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“Anelante” di Rezza e Mastrella, al Teatro Vascello di Roma

Antonio Rezza conosce bene i “milioni di rincoglioniti che guardano la televisione”, dal Vascello di Roma all’ Elfo Puccini di Milano fino al 28 febbraio

Antonio Rezza conosce bene i “milioni di rincoglioniti che guardano la televisione”. È un artista indipendente che crea cortocircuito alla macchina dello spettacolo con il suo modo unico e spietato di vedere e interpretare la realtà che ci circonda. Ha una presenza scenica energica e smodata e il suo non recitare ma rivelare non lascia di certo addormentare gli spettatori nella calda sala del teatro.

In un insolito “habitat” essenziale e lunare, ideato dalla scenografa e non solo Flavia Mastrella, una convenzionale suoneria Iphone sveglia Rezza: un matematico anticonvenzionale che a voce alta si misura con “la civiltà numerica” trasformando ogni calcolo aritmetico in un’ombra su cui far luce.

Rezza si presenta in un corpo smunto, eccitato dalla mente, instancabile in quanto è allenato da più di vent’anni di carriera a teatro.

È cinicamente divertito e anelante di dar voce a quella moltitudine di ipocrisie, crudeltà e mondi contraddittori che compongono l’anima di ognuno di noi. Scoperchia l’inconscio collettivo, ci prende per mano e ce la immerge nella pentola bollente. La temperatura aumenta sempre più mentre l’innocenza, il pudore e la spensieratezza spariscono a suon di risa.

Ha inizio l’infinita battaglia dell’attore ora adolescente, tra rivoluzione della mente, comica e inquieta, e ribellione del corpo, spigoloso, che si distorce e si denuda di pari passo con la realtà.

La moltiplicazione del corpo di Rezza diventa possibile grazie alla partecipazione di altri quattro performer: Ivan Bellavista, Manolo Muoio, Chiara A. Perrini, Enzo Di Norsciache. Questi nascosti dietro le finestrelle di un muro su cui scorrono e si trasformano tutti gli eventi dello spettacolo, appaiono e scompaiono mostrando parti del corpo, ora mani ora piedi ora teste.

Il linguaggio utilizzato da Rezza è senza filtri, quasi sboccato ma intellettualmente elegante. La sua incredibile e inarrestabile versatilità vocale arriva diretta al pubblico creando divertimento e disorientamento.

Ecco che i personaggi parlano tutti assieme nello stesso istante con discorsi completamente diversi, metafora dell’impossibilità di comunicazione reale tra le persone, poiché di questi tempi la gente preferisce parlare anziché ascoltare.

Ecco Rezza matematico che esclama: “la sofferenza dell’essere umano supera la geometria” e che “ se due rette parallele s’incontrano solo all’infinito sarà un problema loro”. E ancora: “Freud è stato fortunato che ad un certo punto la gente ha sonno”.

Ecco un Rezza crocifisso e un Rezza che si raduna con i grandi della terra per il G8, G20, G12.

Da qui a comprendere e assentire la sua follia, il passo diventa breve.

L’inclassificabile coppia di artisti sovversivi Rezza e Mastrella sfidano i massimi sistemi portando in scena senza alcun ombra di buon senso la loro singolare sintesi della realtà contemporanea e una visione non ideologica della vita. La loro prospettiva dissacrante porta il pubblico a ribaltare il cannocchiale: quello che prima vedevamo con inutile precisione, le grandi credenze dalla psicologia alla politica alla religione, il potere nelle istituzioni, le certezze su Dio, Freud, la famiglia, ora sono solo piccole disillusioni.

Inutile definire Anelante uno spettacolo scandaloso se alla stessa maniera non si definisce anche la realtà che ci troviamo a vivere in questo momento.

Inutile pensare che qualcosa possa cambiare in questo mondo, senza considerare di mettere in discussione le nostre convinzioni e il nostro immaginario come punto di partenza.

 

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