Ambiente: la separazione dalla natura in nome del progresso ci estinguerà
Una vita troppo veloce non permette di farci apprezzare il creato e i suoi splendori: la natura finirà per riprendersi anche i nostri spazi
L’umanità da troppo tempo non riesce più ad apprezzare i gioielli che ci offre la madre terra gratuitamente. L’uomo non nota più tutti i miracoli che ci circondano. Una vita troppo veloce non permette di farci apprezzare e amare il creato e i suoi splendori. Come si può rimanere indifferenti ai giochi di luce e ai colori del mattino, è un momento della giornata che provoca riflessioni, suggestioni e fascino. Perché non riflettere sui due momenti opposti alba e tramonto, giorno e notte.
La bellezza del creato si rinnova ogni giorno
La conclusione dell’oggi implica a priori l’arrivo del domani e della conseguente rinascita del sole. Un ciclo naturale che non finirà mai. Un ripetersi continuo senza sosta. Una scena cosi magica che tutti possiamo vedere ogni giorno. La bellezza, i colori e le emozioni che può suscitare un tramonto. Fenomeno naturale di rara meraviglia. La ciclicità è la ricerca di una vita vissuta in maniera sostenibile a livello individuale e collettivo. L’umanità deve tornare necessariamente a riconsiderare la ciclicità e la nostra natura e quindi la nostra salute il fondamento del benessere nostro e dell’ambiente.
La separazione dalla natura in nome della civiltà e del progresso porta con sé tutta una serie di effetti collaterali (malattie fisiche, mentali, distruzione, inquinamento, inondazioni, tempeste e ribellione della natura) che si manifesta ormai di continuo. Dobbiamo recuperare ciò che abbiamo abbandonato. L’umanità dovrà necessariamente tornare a una vita più semplice. Stiamo vivendo un periodo buio, dominato dagli eccessi: la droga, il sesso, la corruzione, la disonestà, l’egoismo, la brama di ricchezza.
Contiamo sulle nuove generazioni più sensibili all’ambiente
Un periodo storico rappresentato da una degenerazione totale sia nei rapporti umani che nel mancato rispetto della natura nella sua interezza. Contiamo sulle nuove generazioni, affinché si mobilitino per obbligare i governanti ad un cambio di passo. Il periodo peggiore sarà quello rappresentato dalla transizione ecologica. Petrolio che aumenta senza alcuna giustificazione logica. L’ OPEC sta diminuendo la produzione del petrolio mentre la domanda è sempre forte, cosi si determina l’aumento del prezzo delle benzine e l’inflazione inizia a correre falciando stipendi e pensioni.
Questo contrasto tra i produttori di petrolio e il mondo industrializzato durerà alcuni anni. Assisteremo a contrasti violenti che potrebbero portare ad una crisi senza precedenti tra le diplomazie mondiali. Sperando nell’ affermazione di una nuova consapevolezza e in una società più green.
Cesare Giubbi