Aprile pandemico: le proteste, i ristoranti e i mezzi di trasporto pubblico
Siamo ad aprile e ancora non arrivano risposte riguardo alla gestione della pandemia, mentre cominciano a susseguirsi le proteste
Dopo un anno di restrizioni e continue chiusure si sono organizzate proteste e manifestazioni pacifiche da parte di ristoratori, gestori di palestre, di impianti sportivi, venditori ambulanti e operatori dello spettacolo. E’ sorprendente che soltanto una minoranza abbia avuto il coraggio di scendere in piazza. Fatto straordinario che abbiano trovato dalla loro parte le forze dell’ordine che probabilmente comprendono molto di più di chi governa i forti disagi che stanno vivendo quelle categorie.
Il contagio sui mezzi di trasporto pubblico
Da studi recenti è emerso chiaramente che la quasi totalità dei contagi avviene sui mezzi pubblici di trasporto e sulle linee delle metropolitane. Hanno sempre attaccato ingiustamente la ex ministra dell’Istruzione che riuscì a mettere in sicurezza tutti i plessi scolastici. Mentre nessuno delle forze politiche e nemmeno i giornalisti faziosi chiesero le dimissioni della ex Ministra dei Trasporti che non fece nulla per migliorarli. Perché il confermato Ministro della Speranza tiene chiusi i ristoranti, all’interno dei quali sono stati eseguiti tanti lavori per rispettare le indicazioni ministeriali come pure le distanze tra i tavoli, mentre i trasporti pubblici che non sono in sicurezza continuano a prestare servizi da terzo mondo e non è possibile rispettare le distanze minime di sicurezza.
La fallimentare gestione della pandemia
Gli studenti si contagiano sui mezzi pubblici però chiudono le scuole. I manifestanti fanno bene a chiedere le dimissioni del Ministro della Speranza che sembra avere un’avversione ideologica verso quelle categorie, catalogate a torto tra quelle che evadono di più. Chissà quale sia il vero motivo della riconferma del comunista della speranza. Forse i benpensanti potranno trovare un alibi e scaricare le responsabilità nel caso di fallimento nella gestione del COVID 19.
Una classe politica poco seria che non ammette il fallimento nella gestione della pandemia, sia sotto l’aspetto sanitario che economico. Le Regioni colpevolizzano il Governo che a sua volta scarica la responsabilità sull’Europa che a sua volta scarica la colpa sulle industrie farmaceutiche che non rispettano i contratti. Quando avremo una classe politica seria che ammetta pubblicamente di aver commesso errori e corra ai ripari con nuovi provvedimenti per colmare gli errori e cambiare la direzione di marcia?
Cesare Giubbi