" per andare alla sua ricerca. Durante il faticoso e pericoloso percorso, nel quale devono affrontare una serie di estenuanti prove psico-fisiche sottoposte da madre Natura, tanti di essi moriranno lungo la via e solo una trentina riusciranno a raggiungere la meta in cima alla montagna di “Gaf”. Lì, come in uno specchio, vedranno il riflesso di un gigantesco uccello, il "SIMURG" (che in persiano significa proprio 30 uccelli), simbolo della perfezione spirituale ed immagine divina.
“E’ difficile e rischioso parlare alla gente della spiritualità e del misticismo: si rischia di essere noiosi in un momento storico così legato ai piaceri materiali di tutti i giorni”, afferma Keradman, ma credo che a qualcuno questi concetti, nonostante tutto, interessino ugualmente. Prima produzione della Sala Uno nel 2016, lo spettacolo sarà in scena fino al 7 febbraio, per aprire successivamente ad altre rielaborazioni drammaturgiche di tutto rispetto, da Majakovskij a Ibsen, passando per la poesia di Fabrizio De André alla commedia contemporanea di Mitridate Minovi. Un itinerario che continua il concetto di ricerca teatrale perseguito dal teatro fin dalla sua apertura, nel 1997.
Sala Uno Piazza di Porta San Giovanni 10 – Roma