Antonio Guidi: “Ho un tumore ma ecco perché possiamo sentirci vitali anche nella malattia”
Non sopporto il voyeurismo del dolore e l’esibizionismo della sofferenza, ma c’è qualcosa che sento di dover comunicare con urgenza
Sembra assurdo dirlo così, “sono Antonio Guidi e ho un tumore”. Tuttavia non c’è altro modo. Non sopporto il voyeurismo del dolore e l’esibizionismo della sofferenza, ma c’è qualcosa che sento di dover comunicare con urgenza.
Intanto ve lo dico perché anche nel mezzo di una pandemia virale tutti i pazienti devono essere curati, qualsiasi sia la loro patologia, che sia cardiologica, depressiva, cancro o altro. E questo dobbiamo pretenderlo. Ma ve lo dico soprattutto perché voglio reagire e si deve reagire.
Reagire alle pandemie, alla povertà, all’ingiustizia, all’ipocrisia, e anche al tumore. Ci si può sentire vitali e scoprirsi meravigliati anche nella malattia.