Ambientalismo, sanzionare i vandali è dignum et iustum, ma…
Benissimo le multe fino a 60.000 euro per chi imbratta beni culturali e paesaggistici: ma gli eco-teppisti sono “figli” di una pseudo-cultura affermazionista coccolata pure dal Governo
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge che introduce delle pene pecuniarie per i vandali dell’ambientalismo. Il provvedimento è certamente dignum et iustum, per quanto suoni come un tentativo di chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati. Circostanza a cui l’esecutivo del Premier Giorgia Meloni non può comunque dirsi estraneo.
Multe per i vandali dell’ambientalismo
«Gli attacchi ai monumenti e ai siti artistici producono danni economici alla collettività» ha tuonato, come riferisce l’Adnkronos, il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Aggiungendo che «chi compie questi atti deve assumersi la responsabilità anche patrimoniale».
All’uopo, il Cdm ha varato il ddl recante “Disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici”. Una misura adottata dopo gli assurdi episodi occorsi recentemente in varie città d’arte in Italia e non solo, in primis a Roma. Dove è stato lanciato del passato di verdura contro un quadro di Vincent van Gogh esposto a Palazzo Bonaparte, e versato liquido nero nella Barcaccia.
Il testo, specifica TGCom24, prevede a seconda della gravità del reato multe fino a 60.000 euro, da destinare al MiBACT per il «ripristino dei beni». Tali sanzioni possono essere comminate immediatamente dal Prefetto del luogo dove viene commesso il fatto, sulla base delle denunce dei pubblici ufficiali. E si sommano a quelle che i trasgressori potranno comunque essere condannati a pagare in sede penale o civile.
Le responsabilità del Governo Meloni
Al netto della provvida iniziativa, c’è però un dato antropologico che non può essere ignorato. Perché gli eco-teppisti sono “figli” di quell’ambientalismo affermazionista che attribuisce all’uomo la responsabilità del climate change. Il che, come dimostrano gli studi di autorevoli scienziati (non a caso avversati dal mainstream), non è altro che una «congettura non dimostrata».
Eppure, come abbiamo argomentato, il Governo Meloni persevera nello strizzare l’occhio all’impostazione pseudo-culturale alla base di questo catastrofismo alla “Stato di paura” di Michael Crichton. E, finché non prenderà le debite distanze da follie anti-umane come la transizione ecologica, non potrà che piangere sul vandalismo versato.