Ambiente, un altro Nobel si unisce al fronte dei climato-realisti
Per Clauser, vincitore del Premio per la Fisica 2022, l’eco-catastrofismo è “pseudoscienza giornalistica”: ma media e politici pendono dalle labbra di ragazzini cresciuti alla scuola dell’ideologia…
La questione relativa all’ambiente sta assumendo sempre di più i contorni di uno scontro tra eco-catastrofisti e climato-realisti. Con questi ultimi che hanno dalla loro la “qualità”, laddove i primi puntano piuttosto sulla “quantità”. E che vi sia confronto tra questi due mondi lontanissimi, stante la predilezione (eufemismo) del mainstream per l’allarmismo affermazionista, è già un enorme successo per la scienza.
Il clima intorno al “dibattito” sul clima
Una decina di giorni fa, a Piazzapulita, è occorso un episodio molto significativo. Ha avuto per protagonista il professor Alberto Prestininzi, ordinario di Previsione, Prevenzione e Controllo dei Rischi Geologici alla Sapienza di Roma. Che ha letteralmente asfaltato tal Chloe Bertini, attivista di “Ultima Generazione” (l’associazione di vandali che s’illudono di salvare l’ambiente danneggiando il patrimonio artistico e culturale). La quale, assolutamente incapace di controbattere a un vero esperto, ha abbandonato lo studio mentre il docente le suggeriva di ascoltare chi ha «studiato per 50 anni».
Può sembrare una boutade, ma questa sceneggiata dà l’esatta misura del clima intorno al “dibattito” sul clima. Che mette sullo stesso piano la propaganda di improvvisati militanti e i dati degli accademici, denigrando anzi questi ultimi perché smontano i teoremi verdi tanto di moda.
Il confronto intorno all’ambiente
L’ultimo affondo contro gli estremisti dell’ecologismo è arrivato direttamente dagli Stati Uniti, portando in dote un peso specifico notevolissimo. Perché l’autore è John Clauser, ovvero, come ricorda Il Giornale, uno dei tre vincitori del Nobel per la Fisica 2022. Il quale, come riporta Climato-réalistes, ha deciso di unirsi alla cosiddetta CO2 Coalition, una delle principali organizzazioni internazionali che si oppongono al pensiero unico green dominante.
«La narrativa comune sul climate change costituisce una pericolosa corruzione della scienza che minaccia l’economia mondiale e il benessere di miliardi di persone. Una scienza del clima fuorviata si è metastatizzata in una pseudoscienza giornalistica di massa» il pesantissimo j’accuse dello studioso. Che ha concluso affermando che «non c’è nessuna crisi climatica» – e in questo è assolutamente in buona compagnia.
La stessa tesi, infatti, è sostenuta per esempio da un altro Nobel per la Fisica come il norvegese Ivar Giaever. Ma anche da un ex guru dell’ambientalismo come l’americano Michael Shellenberger o da un membro dell’Accademia Nazionale delle Scienze Usa come Richard Lindzen. O ancora, campanilisticamente, da un luminare del calibro di Antonino Zichichi.
Insomma, un vero e proprio parterre de roi. Peccato che i media e la politica preferiscano pendere dalle labbra di ragazzini “educati” alla scuola dell’ideologia…