Antonello Colonna Resort&Spa Labico, lo Showout di Claudio Verna
Opening & brunch, domenica 22 novembre alle ore 11 presso l’ Antonello Colonna resort&spa a Labico – Roma
La galleria Monitor e Antonello Colonna sono lieti di annunciare una nuova collaborazione e il primo di una serie di quattro appuntamenti nella splendida cornice dell’Antonello Colonna Resort&spa di Labico, La serie SHOWOUT coniuga la ricerca culinaria dello chef Colonna con l'arte, attraverso le personali di quattro artisti che sono parte fondamentale del programma di Monitor per la stagione espositiva 2015-2016. Protagonista del primo appuntamento è Claudio Verna (Guardiagrele 1937), considerato uno dei più brillanti esponenti della corrente Pittura Analitica italiana. Le opere di Verna sono entrate a far parte di prestigiose collezioni private e istituzionali in ambito italiano ed internazionali (Macro, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma; Museion, Bolzano; Kunstmuseum, Bonn; Museum Boymans-van Beuningen, Rotterdam) ed attualmente è in corso la prima personale negli Stati Uniti dell’artista presso la galleria Marc Selwyn Fine Arts di Los Angeles. I lavori selezionati per questo primo appuntamento coprono un arco cronologico che si estende dalla fine degli anni '60 alle opere più recenti a testimonianza di una ricerca costante e dinamica dell'artista fino ai giorni nostri. Claudio Verna dipinge quadri che indagano i fenomeni della percezione visiva in modo oggettivo e pragmatico. Dopo il '67 la sua pittura si libera d'ogni referente, si tratti anche di un'immagine stratta, per concentrarsi sulla dinamica e sulla dialettica dei suoi elementi, e tra questi privilegia il colore. Dal 1969 Verna ha iniziato ad applicare il colore sulla tela in modo più libero facendo interagire la razionalità della geometria con gli aspetti connessi con l'emozione e sensibilità e riducendo al minimo le componenti formali dei suoi dipinti a favore di distese di colore la cui profondità e potenza luminosa sono andate ad intensificarsi.
“La Pittura analitica viene celebrata, da qualche anno a questa parte, con molte mostre e pubblicazioni: non solo perché è stato l’ultimo grande momento della storia dell’astrazione italiana e internazionale, o perché, nel nostro Paese, è stata oscurata, compressa, prima dall’arte povera e, più tardi, dalla Transavanguardia. La Pittura analitica viene celebrata oggi, perché, diversamente dai neoespressionismi degli anni Ottanta, ha posto l’accento su cose molto attuali, come il rapporto tra le idee di provvisorietà del dipinto, di capolavoro, e di quadro ultimo/definitivo, e perché ha rimesso in discussione, rappresentandolo, il delicato equilibro tra dimensione progettuale ed esperienza in pittura. Tuttavia la mostra da Monitor mette tra parentesi il periodo analitico di Verna: ci sono due quadri dei tardi anni Sessanta – cioè di quando l’artista portò definitivamente a compimento quel travagliato percorso di superamento dell’Informale che ha segnato la sua formazione (per Verna si trattò di ricucire suggestioni che provenivano dalla pittura americana e internazionale – da Guston, Rothko e De Staël fino a Frank Stella ed Agnes Martin – a un certo Novecento italiano, anche minore) e un dipinto del ‘76, che segna proprio il distacco, l’allontanamento dell’artista dal periodo analitico, cioè da una parte importante della sua storia, per approdare ad una diversa libertà di dipingere, alla possibilità di un abbandono, di una svagatezza e di una rapidità che credo abbiano avuto a che fare con la conquista una felicità nuova e con l’abbattimento di qualsiasi complesso della tela bianca.
I colori agili vuole affermare che il Verna di oggi, che, tra le altre cose, rilegge, reinterpreta il suo periodo analitico, ma in forma più poetica che mentale (allora i segni, le linee, le croci, le partizioni, riappaiono come “fatti a posteriori”, come fragile tentativo di organizzare, di controllare; come tracciati emotivi, interiori) dialoga meglio e più agevolmente con quello indefinito, irrequieto e – per certi versi più impreciso – degli anni che seguono e precedono il periodo analitico'. (Estratto dal testo di Davide Ferri: Claudio Verna, I colori agili, Roma 2013). Nulla più del testo di Ferri, risalente agli inizi della collaborazione di Monitor con Claudio Verna e alla personale dell’artista in galleria nel 2013, ha descritto il profondo e coerente cambiamento che la pittura di questo straordinario artista italiano ha avuto nel tempo . Un cambiamento coraggioso e fortemente voluto, che è progresso, modernità ed evoluzione allo stesso tempo e che lo colloca tra gli artisti più importanti della sua generazione. Successivi appuntamenti di ShowOut vedono le personali di Thomas Braida (Febbraio 2016), Tomaso De Luca (Maggio 2016), Nicola Samorì (Settembre 2016). Fino al 31 gennaio 2016.