Ana Obregón, madre e nonna per volontà del figlio
Ana Obregón, 68 anni, è diventata madre di una bambina grazie allo sperma congelato di suo figlio morto di tumore tre anni fa
Ana Obregón, 68 anni, attrice spagnola, è diventata madre di una bambina grazie allo sperma congelato di suo figlio morto di tumore tre anni fa. “È mia nipote ma io sono la madre legale” ha detto l’attrice.
Ana Victoria Garcia Obregón, meglio conosciuta come Ana Obregón, è una attrice spagnola, che recentemente ha fatto parlare molto di sé per essere diventata madre, per contratto, a 68 anni, di una bambina nata da una gravidanza per utero in affitto. In altre parole ha pagato una madre donatrice per far nascere una bambina e riconoscerla come madre essa stessa, grazie alle leggi della Florida.
La notizia è uscita con una copertina dirompente, della popolare rivista spagnola ¡Hola! Si vede Ana con la bambina in braccio mentre esce dal Memorial Regional Hospital di Miami, dove la piccola Ana Sandra è venuta alla luce, il 20 marzo scorso. Il caso ha scatenato un intenso dibattito pubblico nel Paese iberico, dove la pratica è proibita. La polemica è partita e ne sentiremo di tutti i colori sulla povera Ana, sulle pretese post mortem del figlio e sui medici che hanno consentito questa maternità fuori dagli schemi.
“Legalmente è mia figlia, e così viene indicato sul suo passaporto. La registrerò presso il Consolato spagnolo e così potrò portarla a casa“, ha detto nella intervista alla rivista ìHola!.
La promessa di Ana Obregón è la vittoria della vita sulla morte
Ana Obregón è un’attrice spagnola ma anche presentatrice tv, modella, sceneggiatrice e “curiosamente”, si legge nella sua biografia su Wikipedia: biologa! Quindi una che ha studiato e approfondito, nella sua vita universitaria per lo meno, certi argomenti legati alla vita e alla riproduzione animale, compresa quella umana, ovviamente. Forse non è un caso che abbia visto realizzabile il desiderio di suo figlio in punto di morte. “Da quel momento, l’unico pensiero che mi ha tenuto in vita ogni giorno, ogni secondo, è stato compiere la missione di far nascere un figlio di Aless.” Ha sostenuto la Obregón. Questa promessa ci commuove un poco, diciamo la verità. Una madre che vede morire un figlio, credo sia disposta a tutto pur di esaudire un suo desiderio, per di più se è di paternità. Chi meglio di una madre (biologa per giunta) può comprendere questo istinto vitale?
La questione si complica
La questione si complica sempre di più e diventa interessante dibatterla, non solo per la maternità surrogata ma anche perché la signora Obregón ha utilizzato il seme congelato di suo figlio Aless Lequio, morto di tumore, nel 2020. Siccome la sua ultima volontà era avere almeno un erede, i medici consigliarono Aless di lasciare dei campioni di sperma congelato, per dare seguito al tentativo. I campioni sono stati conservati a New York, in una banca del seme. Nell’intervista rilasciata ad ¡Hola! Ana Obregón sostiene di aver preso la decisione il giorno stesso della dispartita di Aless. Un gesto che sembrerebbe scongiurare e quasi sconfiggere la morte con un’altra vita che nasce. Come è noto questo processo implica la partecipazione di una donatrice di ovulo e di una gestante. Il procedimento che la Obregón ha seguito negli Stati Uniti è perfettamente legale e ha aggiunto che pensa, un giorno, di non nascondere la verità a sua figlia, sulla identità del padre biologico. “Le dirò: ‘Tuo papà è in cielo e che tu arrivassi era ciò che più desiderava al mondo, e tua mamma è una donatrice, e basta. Che problema c’è?”
Per qualcuno il problema c’è
Si resta perplessi davanti a questa dichiarazione spiazzante. Montagne di credi, di valori etici, di principi fondanti la nostra cultura, vengono accartocciati e buttati in un cesto della spazzatura. Siamo di fronte alle possibilità che mettono a disposizione, da un lato la scienza medica e dall’altro, alla massima liberalità di agire che consente lo Stato, per permettere, a chi può investire, di decidere o meno di far nascere qualcuno e di iscriverlo all’anagrafe come figlio.
La questione pone vari piani di dibattito. Non voglio affrontare quello religioso, perché trovo che in uno stato laico, ognuno abbia diritto a seguire la morale religiosa in cui maggiormente crede, quando non infrange la legge. Molti di voi non saranno d’accordo ma credo fermamente che chi ha saldi principi religiosi non si farà sedurre da questi poteri della scienza e da certa permissività statale. Quindi per loro il problema non si dovrebbe porre. Non correranno pericolo di doversi scontrare con questa pratica nel loro privato.
Ciò che non si può accettare è che i principi siano sottomessi alla questione economica. C’è chi può e c’è chi non può permettersi figli con questi procedimenti. Chi può accomoda leggi, etica e morale al suo volere e gli altri, come diceva il Marchese del Grillo, si arrangino. Questo modo di fare, vincente, che scavalca tutto e tutti, è secondo me intollerabile in una moderna democrazia liberale.
Apertura mentale o disponibilità economica?
C’è poi il piano etico. Essere madre di una bambina che è di fatto tua nipote. Qui la questione è solo legale. Di fatto non c’è nessun incesto, se non sui documenti, forse. L’ovulo che ha permesso la fecondazione con lo sperma di Aless, non era di Ana Obregón ma di una donatrice terza. La scelta di Obregón, si legge su La Repubblica del 5 aprile, era stata criticata da diversi ministri. “È una forma di violenza contro le donne“, aveva chiosato la ministra spagnola dell’Uguaglianza Irene Montero. “Le persone qui sono di mentalità aperta, ma in Spagna, mio Dio, siamo nel secolo scorso“, ha incalzato la Obregón, aggiungendo che suo figlio ne voleva cinque di figli, e che quindi non può escludere ulteriori nascite surrogate, usando il suo sperma congelato!
L’uomo può fare tutto senza limiti di legge e di scienza?
La cosa che mi impressiona di più, come cittadino di questo pianeta, quali tutti siamo, è vedere che l’uomo possa decidere di far nascere una nuova vita, per soddisfare il proprio desiderio di maternità o paternità, quando e come vuole soltanto perché se lo può permettere economicamente. Una pratica che prima era riservata solo alla natura e, per chi crede, a un Dio, adesso viene decisa da un genitore, che investe un bel po’ dei suoi denari, e da una equipe medica che agisce su contratto. Quello che mi spaventa della cosa è l’aspetto commerciale assieme a una evidente spregiudicatezza dei medici che agiscono , solo apparentemente per il progresso scientifico, consentendo cose impensabili fino a qualche anno fa.
Per altri aspetti, immagino, invece si inalbereranno i fedeli più ortodossi, siano essi cristiani o musulmani o ebraici o di altre fedi. Ho la sensazione che il futuro riservi molti dispiaceri a costoro e anche a chi non crede in un Dio ma nell’umanità e nei suoi valori, tra i quali quelli dell’uguaglianza, della libertà e della fratellanza. Vedo un mondo che cambia rapidamente, dove il denaro smuove le montagne. Tutto quello che la scienza permette e consente guadagni insperati, si può realizzare e se non si può nella vecchia Europa conservatrice, si potrà nella liberale e democratica America o in altri Paesi magari, più ispirati dai guadagni, che dal senso di libertà e di progresso.
Quanto costa un utero in affitto?
In Spagna la gestazione tramite altri è proibita con una legge dal 2006. Per questo motivo tutta l’operazione è stata avviata negli Stati Uniti.
A partire dalla uscita della notizia molta stampa, in particolare spagnola, s’è lanciata con accuse pesanti contro la signora Obregón. Il periodico iberico Sport, il 29 marzo, sosteneva che “oltre allo stupore suscitato da questa azione, che è stata bollata come frivola, immorale e aberrante, le reti si chiedono quanto costa un utero in affitto? Il pubblico non capisce che a quell’età – 68 anni – Ana Obregón è di nuovo madre, ma soprattutto che ha pagato ‘una donna disperata’ per poter avere sua figlia tra le braccia.” Nessuno ha prove certe se la donna gestante fosse disperata economicamente. Può essere ma nutro dei dubbi in proposito. Sarei pronto a credere che ci sono donne in grado di vedere nell’utero in affitto la soluzione di alcuni dei loro problemi quotidiani. Ma questo è un problema e un diritto di scelta che riguarda solo loro. Tolti di mezzo i valori etici e religiosi con la sfacciataggine o con la fede nel progresso scientifico, a dividerci resta la questione economica.
Una nascita surrogata può costare anche 170 mila dollari
Il prezzo della maternità surrogata, negli Stati Uniti, varia da 110.000 a 170.000 dollari. Questo budget comprende diverse voci di spesa: quelle di agenzia, il compenso e le spese per la signora “surrogata”, le spese legali e le spese mediche presso una clinica della fertilità. A seconda dello Stato del Paese in cui si svolge la maternità surrogata, il prezzo varia. Per esempio, una surrogata in California, dove questo tipo di maternità è molto richiesta, pagherà sicuramente dai 5.000 ai 10.000 dollari in più.
I costi comprendono il compenso alla madre surrogata, intorno ai 35.000 dollari. I costi delle procedure mediche, come la gestazione, che richiede un ciclo di fecondazione in vitro (FIV). Questo trattamento è di circa 40.000 dollari, compresi i farmaci, le tasse e gli esami di laboratorio.
Altri costi da considerare sono le spese legali, l’assicurazione medica per la gestante e altre spese varie. È prevista anche una copertura assicurativa, a vantaggio della madre biologica surrogata per ogni eventualità che dovesse complicare sia la gravidanza che il parto. In America si pensa a tutto e tutto a un costo e un tabellario. Vi giuro che non lo dico con ammirazione.