Amministrative di Roma, Raggi e Zingaretti vanno alla guerra del cinghiale
Il sindaco presenta un esposto contro la Regione Lazio per l’invasione degli ungulati: facendo però riferimento a un Protocollo che la inchioda alle sue responsabilità sui rifiuti
La partita per le Amministrative di Roma potrebbe ruotare attorno a Pumbaa. Per quanto sembri incredibile, infatti, tra il sindaco uscente Virginia Raggi e il Governatore del Lazio Nicola Zingaretti è scoppiata la “guerra del cinghiale”. Inteso in senso letterale, ovvero con riferimento agli animali che hanno ormai invaso la Città Eterna. E su cui va in scena da (fin troppo) tempo un vergognoso scaricabarile istituzionale.
La guerra del cinghiale
A dare fuoco alle polveri è stata Virginia Raggi, presentando un esposto in Procura contro via della Pisana. Secondo il Campidoglio, infatti, «la presenza massiccia e incontrollata dei cinghiali in città» dipende dalla «mancata previsione e/o attuazione da parte della Regione Lazio di efficaci piani di gestione. Secondo l’articolo 19 della legge nazionale 157/92 sono le Regioni a dover provvedere al controllo delle specie di fauna selvatica».
Circostanze richiamate anche nel Protocollo d’intesa tra Regione Lazio, Città Metropolitana di Roma Capitale e Roma Capitale, a sua volta citato nella denuncia. Che proprio su questo aspetto si trasforma in un clamoroso autogol.
Perché lo stesso documento afferma che spetta al Comune «porre in atto tutte le misure possibili volte a evitare la presenza di rifiuti» sul territorio. Rifiuti che invece, com’è noto, strabordano dai cassonetti, attirando inevitabilmente gli ungulati. Che oltretutto possono nascondersi negli spazi verdi capitolini, della cui manutenzione Palazzo Senatorio ha forse dimenticato di avere – sempre da Protocollo – la responsabilità.
Non a caso, a suo tempo Zinga aveva asfaltato Ama, la municipalizzata comunale che dovrebbe occuparsi della raccolta e dello smaltimento della spazzatura. «Non riescono a raccogliere l’immondizia per le strade dove ci sono sorci e cinghiali, perché non riescono a pulire la città» il j’accuse.
La campagna elettorale per le Amministrative di Roma
D’altronde, si può forse pretendere che Virgy perda tempo con queste quisquilie, quando ha cose ben più importanti a cui pensare? A partire dalla cena elettorale che ha organizzato a Ostia il giorno prima dell’esposto. E la tempistica non pare affatto fortuita, viste le polemiche che l’appuntamento ha scatenato.
Da un lato, per via dei fuochi d’artificio finanziati con 27.500 euro di soldi pubblici, previsti a Ferragosto ma ricalendarizzati in una data a caso. Prima di essere definitivamente annullati a causa di un «mare grosso» di cui nessuno si è accorto. Dall’altro lato, per l’indulgenza (eufemismo) sul Green pass, che ha fortemente irritato il Ministro nomen omen della Salute Roberto Speranza.
E sì che la campagna per le Amministrative di Roma potrebbe facilmente vertere sulle buche, sui ritardi cronici dei mezzi pubblici, sulle ripetute esplosioni di autobus. Ma evidentemente è proprio vero, come sosteneva con l’abituale arguzia Ennio Flaiano, che «la situazione politica in Italia è grave ma non è seria».