Allarme scioglimento dei ghiacciai anche sulle Alpi
Perso oltre il 40% della superficie dei ghiacci in soli 50 anni. A rischio un intero ecosistema
Ne avevamo discusso in più di qualche occasione. Il riscaldamento del pianeta, avevamo detto, non poteva più essere considerato una follia tirata fuori da qualche scienziato pazzo in cerca di notorietà. Governi e popolazioni avevano cominciato a comprendere la gravità della situazione epocale in atto solo dopo una serie infinita di allarmi ed episodi drammatici che avevano iniziato a susseguirsi in ogni parte del mondo. Dalle piogge acide al riscaldamento degli oceani, dalle alluvioni fino allo scioglimento dei ghiacci. Tutto poteva e voleva significare solo una cosa, il tempo dei buoni propositi era finito. Bisognava agire. Subito.
Il presidente americano Obama, per la prima volta, lo aveva sottolineato nei giorni scorsi durante una visita in Alaska. “Il punto di non ritorno è vicino, aveva detto, e bisogna agire prima che sia troppo tardi altrimenti assisteremo a migrazioni apocalittiche. Non dobbiamo lasciare un pianeta devastato ai nostri figli, aveva concluso.”
Già, ma l’Alaska è lontana e gli orsi bianchi che annegano o muoiono di fame perché non trovano più ghiaccio dove aggrapparsi sembrano essere argomenti e notizie che interessano ancora pochi, troppo pochi.
E allora vediamo di trasferirci a casa nostra. Del ghiacciaio che decorava il Gran Sasso, fondamentale per il clima di mezzo centro Italia, sono rimaste solo poche fotografie ingiallite che lo ritraggono splendente e che ne hanno registrato il completo declino avvenuto nel giro di un istante soltanto pochi anni fa. La notizia, allora, fu riportata tra lo sport dilettantistico e gli annunci mortuari (in fondo, di morte si trattava) di quasi tutte le testate importanti. L’ambiente, a quel tempo, tirava poco e faceva vendere anche meno.
Così arriviamo ai giorni nostri dove ci ritroviamo a vivere l’estate più calda di sempre con mari e oceani che somigliano a pentole a pressione dove i pesci sopravvissuti che ancora li abitano (quasi la metà della fauna marina è scomparsa dai mari dal 1970 ad oggi a causa dell’uomo) rischiano di finire bolliti anzitempo.
A questo proposito, una curiosità che si sta già dimostrando tragica per il Mare Nostrum da un po'. L’innalzamento della temperatura, infatti, ha colpito pesantemente anche il Mediterraneo, tanto che da anni si trova ad ospitare diverse specie di pesci tropicali che stanno sterminando le specie nostrane. Molti di questi pesci provengono dal Mar Rosso ed hanno imboccato il nostro mare grazie al Canale di Suez trovando, diversamente dal passato, condizioni ambientali favorevoli e nuove prede. Così, il genio umano, già alle prese con l’emergenza ambientale in atto, ha partorito l’ennesimo “aborto” quando ha deciso di raddoppiare quello stesso Canale che ora si è trasformato in una vera e propria autostrada dell’incognito.
Dai monti al mare. E poi di nuovo sui monti. E che monti, stavolta. Le maestose Alpi.
Dall’aereo sono sensazionali. Ogni volta che le sorvolo rimango affascinato da quello che è uno degli spettacoli più incredibili che la natura possa offrire. La notizia strillata nel titolo, però, spezza non poco quella magia e vuole riportare il tutto alla realtà. Gli ultimi dati sui ghiacciai delle Alpi, confermati anche dal WWF, sono tutt’altro che incoraggianti. “Ghiaccio bollente” è il nome di uno dei rapporti che ridisegnano le cartine che i nostri genitori e molti di noi, avevano studiato a scuola. Le cifre indicate sono terribili e lasciano poco spazio all’immaginazione. La superficie dei ghiacciai delle Alpi, si legge, si è ridotta di oltre il 40% nel giro di soli 50 anni! Si è infatti passati dai 519 km quadrati dei primi anni sessanta ai 368 odierni. L’enormità della notizia non sfuggirà a nessuno dei lettori perché 50 anni, quando si parla di Natura, equivalgono a ore, minuti. Se si continuerà a fare finta di nulla, quasi che vivessimo su di un altro mondo, nel giro di pochi decenni scompariranno del tutto con conseguenze gravissime che significheranno specie animali distrutte e acqua zero.
Con dati come questi, Artide e Antartide, con lo scioglimento dei ghiacci che li coinvolge, sembrano essere più vicini. Così come si avvicina il pericolo di vedere sommerse definitivamente il 70% delle coste mondiali cui seguirebbero i centinaia di milioni di profughi dei quali accennato in apertura. Uomo, animali e la Terra stessa sono a rischio. La sopravvivenza del mondo che conosciamo è tutta sulle nostre spalle. Possiamo farcene carico o continuare a mollare la presa. Il campanello d’allarme è suonato da un pezzo e, stavolta, non è un film.