Aldo Moro, via Fani. Marino: “Ricordare i servitori dello Stato”
Anche l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha deposto una corona di fiori
Sono passati 37 anni. Era il 16 marzo del 1978. Alle 9:00 di giovedì mattina, in via Fani a Roma, un commando delle Brigate Rosse sequestrò Aldo Moro, leader della Democrazia Cristiana e personaggio di primo piano del panorama politico di quegli anni, uccidendo i cinque uomini che lo scortavano. Per la colonna romana delle Brigate Rosse questo accadimento segnerà il tanto agonato "salto di qualità", l'organizzazione terroristica da poco trapiantata a Roma passerà dalla galassia della "propaganda armata" alle polveri della "guerra civile dispiegata".
Oggi, sotto la pioggia battente, il neo presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato in via Fani per deporre una corona di fiori, in memoria degli agenti della scorta uccisi durante il rapimento: Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi. Dopo qualche minuto di raccoglimento di fronte alla lapide – recante i nomi e le effigi delle cinque vittime della strage -, Mattarella ha rivolto parole di conforto e solidarietà alle famiglie delle vittime.
Sono molte le istiuzioni presenti sul luogo della strage, dal ministro della giustizia Orlando, al sindaco Marino, al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e il prefetto della Capitale Giuseppe Pecoraro. "E' importante che noi ricordiamo – ha detto il primo cittadino – il sacrificio dei servitori dello Stato e che il terrorismo trova sempre nuovi semi". "Noi dobbiamo insegnare con la memoria ai nostri ragazzi che le soluzioni per le grandi sfide dei nostri tempi si trovano attraverso percorsi di pace. Percorsi di sangue e violenza vanno sempre isolati e ripudiati", ha concluso Marino.
Anche l'ex presidente della Repubbica, Giorgio Napolitano, ha inviato una corona di fiori.