Amorina che cova sul tetto della Chiesa fa ritrovare la simpatia dei gabbiani di Roma
Antonio Guidi ci racconta la storia di Amorina, una dei diecimila gabbiani che vagano e volano su Roma, spesso considerati con antipatia e persino con ostilità da molti cittadini
Lei è Amorina, una dei diecimila esemplari di gabbiani che vagano e volano su Roma, tendenzialmente considerati con antipatia e persino con ostilità da molti cittadini.
Da qualche settimana, alcuni collaboratori degli uffici del Senato la guardano tra l’ammirato e lo sconcertato, mentre cova sul tetto della Chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza.
Con il nuovo caldo, la frescura serale o le piogge improvvise, lei non cessa un istante di donare tutto il calore e la morbidezza del suo corpo a suo figlio. Non si distrae dal suo costante atto d’amore. Dà tutta sé stessa a quel duro e freddo uovo, quasi come i marmi su cui poggia il suo nido. Ma lei non smette di covare e, quindi, di amare, con lo sguardo fisso all’orizzonte, senza tentennamenti.
Amare quel suo figlio-uovo, donando la cosa più importante che ha – il suo calore – è per me il simbolo dell’amore infinito: l’amore che tutto dà e nulla riceve, senza gratificazioni e senza confini, nell’arco temporale di un mese che per Amorina dura un’eternità.
Tra qualche giorno l’uovo si schiuderà, il piccolo gabbiano verrà alimentato per un po’ e poi diventerà uno degli antipatici gabbiani di Roma. Eppure, questo atto di amore lascerà traccia, soprattutto nei ragazzi, i collaboratori del Senato, che hanno seguito Amorina con interesse-amore. Come Tania che mi ha detto che qualche giorno fa un’altra gabbiana avesse “partorito”, intendendo la cova come un parto lunghissimo, o come Marco che mi ha inviato queste meravigliose immagini.
Sono certo che in questo mondo meno relativistico e più quantistico – dove tutto torna, anche le emozioni, e non solo gli atomi – l’amore non si perde. E questo amore rimarrà fortissimo nelle corde di qualche sinfonia che il vento di Roma produrrà tra i monumenti e le persone.
Auguri, Amorina! Tuo figlio sarà bello e non farà come Icaro, ma godrà la bellezza dei monumenti e delle persone a cui forse, spero, sarà meno antipatico.