Alzheimer, sviluppata una nuova, “eccitante” molecola contro il morbo
Si chiama RI-AG03, ed è in grado di attaccare “a tenaglia” la proteina tau responsabile della malattia: testato in laboratorio e su moscerini, darebbe meno effetti collaterali di altri farmaci
Potrebbe essere alle porte una svolta significativa nella battaglia contro la malattia di Alzheimer. Questo, almeno, è quanto ha affermato un team internazionale di ricercatori dell’Università di Southampton, in Inghilterra. Che è riuscito a creare un nuovo farmaco capace di impedire l’accumulo di sostanze tossiche nel cervello.
Una nuova speranza contro l’Alzheimer
I processi neurodegenerativi connessi alla patologia dipendono, tra l’altro, dalla produzione anomala nei neuroni della cosiddetta proteina tau. La quale, attraverso due specifici “punti di aggancio”, forma dei grovigli (gli “ammassi neurofibrillari”) che, sostanzialmente, distruggono le cellule encefaliche dall’interno.
I trattamenti tradizionali, come riporta il New York Post, agivano soltanto su una di queste due aree chiave. Ora, però, anche grazie alla biologia computazionale, è stato creato un inibitore peptidico capace di colpirle entrambe sferrando un “attacco a tenaglia”. È stato battezzato RI-AG03, e recentemente è stato “presentato” sulla rivista Alzheimer’s & Dementia: The Journal of the Alzheimer’s Association.
Come spiega l’Adnkronos, il composto è stato somministrato anzitutto ai moscerini della frutta, allungando la loro vita (che mediamente dura 40-50 giorni) di due settimane. Quindi sono stati condotti degli esperimenti in laboratorio su una linea cellulare umana, che hanno confermato come il medicinale riesca a ridurre l’aggregazione proteica disfunzionale. E in più, aggiunge Il Messaggero, sembra presentare anche minori effetti collaterali rispetto ai suoi predecessori.
Certo, occorrerà ancora molto tempo prima di poter avviare dei test clinici sugli esseri umani. Ma il dottor Richard Oakley, direttore associato di ricerca e innovazione presso l’Alzheimer’s Society, si è spinto a definire il preparato «uno sviluppo eccitante». Qualcosa dovrà pur significare, no?