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Allarmismo da Covid, se la gente inizia a essere stanca dei media…

Per la stampa, rischi solo potenziali come la sotto-variante Delta “pesano” più dei progressi della Merck sulla pillola antivirale. Eppure, il pubblico ha fame di buone notizie

allarmismo pandemico

Allarmismo pandemico

A quasi due anni di distanza dallo scoppio della pandemia, pare proprio che l’allarmismo da Covid abbia fatto il suo tempo. Questo, almeno, racconta la crescente insofferenza del pubblico verso la narrazione mediatica unica sul coronavirus. Una narrazione spesso sensazionalistica in negativo, quando l’esasperazione diffusa dovrebbe suggerire tutt’altro tipo di informazione.

L’insofferenza crescente verso l’allarmismo da Covid

Il rischio che l’allarmismo da Covid potesse essere controproducente lo avevamo paventato – invano – mesi fa. Ora però iniziano a esserci dei riscontri pratici, perlomeno in termini di rilevazioni statistiche. Per esempio, un sondaggio transalpino ha evidenziato come il 60% dei Francesi pensi che il cosiddetto “quarto potere” dia troppa importanza al SARS-CoV-2. In dettaglio, c’è un 45% che giudica la copertura mediatica «ansiogena», un altro 45% che la ritiene «eccessiva», e un 33% che la considera «catastrofista».

À l'occasion des Assises du journalisme, organisées du 29 septembre au 1er octobre, à Tours, en partenariat avec France…

Pubblicato da FRANCE 24 su Sabato 25 settembre 2021

Per informazioni, chiedere all’Oms, secondo cui la pandemia potrebbe trascinarsi per tutto il 2022 senza un’importante accelerazione della campagna vaccinale nei Paesi poveri. Oppure al Ministro della Salute britannico Sajid Javid, che ha evocato il pericolo che nel Regno Unito si arrivi fino a 100mila contagi al giorno.

Pericoli solo potenziali

Minacce, va da sé, solamente potenziali e, per ciò stesso, puramente astratte – però sono quelle a cui la stampa preferisce dare risalto. E sì che di buone notizie ce ne sarebbero pure: si pensi alla pillola anti-coronavirus molnupiravir, sviluppata dall’americana Merck e ora al vaglio dell’Ema. Se riceverà l’autorizzazione dell’autorità sanitaria europea, che dovrebbe esprimersi entro due mesi, avremo a disposizione la prima terapia efficace almeno nelle fasi precoci della malattia.

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La pillola anti-Covid della Merck molnupiravir

Però i cronisti danno maggior “peso”, per dire, alla sotto-variante della mutazione Delta, chiamata AY.4.2, che si teme possa essere il 10% più trasmissibile. E pazienza se non ci sono evidenze che possa sfuggire agli attuali antidoti, tanto da non essere né sotto osservazione né sotto indagine.

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Variante Delta

En passant, sembra quasi un’ironica risposta del destino alle ottimistiche dichiarazioni del sottosegretario alla Sanità Pierpaolo Sileri. Secondo cui, «salvo che non accadano cose strane tipo nuove varianti, io vedo un Natale in cui potremo finalmente fare il cenone, un Natale in libertà». Concetto che per l’esponente pentastellato deve avere un significato del tutto particolare, visto che «ci saranno ancora distanze», mascherina e Green pass.

pierpaolo sileri
Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri

Comunque una liberazione condizionale è sempre meglio di niente, incluso il condizionale che abbonda sui mezzi di comunicazione. Sintomo (è il caso di dirlo) di un allarmismo da Covid per cui ancora – ahinoi – non esiste cura.

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