Amanda Knox: “Soffro ancora lo stigma di un’accusa falsa”. Ma oggi è mamma felice
Amanda Knox parla dello stigma che la accompagnerà a vita senza risparmiare giudizi su Rudy Guede
Amanda Knox non ha mai dimenticato quei lunghi anni di carcere, processo e attenzione mediatica in Italia. Oggi ha un marito, una figlia di 15 mesi e una carriera da scrittrice, autrice e conduttrice. Nonostante siano passati 15 anni dal delitto della coinquilina Meredith Kercher, sente che il peso di quella esperienza non l’abbonderà mai.
“Soffro ancora lo stigma di un’accusa falsa: resterò per sempre la ragazza che è stata accusata di omicidio”. Ha dichiarato la Knox in una intervista al settimanale Oggi.
“Niente potrà restituirmi i quattro anni trascorsi senza motivo in carcere, e niente potrà cancellare il trauma che è stato inflitto alla mia famiglia, ai miei amici e a me”. ù
La donna, ora 35enne ha deciso di ribaltare quella brutta esperienza impegnandosi a favore di chi è vittima di errori giudiziari in Usa. È diventata anche sostenitrice della riforma della giustizia penale americana.
A sua firma anche la produzione di un podcast (Labyrinths) che parla di queste storie e fa attivismo per prevenire gli errori giudiziari e aiutare chi ne è vittima.
“Sono infinitamente grata di essere viva e di esser stata scagionata”. Riconoscendo la possibilità di andare avanti e avere una vita normale. “Sono stata in grado di andare avanti e avere una vita, dove ho un marito e una bambina, e sono fortunata a poterlo fare”.
Sostiene, Amanda, che: “Il numero di donne che ho incontrato che sono state ingiustamente condannate, che hanno perso quell’opportunità sono tantissime”.
Dal carcere all’assoluzione
La lunghissima vicenda giudiziaria di Amanda inizia con l’arresto del 2007, insieme al fidanzato di allora Raffaele Sollecito. Accusati dell’omicidio della coinquilina della ragazza, l’inglese Meredith Kercher, trovata morta all’interno della loro casa di Perugia.
Un processo che ha portato a due condanne e altrettante assoluzioni. Il viso di Amanda pubblicato sulle pagine di tutti i giornali e l’attenzione dei media che scandagliavano nei minimi dettagli la sua vita.
Dal verdetto conclusivo di assoluzione nel 2015 la giovane ha iniziato a scrivere articoli e blog sfociati poi nel libro di memorie che è diventato un bestseller e l’ha aiutata a pagare le spese legali e i debiti.
Rudy Guede: Il colpevole da 13 anni in carcere
Parole anche su Rudy Guede, l’uomo che l’ha accusata e lo fa ancora oggi, e che rimane l’unico condannato per il delitto di Meredith Kercher.
Amanda Knox è dura: “Penso che, dopo 13 anni in galera, è probabile che Guede non sia più un pericolo per la società. Ma penso anche che il carcere non l’abbia rieducato. Una persona che continua ad accusare degli innocenti del delitto che lui stesso ha commesso, e che si rifiuta di concedere la verità a una famiglia devastata dal dolore resta un criminale”.
*Immagine dal profilo Instagram Amanda Knox