“Algoritmo della fragilità sociale”, uno strumento per distribuire davvero le risorse
Una proposta semplice ma innovativa attraverso un portale per il welfare del futuro
In premessa va detto che il termine algoritmo che oggi è di frequente impiego matematico e statistico, deriva dalla notte dei tempi: Il termine deriva dalla trascrizione latina del nome del matematico persiano al-Khwarizmi,[1] vissuto nel IX secolo d.C.. Nel Medioevo si afferma come qualsiasi procedimento di calcolo numerico basato sull’ uso delle cifre arabiche.
In definitiva l’ algoritmo è uno schema per calcolare e misurare ed è la specificazione di una sequenza finita di operazioni (istruzioni) che consente di risolvere tutti i quesiti di una stessa classe o di calcolare il risultato di un’espressione matematica. Un algoritmo deve essere generale cioè deve essere applicabile a tutti i problemi della classe a cui si riferisce.
Algoritmo della fragilità sociale
La Fragilità sociale invece è una insieme di situazioni sociali, cliniche, economiche, psichiche e psicologiche che determinano nell’ individio una condizione di particolare e rischiosa vulnerabilità nei confronti della società.
Gli studiosi e gli scienziati della politica e della sociologia si sono più volte cimentati sul significato reale di questo termine arrivando a diverse interpretazioni, ma oggi è abbastanza pacifico riferirsi ad essa come un qualcosa che metta in relazione il basso reddito individuale e la complessiva povertà familiare, la numericità della prole da sostenere, la solitudine sociale intesa come deprivazione relazionale (internet e smartphone) e lavorativa (disoccupazione e sottooccupazione), la presenza di vulnerabilità cliniche come la età avanzata, la tossicodipendenza, la disabilità psicofisica.
Gli anziani
In particolare, socialmente in Italia ci interessa rapportarci soprattutto alla categoria degli anziani fragili perché sono una fetta molto importante della nostra popolazione generale (solo a Roma ci sono quasi 500.000 ultra65enni stimati residenti) ed agli immigrati fragili perché il nostro Paese ha oltre 8 milioni di stranieri residenti: quello che fa la differenza in queste situazioni di rischio sociale è la qualità e presenza/capillarità dei SERVIZI che lo Stato per il tramite della fiscalità generale mette a disposizione di questi tanti cittadini in difficoltà.
Pensate a quanto pesi per esempio in queste categorie di individui l’aspetto mentale e cognitivo del loro status: umore, ansia e depressione, derficit cognitivi, livello di stress, presenza o meno di lutti/separazioni/perdit4e nei congiunti.
Questo dato influisce enormemente su tutto il resto cosiccome avere o meno coesistenza di problemi abitativi (esempio i poveri e gli homeless che popolano le nostre metropoli).
Distribuire le risorse ai fragili in modo intelligente
Il nodo cruciale, quindi, resta come allocare le poche risorse economiche pubbliche che derivano dalla fiscalità generale in maniera corretta e non corrotta, scegliere bene quindi gli individui che possono e debbono essere destinatari di aiuti pubblici (non necessariamente ed esclusivamente economici solamente !) ma anche privati filantropici e quindi defiscalizzabili.
Se sbagliamo target infatti, non risolveremo il problema a chi effettivamente ha bisogno, avvantaggeremo chi non ha bisogno ed impoveriremo globalmente la società tutta intossicando ed incattivendo ulteriormente i rapporti sociali interpersonali.
Esempio tipico nostrano e recente è il reddito di inclusione sociale o di cittadinanza che si è posto il problema di aiutare in concreto certi target sociali (basandosi per esempio sulla occupabilità e sul reddito ISEE), ma ha banalmente mancato il vero obiettivo di individuare spesso chi avesse più bisogno perché gli indicatori scelti sono stati utilizzati singolarmente e non più complessivamente in maniera collegiale, oggettiva e composita.
Un portale per misurare il bisogno sociale
Ecco quindi a nostro giudizio che sorge la necessità ed opportunità di incaricare bravi matematici e statistici unitamente a informatici per realizzare un PORTALE web che si ponga obiettivo tramite tutta una serie di indicatori sociali, economici, lavorativi, clinici e psichici di realizzare un Algoritmo della fragilità sociale, cioè uno strumento accurato ma sempre perfezionabile che ci dia una misura oggettiva del bisogno sociale finalmente da aiutare questo si con le risorse della fiscalità generale e della filantropia privata.
Nessuno ci ha pensato ma noi da tempo ci stiamo pensando e lanciamo il sasso nello stagno dei media per vedere se questa idea semplice ma innovativa possa portare a qualcosa di concreto, affiorando magari al mainstream della grande comunicazione, pesando e misurando non solo i soldi pubblici e privati donati a chi è in difficoltà ma anche i risultati ottenuti mediante questo aiuto. Tale risultato non deve essere solo la occupabilità piena o parziale come qualcuno sostiene, ma anche altri tipi di ritorni economici per la società.
Vediamo. Intanto noi siamo a disposizione come sempre.