Ama, truffa benzina: 20 dipendenti indagati. Raggi: i colpevoli pagheranno anche stavolta
“Sfruttavano le carte carburante a loro disposizione addebitando all’azienda il costo di rifornimenti mai avvenuti o non utilizzati per ragioni di lavoro”
Ama, truffa benzina: “Tolleranza zero per i dipendenti infedeli e per chi ruba risorse o beni che appartengono a tutti”, dichiarava la sindaca di Roma, Virginia Raggi, appena un anno fa. Benzina finita nei mezzi privati dei dipendenti Ama o addirittura rivenduta. Nel giro di un solo anno, dal 2017 al 2018, decine di lavoratori erano stati colti in flagrante. In seguito il fascicolo aperto dalla procura portò al licenziamento di sette di loro.
Ama, truffa della benzina 2
La storia sembra ripetersi, al centro dello scandalo sempre l’Ama, la municipalizzata e società per azioni del comune di Roma. La prima cittadina della Capitale ieri posta su Facebook:
“Alcuni netturbini di Ama avrebbero sfruttato le carte carburante a loro disposizione addebitando all’azienda il costo di rifornimenti mai avvenuti o non utilizzati per ragioni di lavoro. Transazioni ravvicinate, rifornimenti di mezzi aziendali che risultavano parcheggiati: una serie di indizi che hanno fatto emergere movimenti sospetti. Si tratta di episodi che, se confermati, risulterebbero intollerabili.
“Uno schiaffo in faccia ai tanti dipendenti onesti”
Un vero e proprio schiaffo in faccia ai tanti dipendenti che lavorano onestamente“. La sindaca ha pubblicato un post riguardo la deplorevole truffa all’Ama messa in atto da diversi dipendenti della municipalizzata.
“E non solo: questi ‘furbetti’, se così fosse, avrebbero rubato direttamente dalle tasche dei romani – continua la Raggi su Facebook – Tutto questo sarebbe inaccettabile e deve essere chiaro che chi sbaglia paga”.
“Qualche tempo fa, infatti, avevamo ‘beccato’ un dipendente che rubava gasolio dai serbatoi aziendali. Era stato denunciato, sospeso e sanzionato. Adesso sono 20 i dipendenti di Ama sui quali sono in corso delle verifiche interne”.
Dipendenti Ama sospetti per truffa benzina
L’accusa è grave: avere effettuato centinaia di transazioni per rifornimenti inesistenti (a volte il ‘pieno’ risultava erogato addirittura a mezzi fermi, guasti, mai usciti dai garage) per poi dividere il prezzo dello scontrino con i benzinai compiacenti.
“State certi che eventuali colpevoli pagheranno anche questa volta. Non possiamo tollerare che poche mele marce inquinino il lavoro portato avanti da tanti lavoratori onesti”, conclude Virginia Raggi sul social media.
Le dimensioni dell’impostura sono ancora da chiarire, ma l’azienda municipalizzata che opera nel settore dei servizi ambientali per conto di Roma Capitale si è accorta del raggiro e ha messo sotto indagine interna 20 dipendenti.
Lavoratori infedeli tra l’Eur e l’Ardeatino
Spazzini e netturbini che lavorano tra l’Eur e l’Ardeatino, quadrante Sud della Capitale, e che fanno riferimento alla storica sede Ama di piazzale dei Caduti della Montagnola, riporta “Il Messaggero”. I sospetti si sono concentrati su 20 addetti della raccolta e dello spazzamento stradale, tutti presenti nell’elenco delle operazioni sospette.
Centinaia di transazioni difficilmente giustificabili. Nella lista figura, per esempio, decine di volte, il rifornimento di vetture che il giorno del pieno risultavano invece parcheggiate in officina. Mezzi che non avrebbero mai potuto lasciare i garage e raggiungere i distributori di carburante.
L’Amministratore Unico: faremo pulizia
Inoltre i pagamenti risultano molto ravvicinati, a distanza di 3-4 ore l’uno dall’altro, incomprensibili se confrontati col chilometraggio dei veicoli e i tragitti previsti negli ordini di servizio. L’amministratore unico dell’Ama, Stefano Zaghis, da poco insediatosi promette: “Ora faremo pulizia”.
I dipendenti sospetti avrebbero strisciato la card carburante per rifornimenti inesistenti. Intascando, in tutto o in parte, il prezzo dello scontrino, magari dividendo la somma con i benzinai complici. Per questo i vertici di Ama hanno chiesto al distributore del gasolio gli elenchi di tutte le operazioni giustificate, rendicontate, effettuate dall’inizio anno (2020) fino al 31 maggio.
Attraverso l’esame di queste relazioni, dei resoconti suddetti, è stato possibile stendere l’elenco delle transazioni sospette, eseguite dai 20 dipendenti indagati.
La direzione delle Risorse Umane della municipalizzata, guidata da un ex carabiniere, Marcello Bronzetti, ha iniziato a mettere a verbale le dichiarazioni dei lavoratori della sede della Montagnola. Si stanno individuando anche i distributori di carburante compiacenti. Finita l’indagine interna, partirà la denuncia alla Procura di Roma.