Antisemitismo, perché la Commissione Segre è un errore (in buona fede)
Varato il gruppo anti-odio auspicato dalla senatrice a vita: che però rischia di essere solo un bavaglio contro chi si oppone al pensiero unico
“Alla senatrice Segre […] va tutta la nostra solidarietà. Chi attacca una donna che da ragazza ha vissuto il dramma della deportazione in un campo di concentramento non soltanto è un vigliacco ma è anche un idiota”.
In un momento in cui infuria la polemica sull’astensione del centro-destra nel voto che ha istituito la “Commissione straordinaria per il contrasto ai fenomeni dell’intolleranza, del razzismo, dell’antisemitismo e dell’istigazione all’odio e alla violenza”, appaiono significative le parole del senatore di Fratelli d’Italia Giovanbattista Fazzolari: che, sgombrando il campo da equivoci e illazioni, ha chiarito come l’opposizione alla mozione della senatrice a vita Liliana Segre riguardasse il modo in cui la proposta è stata declinata, non la proposta in sé come insinuato, per esempio, dall’Anpi (un ente di cui sfugge l’utilità, visto che di veri partigiani, per motivi anagrafici, ne dovrebbero essere rimasti ben pochi).
In effetti, la Commissione in questione, come denunciato dallo stesso Fazzolari, «non è una commissione sull’antisemitismo, come volevano far credere, ma una commissione volta alla censura politica». Precisiamo che da nessuno è stata messa in discussione la buona fede dell’eroina sopravvissuta agli orrori di Auschwitz. Tuttavia, alcuni passaggi del testo sono stati formulati in maniera tanto ambigua da poter essere facilmente usati come una clava per colpire bersagli ben precisi.
Se, per esempio, il partito di Giorgia Meloni, così come Forza Italia, ha puntato il dito contro il “contrasto ai nazionalismi”, è stato il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo a evocare rischi tutt’altro che peregrini: «sostenere che la famiglia è formata da un uomo e una donna è considerata un’espressione di odio rispetto ad altri tipi di famiglia? Dire che l’immigrazione illegale può mettere a repentaglio la nostra civiltà è odio?»
Va sottolineato che si tratta della stessa impostazione della legge contro l’omotransfobia (attualmente in discussione in Commissione Giustizia della Camera) che, col pretesto di combattere le discriminazioni, potrebbe sanzionare anche penalmente chi, per esempio, ritenesse che un bambino ha bisogno di una mamma e di un papà. Solo per rimarcare che sbagliare sarà anche umano, ma perseverare è diabolico.
Sono infatti i veri crimini di odio che vanno perseguiti, il bullismo, la sopraffazione. la violenza: anche, e forse soprattutto, sul Web – che del resto si è recentemente reso protagonista di una pagina vergognosa proprio contro Liliana Segre. E non va nella giusta direzione l’esclusione, nella mozione di Palazzo Madama, di ogni riferimento all’integralismo islamico, che oggi rappresenta il principale veicolo dell’antisemitismo (in Francia, per esempio, sono migliaia gli ebrei fuggiti per il concreto timore di aggressioni da parte dei musulmani radicali).
L’impressione, alla fine, è che siamo di fronte al solito vizietto di una certa parte politica prona a un’ideologia che si vorrebbe fare pensiero unico. Fazione che però, essendo lontana anni luce dagli umori e dai sentimenti degli elettori, non trova di meglio che inventare degli “psicoreati” volti a silenziare le opinioni scomode: quando forse farebbe meglio a scendere dal piedistallo su cui si è autoinnalzata e da cui si ostina a pontificare, fingendo di ignorare che le istanze di cui è portatrice sono largamente minoritarie nel Paese (le ultime tornate elettorali stanno tutte lì a dimostrarlo).
Peraltro, anche se così non fosse, le opinioni, per il fatto stesso di essere tali, non possono essere soggette ad alcun bavaglio, pena l’annichilimento di uno dei cardini della civiltà occidentale – la libertà di pensiero e di espressione. Non a caso, ancora FdI ha tuonato contro «l’istituzione di una struttura liberticida che avrà il potere di stabilire chi ha il diritto di dire cosa e di chiedere la censura in Rete delle idee non gradite»: una sorta di orwelliano Ministero della Verità funzionale al disegno omologante sopracitato.
Spiace, quindi, vedere una figura illustre e rinomata come la senatrice Segre strumentalizzata per squallidi fini antidemocratici. E torna in mente l’iconica frase pronunciata in Star Wars – Episodio III da Padmé Amidala (l’attrice israelo-americana Natalie Portman): «È così che muore la libertà: sotto scroscianti applausi».
La via dell’inferno, com’è noto, è lastricata di buone intenzioni. E 1984 potrebbe essere più vicino di quanto tutti pensiamo.