Antico Egitto, l’archeologo Zahi Hawass trova la “città perduta” di Luxor
Battezzata “The Rise of Aten”, cioè “L’ascesa di Aton”, viene già considerata la più grande scoperta dalla tomba di Tutankhamon: e, come spesso accade, è stata frutto del caso
Arriva direttamente dall’Antico Egitto l’ultima, straordinaria meraviglia appena restituitaci dalle sabbie del tempo. Una “città perduta” risalente a oltre 3.000 anni fa, riaffiorata sulla sponda occidentale del Nilo, nei pressi dell’antica capitale Tebe, corrispondente all’odierna Luxor. Si tratta del più grande insediamento urbano mai rinvenuto nel Paese: e, come spesso accade, si è trattato di un ritrovamento del tutto casuale.
L’annuncio del Ministero delle Antichità egiziano
L’annuncio è arrivato direttamente dal Ministero egiziano del Turismo e delle Antichità. Che ha comunicato come l’archeologo Zahi Hawass, ex titolare del Dicastero, avesse riportato alla luce la «“Città d’oro perduta” a Luxor». Anche se non si capisce da dove derivi il riferimento aureo, del tutto assente nell’originaria dizione araba.
Potrebbe comunque trattarsi di un’allusione all’inestimabile valore del rinvenimento. In effetti, per Betsy Bryan, docente di arte e archeologia egiziana dell’Università di Baltimora, «è la seconda scoperta archeologica più importante dopo la tomba di Tutankhamon». E, non a caso, fioccano già i paragoni con uno dei nostri gioielli, Pompei.
L’Antico Egitto non smette mai di stupire
Sembra che il centro sia stato fondato dal padre di Akhenaton, Amenhotep (o Amenofi) III, nono Faraone della diciottesima dinastia, che regnò nel XIV secolo a.C. Datazione confermata grazie ai reperti e alle iscrizioni geroglifiche, inclusi alcuni mattoni di fango recanti i sigilli con il cartiglio del Re. Sicuramente, poi, la città era ancora abitata al tempo di Ay, il successore del Faraone bambino.
L’hanno battezzata “So’oud Atun”, in inglese “The Rise of Aten”, che in realtà in italiano, stante la diversa traslitterazione, andrebbe tradotta “L’Ascesa di Aton”. Nome che si riferisce alla divinità egizia di cui il Faraone Akhenaton, padre di Tutankhamon, impose il culto unico nel periodo della cosiddetta Eresia Amarniana.
Un’epoca molto oscura, anche per via della damnatio memoriae inflitta successivamente al “sovrano eretico”, di cui si cercò di cancellare ogni traccia dalla Storia. Proprio il recente ritrovamento, però, potrebbe contribuire a far luce su quello che la professoressa Bryan considera uno dei più grandi misteri dell’antichità. Ovvero il motivo per cui Akhenaton e la sua Grande Sposa Reale Nefertiti decisero di spostare la capitale ad Amarna.
«Molte missioni internazionali hanno cercato questa città e non l’hanno mai trovata» ha sottolineato il professor Hawass, noto in Italia anche per la partecipazione a programmi televisivi come Freedom. In realtà si è trattato di una scoperta fortuita, dal momento che la missione puntava a individuare il tempio funerario del Faraone fanciullo.
D’altronde, se l’Antico Egitto non smette mai di stupire ci sarà pure una ragione – che però, parafrasando Blaise Pascal, la ragione non conosce. Per nostra fortuna.