All’asta 35 immobili del Comune di Roma tra abitazioni e negozi
Saranno 35 gli immobili messi all’asta domani da Roma Capitale: abitazioni, negozi e botteghe, magazzini e un albergo
Saranno 35 gli immobili del patrimonio disponibile messi all'asta domani da Roma Capitale: 8 abitazioni, 16 negozi e botteghe, 8 tra magazzini e depositi, 1 albergo, 1 ufficio e 1 area. E' quanto annunciato stamattina in conferenza stampa da Alessandra Cattoi, assessore al Patrimonio del Campidoglio. Oltre la metà di questi si trova nel I municipio e in zone di particolare pregio come piazza Navona o a Trastevere. Anche l'edilizia residenziale pubblica presenta grandi novità: gli alloggi venduti nel 2014 sono stati 382, mentre in questi mesi del 2015 il Comune ne ha alienati altri 500, in 2 anni quindi sono stati venduti circa 900 abitazioni e la delibera di giunta di giugno 2015 ha autorizzato la vendita di altri 838 alloggi Erp.
Intanto domani sarà anche il giorno di un avviso pubblico per manifestazione di interesse per l'acquisizione di abitazioni da destinare a edilizia sociale. Il Campidoglio ha ora circa 17 milioni di euro da investire nell'acquisto di 120-150 immobili da adibire a case popolari, dei 17 milioni in questione, una parte proviene dalle operazioni di vendita ai locatari degli alloggi popolari " è importante che il Comune alieni case popolari ma lo è altrettanto che investa in case popolari" ha detto la Cattoi. Il cronoprogramma prevede poi, attraverso le vendite del secondo semestre del 2015, un ricavo di 9-10 milioni di euro che consentiranno l'acquisto di altre 80/90 case popolari per un totale di acquisti nel 2015 di 200/250 immobili.
Anche l'assessore Francesca Danese ha illustrato importanti novità in tema di assistenza: la platea del buono casa è stata allargata a ulteriori 1800 famiglie di sfrattati, sgomberati, alluvionati con un reddito inferiore ai 18.000 euro l'anno che hanno presentato domanda entro il 23 giugno 2015. Queste famiglie dovranno pagarsi da sole le utenze, mentre finora il buono casa era destinato alle circa 2000 famiglie ospiti dei residence. "Ad oggi sono stati chiusi i residence di Pietralata (2 edifici), di via Ennio Porrino e di via di Villabassa e ricollocati circa una settantina di nuclei familiari in altre strutture. "Le chiusure in questione hanno consentito all'Amministrazione un risparmio di oltre 3 milioni di euro" ha sottolineato con orgoglio la Danese, "ovviamente l'obiettivo dell'assessorato e del dipartimento è quello di continuare nell'eliminare altre strutture", ha proseguito l'assessore.
Molti i punti delle politiche abitative del Campidoglio: "è stata appena approvata la delibera inerente i contratti di quartiere Corviale e Primavalle, che prevedono recupero e conseguente destinazione di pubblico interesse di patrimonio regionale e comunale; è stata richiesta presso organi e istituzioni – e ci sono stati incontri e accordi con la Procura antimafia- per valutare la possibilità di utilizzare alloggi confiscati alla criminalità organizzata, come la palazzina di via dei Reti di prossima assegnazione per l'emergenza abitativa e infine Regione, Comune e Ater hanno raggiunto un importante accordo per l'utilizzo di fondi giacenti da oltre vent'anni.
I primi 50 milioni sbloccati verranno utilizzati da Ater per comprare 500 nuovi alloggi. Il Campidoglio in questi due anni ha iniziato un lavoro di ricognizione sui propri affittuari e incrociando i dati si è scoperto che ben 743 famiglie usavano case pubbliche e non avevano più i titoli: 2/3 del totale erano abusivi, con redditi anche molto alti, in alcuni casi 80.000 euro di reddito annuo e proprietari di altri appartamenti. Si è dato luogo quindi allo sgombero di 320 alloggi capitolini e di 420 alloggi Erp che verranno restituiti a chi ne ha bisogno.
Il sindaco Marino ha dichiarato: "Il Comune con la nostra giunta ha iniziato a fare il Comune e non l'agente immobiliare, non si occupa del centro fiori, della macellazione delle carni, di avere una compagnia di assicurazioni né una Centrale del Latte. Abbiamo deciso di alienare tutto ciò che non serve per i servizi e la qualità della vita dei cittadini e di concentrare queste risorse provenienti dalla vendita del primo lotto di immobili per risolvere i problemi dei più deboli".