America: Paola Tommasi scrive “Attaccateve al Trump”
“Attacateve al Trump” è dedicato alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti e soprattutto alla vittoria di Donald Trump
“A proposito, c’è un’altra cosa che devi dire a chi ti chiede di Donald, che valga come insegnamento: mai dimenticarsi della famiglia”. E’ il 22 gennaio 2017 e Robert Trump fratello più piccolo di Donald, appena eletto 45 esimo Presidente degli Stati Uniti d’America, si lascia andare all’emozione con una giovane italiana componente dello staff politico. Invitata al gran ballo dei militari per festeggiare la vittoria, insieme ai collaboratori più vicini al Presidente. “E’ giusto che tu partecipi con noi che abbiamo portato avanti questa impresa contro tutto e contro tutti”, le dicono.
“Attacateve al Trump” è il libro di Paola Tommasi, dedicato alle elezioni presidenziali 2016 negli Stati Uniti e soprattutto dedicato alla vittoria di Donald Trump un fenomeno che nessuno ha capito, o meglio che nessuno ha voluto capire sia in America che in Europa. “Nessuno ha voluto credere, in alcuni momenti neanche davanti all’evidenza, che un incontenibile miliardario potesse diventare presidente degli Stati Uniti. Non crederci, fare finta di niente, per scongiurarlo. Questo il ragionamento delle èlite. Guidato e accecato, più dall’interesse e dal mantenimento dei propri privilegi che dalla Ragione”. Paola Tommasi è un economista bocconiana con la passione per la politica ha avuto l’onore e l’onere di partecipare alla campagna elettorale americana nello staff di Donald Trump. Un viaggio nell’America politica, un racconto dettagliato del percorso tutto in salita del Tycoon di new York, visto dall’interno, in prima linea. Una occasione per osservare da un punto di vista privilegiato come funziona l’America al di là degli stereotipi triti e ritriti, dal sistema elettorale alla organizzazione delle convention politiche. Fatte le debite proporzioni, viene in mente il viaggio del visconte Alexis De Tocqueville storico del pensiero liberale che dall'osservazione della realtà americana scrisse la sua opera più importante, La democrazia in America, testo ancora oggi essenziale per comprendere gli Stati Uniti d'America. La vittoria di Trump come uno dei più grandi fraintendimenti della storia. Il tema centrale del libro.
Quale è stata la chiave del suo successo? Lo spiega benissimo Flavio Briatore che firma la prefazione del libro della Tommasi. “Durante la campagna elettorale avevo detto che Trump poteva vincere perché parlava alla pancia dell’America. Ho dovuto ricredermi. Trump vince perché parla alla testa dell’America, altro che alla pancia”- A vincere insomma è il pragmatismo ed il buon senso di chi come Trump “…..ha girato i continenti nel modo più utile per capire le cose, che è quello di chi cerca occasioni di business”. Paola Tommasi descrive nei dettagli le strategie di comunicazione ormai logore, usate dagli avversari per screditarlo creando un effetto contrario e la risposta di Trump che ha fatto uso massiccio dei social network il mezzo di comunicazione più diffuso e meno costoso rispetto a tv e giornali. Da qui si evince anche la vera crisi dei mezzi di comunicazione di massa tradizionali, impegnati non a fare informazione ma impantanati nella palude in una perenne dicotomia tra verità e post verità tra realtà e finzione. E forse Trump ne ha decretato la fine definitiva operando un vero e proprio capovolgimento del paradigma della comunicazione.
Già nelle prime settimane di mandato da Presidente degli Stati Uniti Trump ha realizzato le promesse elettorali, “…definendo in pochi Tweet i nuovi equilibri economici e politici mondiali. Così l’autrice descrive i fatti della politica internazionale. Dal ritrovato protagonismo della Gran Bretagna a seguito del primo incontro che il neo Presidente ha voluto fare con Theresa May, al riavvicinamento con la Russia sino al pugno duro con la Cina. Dunque una America che torna protagonista della geopolitica globale. Sulla tesi centrale del fraintendimento dell’effetto Trump si dipana l’analisi delle presidenziali americane ed il racconto della Tommasi ci restituisce una visione nuova ed originale rispetto alla “vulgata” diffusa dalla informazione nazionale. Questi i motivi del perché Trump ha convinto gli americani: “Nonostante la Clinton avesse tutte le donne con sé poiché poteva essere la prima donna alla Casa Bianca non è riuscita a smontare l’immagine falsa, bugiarda che gli americani hanno di lei…” “Il voto di novembre è stato un voto contro Obama ancora più che contro la Clinton….”
“Donald Trump prende i voti dei bianchi? Certo lui ha parlato a quel 70% di bianchi in difficoltà…” “Mentre Hillary Clinton con i suoi giornali e le sue televisioni si dimenava a volgere in negativo qualsiasi cosa dicesse Trump….tra l’altro ottenendo il risultato contrario……Trump batteva a tappeto Stato per Stato, contea per contea, il territorio, facendosi conoscere dalla gente e presentandosi per quello che realmente è, senza ipocrisie.” “….l’elezione di Donald Trump alla casa Bianca avrebbe portato il crollo delle borse mondiali. Al contrario….prima ancora di insediarsi, Wall Street ha toccato record storici..”, “….dedicato a chi in Italia accosta il fenomeno Trump al Movimento 5 stelle. No Way! Trump non è un populista.” “…..ha trasformato il suo essere un miliardario, nonché parte del sistema, da un punto che avrebbe potuto danneggiarlo a un punto di forza.””…a chi pensava che Trump non avesse il patrimonio che ostenta e che sarebbe rimasto senza soldi a metà della corsa….Donald Trump ha vinto le elezioni presidenziali spendendo la metà dei denari di Hillary Clinton. Un milione 184 mila dollari contro i 616,5 mila dollari di lui”.
Tutto vero e ben documentato. Forse le analogie con il Movimento 5 stelle in Italia sono superiori a quanto sostiene l’autrice. Ok i programmi sono diversi ma la dinamica di forza antisistema si ritrova in pieno, l’idea dell’indipendenza da tutto e da tutti è un must anche di Grillo che con la Casaleggio hanno investito risorse in proprio. La mancanza di esperienza amministrativa è un’altra analogia compresa l’organizzazione politica di “Movimento” fondato sul coinvolgimento dei giovani, dunque sulla democrazia partecipata e sulla vicinanza del leader. La rivoluzione italiana pentastellata in parte sovrapponibile alla rivoluzione americana realizzata da Trump. Hanno fatto saltare tabù, paradigmi, luoghi comuni. Non ancora pienamente sperimentata in Italia e attesa alla prova dei fatti in America.