Ambiente, la Florida rigetta per legge le follie dell’agenda green
Il Governatore De Santis vara una norma per “ripristinare la sanità mentale nell’approccio all’energia”: non chiarisce ancora che il climate change non ha origine antropica, ma è già un grosso passo avanti
Melium sero quam numquam, c’è qualcuno che inizia a capire che l’ambiente va salvato anzitutto dagli ambientalisti. Negli Usa, infatti, il Governatore della Florida ha firmato una normativa fortemente improntata al climato-realismo. La quale, benché non si spinga ancora a ripudiare le eco-balle propinate dal mainstream politically correct, rappresenta finalmente, alla Neil Armstrong, un “grande balzo per l’umanità”.
Salvare l’ambiente dagli ambientalisti
«Stiamo ripristinando la sanità mentale nel nostro approccio all’energia e rigettando l’agenda dei fanatici verdi radicali». Così Ron De Santis, ex candidato repubblicano alla Casa Bianca, ha annunciato il varo di tre disegni di legge su fonti energetiche, materie prime e investimenti esteri. Che, come sottolinea l’Agi, hanno l’effetto di estromettere la lotta al climate change dalle priorità del Sunshine State.
È sicuramente un’ottima notizia, per quanto, come abbiamo già argomentato, parlando di ambiente è sempre necessario distinguere il trascendente dall’immanente. Quest’ultimo livello è quello delle misure ispirate all’eco-catastrofismo da “ultima de-generazione”, ormai sempre più avversate – e globalmente, non soltanto dalle parti delle Everglades.
Poi c’è il piano relativo ai dogmi del pensiero green unico che, forse perché propagandati a reti unificate, pressoché nessuna istituzione ha ancora il coraggio di sfidare. Anche se sono già stati smontati con dovizia di particolari da Premi Nobel come John Clauser e Ivar Giaever, nonché da luminari come il nostro Antonino Zichichi. Che ha stimato il contributo antropico ai cambiamenti climatici in una percentuale irrisoria oscillante tra il 5 e il 10%.
Il rischio, dunque, è che la nuova legislazione floridiana si limiti a curare i sintomi, ma non agisca sulla malattia. Però è pur sempre la prima ribellione “ufficiale” all’ideologia affermazionista e, in quanto tale, si può solo sperare che faccia da apripista a una valanga di realtà.