Arbitri, cartellini e colori: ora tocca al verde
di Massimo Persotti
Ci mancava il verde! Colore da sempre associato alla speranza e alla natura, ora potrebbe diventare simbolo anche del fair play. Almeno nel calcio. La serie B italiana infatti da quest'anno doterà i direttori di gara di un terzo cartellino, oltre ai canonici giallo e rosso. Il cartellino verde. Non servirà per punire un intervento falloso o una protesta esagerata. Tutt'altro. L'arbitro lo sventolerà in faccia al giocatore più corretto, protagonista di un gesto all'insegna della lealtà e della sportività. Qualità che nel nostro calcio, sappiamo bene, non abbondano di certo. E a fine stagione, chi avrà accumulato più cartellini verdi sarà premiato. Come fosse una raccolta punti. Falso moralismo? Può darsi, ma almeno è un tentativo per riaffermare i valori della sportività.
C'è da dire che la scelta del verde ha evidentemente avuto la meglio sul viola che fino a qualche tempo fa contrassegnava un premio fair play (appunto, 'Cartellino Viola') assegnato proprio da Andrea Abodi, presidente della serie B: tre anni fa, toccò a Simone Farina, coinvolto nel 2011 nel calcio scommesse e diventato celebre per aver rifiutato di truccare una partita di Coppa Italia.
Ma facciamo un passo indietro, per scoprire come l'idea dei cartellini colorati nel calcio è di tal Ken Aston, alle cronache italiche più noto per aver arbitrato in maniera scandalosa Cile-Italia nei mondiali sudamericani del 1962. Fu, insomma, il Moreno ante-litteram. Ma Aston nella storia del calcio resterà per ben altro. Si racconta che all'indomani di un durissimo Inghilterra-Argentina, i fratelli Jack e Bobby Charlton scoprirono di essere stati ammoniti leggendo i giornali perché l'arbitro, che parlava solo tedesco, non era stato capace di avvertirli durante la partita. E Aston ricorda come osservando i semafori che diventavano gialli e poi rossi, comprese che per capirsi sui campi di tutto il mondo bastavano proprio quei due colori.
Giallo, rosso, ora il verde. Non una vera novità cromatica tra i provvedimenti arbitrali nello sport. Già perché il verde è il colore del cartellino che nell'hockey su prato identifica l'espulsione temporanea. Analoga punizione ma tinta diversa per hockey su pista e hockey a rotelle: blu. Nel rugby invece si torna al giallo per l'espulsione temporanea e al rosso per la definitiva. Per pallanuoto e hockey su ghiaccio invece è l'arancione che punisce temporaneamente un atleta 'cattivo'.
Proprio all'arancione si ispirò qualche anno fa Pierluigi Collina quando si pensò di introdurre sperimentalmente anche nel calcio l'espulsione a tempo. Ne ha riparlato un anno fa il presidente dell'Uefa, Michel Platini, questa volta però lanciando il cartellino bianco. Spiegò Platini: "Il cartellino bianco riduce la tensione rispetto al ricorso ai cartellini gialli e rossi". Potere dei colori. In alcune categorie calcistiche, come il Csi, il colore adottato è invece l'azzurro, ad esempio, per colpire chi bestemmia in campo. Forse per tali atti servirebbe il nero ma, chissà come mai, proprio il più negativo tra i colori è rimasto fuori dal ventaglio dei cartellini arbitrali degli sport. In verità, uno sport lo prevede ed è la scherma. Il nero punisce le offese alla sportività, la disonestà, il rifiuto della stretta di mano all'avversario. Non sorprende, per una disciplina, tra le più antiche, considerata come un'arte.