Ambiente, la marea nera arrivata a due passi dall’Italia
La perdita, individuata già dal 13 marzo scorso, ha cominciato ad inquinare pesantemente le aree marine circostanti e la marea si è estesa per circa 3 Km
A poche settimane dal referendum sulle trivelle che sta dividendo il Paese tra favorevoli, contrari e indecisi della serie “trivelle chi?” la notizia della marea nera che sta interessando le coste delle isole Kerkennah, in Tunisia, a poco più di 100 Km da Lampedusa, sembra interessare a pochi. La chiazza, che da giorni lambisce le isole, è stata prodotta da una perdita, dapprima sottovalutata, dovuta ad un guasto dell’oleodotto sottomarino della Thyna Petroleum Services, a quanto dichiara la Tunis Afrique Press. La perdita, individuata già dal 13 marzo scorso, ha cominciato ad inquinare pesantemente le aree marine circostanti, tanto che la marea si è estesa per circa 3 Km lungo le coste delle isole che rappresentano uno degli ultimi paradisi faunistici del Mediterraneo colorando di nero le spiagge e scogliere, uccidendo la vita che incontra.
Il ministro dell’Ambiente, Nejib Derouiche, che aveva visitato le zone colpite, ha chiesto al Governatore di Sfax un incontro urgente con la Commissione Ambiente per approntare le necessarie operazioni di bonifica. La speranza è che l’inquinamento provocato possa rientrare al più presto nei limiti di tolleranza delle acque interessate che, oggi e ancora una volta, devono fare il conto con l’ennesimo incidente. Lampedusa, seppur così vicina, appare al sicuro dalla chiazza nera che galleggia laggiù, poco più in la.