Ambiente. A Roma 33mila ettari di suolo consumato
I dati ISPRA rivelati nel X Rapporto ‘Qualità dell’Ambiente Urbano’ e presentati oggi
Si è tenuto oggi, 18 dicembre, il Convegno di presentazione del x Rapporto 'Qualità dell'Ambiente urbano', realizzato a cura dell'intero Sistema Agenziale ISPRA/ARPA/APPA in collaborazione con Enti e Istituti di livello nazionale. Il Rapporto 2014 di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) presenta i dati relativi alle principali tematiche ambientali in 73 Comuni capoluogo di provincia, con l’obiettivo di divulgare la migliore informazione ambientale disponibile a livello nazionale.
Consumo di suolo, mobilità, verde, qualità dell’aria, rifiuti sono solo alcuni dei grandi temi trattati nel X Rapporto ISPRA sulla 'Qualità dell’Ambiente urbano'. Ad accompagnare il Rapporto aree urbane, come informa ISPRA sul sito, un Focus di approfondimento tematico su 'Le città e la sfida dei cambiamenti climatici', ricco di contributi scientifici multidisciplinari sui temi di adattamento e mitigazione e il volume 'L'Ambiente Urbano: conoscere e valutare le complessità', che rappresenta la prima esperienza di valutazione integrata sull’ambiente urbano svolta dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (ISPRA/ARPA/APPA).
CONSUMO DI SUOLO. Secondo i dati diffusi dall'agenzia DIRE e snocciolati durante il convegno, sono ben 33mila gli ettari di suolo consumati a Roma, dato che classifica la Capitale al primo posto, tra i comuni con estensione territoriale molto ampia, per consumo di terreno, con un valore, in termini assoluti, tra i più alti.
Secondo il Rapporto ISPRA sulla 'Qualità dell'Ambiente urbano', la situazione in Italia è "sempre più drammatica per quanto riguarda la quantità di suolo consumato". Tra le città prese in esame, dal punto di vista percentuale "le più alte sono Napoli e Milano con valori superiori al 60%, e Torino e Pescara con oltre il 50%. Superano il 40% Bergamo, Brescia, Monza e Padova. Tra i comuni del Sud, Bari e Palermo si attestano intorno al 40%, mentre negli altri si rilevano percentuali inferiori al 30%".
NON SI VIVE PIU' IN CITTA'. Sempre secondo il X Rapporto ISPRA, "il quadro che emerge è di una popolazione in aumento nelle province a scapito delle città: un calo dello 0,8% nei capoluogo contro un aumento del 6,2% nelle rispettive province (fonte Istat 2001-2011)".
Tuttavia, in questo quadro, Roma rappresenta un caso del tutto singolare: nella Capitale "si assiste ad un +2,8% del capoluogo contro un +19,6% dei comuni della provincia". In controtendenza anche "Matera (+3,5%) e Reggio Calabria (+0,3%) che continuano a mantenere un ruolo di attrazione rispetto alla provincia (rispettivamente -4,2% e -3,6%)".