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Armando Siri, Lega: “Attenzione. La tecnologia ha il potere in mano”

“Nulla può cambiare nella nostra vita quotidiana se noi non partecipiamo e non diventiamo noi stessi il cambiamento”, afferma Siri

Armando Siri

Armando Siri

Giornalista, scrittore, politico, promotore della Flat Tax, e curatore della scuola di formazione politica della Lega, l’ex senatore Armando Siri, oggi consigliere di Matteo Salvini, alle porte delle elezioni europee ci racconta come vede l’Italia e L’Europa del futuro.

L’Europa non è una comunità con obiettivi comuni

Parliamo di Unione Europea e della rabbia dei cittadini per un’economia insoddisfacente e per decisioni politiche relative all’asilo e all’immigrazione, agli alimenti, alla sanità e alle guerre che non piacciono a nessuno.

Se noi come comunità sociale, popolazione e cittadini riuscissimo a guardare le cose più nel profondo e nel dettaglio, ci accorgeremmo di una legge universale sempre in azione. che recita: ‘’come è in piccolo, così è in grande, come è in grande, così è in piccolo’’. Se noi osserviamo dalla minuscola cellula o al minuscolo atomo fino alla grandezza dell’universo, noi troviamo sempre lo stesso schema.

Sono le leggi della fisica quantica?

Beh diciamo che è una legge che sovrintende ad esempio tutto quello che avviene a Cupertino, dove c’è la Silicon Valley e dove ci sono molti investimenti multimiliardari, delle grandi multinazionali dell’ hi tech, della tecnologia e del web che governano di fatto il futuro dell’umanità.

Riverberano su tutti noi?

Si, perché noi viviamo ancora nell’illusione novecentesca per cui crediamo che la sede del potere sia nell’organismo istituzionale dello Stato o anche nelle strutture sovranazionali, ma adesso non è più così. Sono cambiati i bisogni, gli orientamenti e soprattutto è cambiato Dio. Nel novecento Nietzsche ci diceva che Dio era morto ed era una provocazione, oggi in parte è proprio vero.

Il potere della tecnologia

Per andare la di là del bene e del male.

Adesso viviamo un cambio di paradigma. Dio non solo è morto, ma è stato sostituito. Prima la politica cedeva all’economia, perché il potere era economico. Ora, andando ad approfondire, non è neanche più l’economia in senso letterale a guidare, il driver è la tecnologia e la tecnologia ha il potere in mano.

In mano di pochi e spesso poco illuminati

Il potere è sempre stato in mano di pochi, non è una novità per la comunità umana. Il problema sono gli obiettivi in mano a quei pochi, che sono cambiati. Oggi se la politica vive di consenso e l’economia di profitto, la tecnologia vive di aggiornamenti, d’innovazioni per preservare se stessa e per moltiplicarsi esattamente come fa l’organismo umano. Quindi il nuovo paradigma diventa cannibalizzante per l‘umanità.

Abbiamo creato un mostro che vuole divorarci?

Di sicuro abbiamo creato un antigene che aggredisce l’umano e lo abbiamo creato noi. Rispondo così alla sua domanda e la risposta è concreta, altrimenti noi rischiamo di osservare dei sintomi di un qualcosa senza conoscerne le cause. L’ Intelligenza Artificiale è come una malattia autoimmune, siamo noi che l’ abbiamo generata, noi abbiamo ucciso il Dio dei sentimenti e dell’amore, lo abbiamo rimpiazzato prima con il potere politico ed economico che però ne conserva il germe ed ora con quello tecnologico che lo annulla definitivamente.

Spesso il popolo ha i politici che merita

Sono rapita dalla sua profondità di analisi, ma mi chiedo quanti dei nostri parlamentari abbiano il desiderio o la sensibilità per comprendere la gravità della situazione e l’importanza del suo discorso.

Dovrebbe esserci una coscienza critica nei cittadini che emanano questi rappresentanti a loro affini. Abbiamo i rappresentanti del livello di coscienza generale.

Quindi abbiamo la classe politica che ci meritiamo?

In questo momento storico, lo dico senza giudizio, ‘chi si somiglia, si piglia’, lo dicevano i latini, è un fatto evolutivo, è la legge dell’attrazione che sintetizza la situazione generale. Ma c’è da dire che la crisi attuale potrebbe diventare un’ opportunità, se troviamo una massa critica per cambiare il paradigma.

Questa coscienza critica auspicabile in Europa è incarnata dai Sovranisti con cui vi siete alleati per le Elezioni Europee?

Confesso che all’interno di questo mondo, sono fra quelli che non amano moltissimo le definizioni, sono sempre riduttive. Non amo le etichette che sono dei limiti, ma a chi vota possiamo dire che c’ è una parte, piccola, al momento, di rappresentanza politica, come lo è oggi la Lega, che, seppur all’interno di tante diversità e sfaccettature, conserva una difesa di quella che è la parte umana.

E parlo di quella parte della comunità umana a difesa di quelle tradizioni e provenienze che dobbiamo salvaguardare. Di chi non vuole rimuovere tout court il passato, né tagliare i ponti con chi ha costruito la società, cosi come noi ce la siamo trovata, così come l’abbiamo ereditata. Noi siamo una rappresentanza politica che non vuole tagliare con le forbici il legame con l’essere umano e la sua storia.

Una comune identità religiosa

Riusciremo a preservare la nostra identità cristiana?

In Europa non tutti i Sovranisti sono in grado si comunicare l’importanza di certi valori di questa mia posizione perché diventano a loro volta vittima e strumento di ciò che tentano di difendere. Se chi è mosso da intenti positivi, si chiude troppo in posizioni integraliste, può essere frainteso da chi detiene gli strumenti dell’informazione. Ci vuole equilibrio nel tutelare il passato e nell’aprirsi al futuro. E anche nella comunicazione per non venire fraintesi.

Come valuta le candidature di Vannacci e della Salis?

Sono operazioni di marketing. Esse rivelano la politica che non riesce più a farsi ascoltare per i contenuti, forse perché non ha contenuti abbastanza pregnanti. Ed è costretta dal 1994 a usare il marketing, portato in Italia da Berlusconi. Sin da quando la politica, delegittimata dalla famosa tangentopoli del ’92, ha smarrito se stessa, si è autocensurata, ha cominciato a comportarsi come il mercato, diventando il mero strumento di soddisfazione di bisogni succedanei volti a cercare il consenso, che per l’ azienda invece resta il profitto.

Utilizzando quello stesso meccanismo del marketing, ma con l’obiettivo del consenso, si snatura di fatto l’esistenza stessa della politica. Un’arma a doppio taglio.

Lei ha dimostrato che con la Flat Tax la rivoluzione fiscale è attuabile in Italia. Grazie alla Flat Tax, 3, 2 miliardi di euro per lo Stato. Un bel risultato. E’ fiducioso?

Ho lottato senza quartiere per portare nella nostra legislazione uno strumento fiscale che fino a qualche anno fa era visto come qualcosa di fantascientifico, sono stato ostracizzato, preso in giro su questo punto, anche da persone importanti del mondo finanziario; poi, grazie alla determinazione mia e, soprattutto, di Salvini e del mio partito, siamo riusciti a imporre questo nuovo strumento, che oggi incide concretamente nella vita di milioni di professionisti e gli ha cambiato l’esistenza in meglio.

Da parte di quei contribuenti abbiamo ottenuto una maggiore fedeltà fiscale, una maggiore disponibilità alla partecipazione sulla base imponibile per creare ricchezza, mettendo in moto un circolo virtuoso: più lavori e più sei premiato, e non punito, come accadeva prima. Il frutto del lavoro rimane al lavoratore e, in parte equa, va allo Stato. Dobbiamo proseguire su questo cammino.

Abbiamo raggiunto 85.000 euro di soglia, nella prossima legge di bilancio vorremmo aumentarla fino a 100.000. Poi vorremmo cominciare, così come previsto dal patto di governo e dalla delega fiscale, a estendere questa Flat Tax anche alle famiglie.

Elezioni europee: voto o non voto?

Qual è il messaggio che vuole lasciare ai cittadini molto dubbiosi sul recarsi o meno alle urne? C’ è grande senso di scoraggiamento.

Lo scoraggiamento è assolutamente comprensibile, ma non dobbiamo giustificarci, dobbiamo cercare di assumerci la responsabilità. Nulla può cambiare, se noi non partecipiamo e non siamo il cambiamento stesso. Quindi nell’ esigua offerta politica e nella sua modestia, dobbiamo cercare di trovare fra questi attori, quelli che, a mio avviso, difendono quel residuo di comunità umana che ancora il nostro paese esprime, e aiutarli.

Ad esempio noi, in Italia, grazie anche alle battaglie della Lega, siamo abituati ancora a vedere i negozi per le strade e lì andiamo a fare degli acquisti. Forse non lo sa chi non ha viaggiato, ma se si sposta in Francia o in Germania, si potrebbe accorgere che questa realtà in altre Nazioni non esiste più.

Questo cosa rivela?

C’è un totale impoverimento dei contatti e della connessione umana perché la diversità, la differenziazione non esistono più e la globalizzazione che ha reso tutto uguale ha moltiplicato le offerte, ma di scarso valore. In fondo gli individui sono cellule vive di una società umana, e la loro molteplice espressione dimostra la salute della nostra comunità, mentre la riduzione certifica la sofferenza e la malattia. Avanti di questo passo avremmo di fronte l’ esempio plastico di un tradimento della comunità.

Allora, dico io, votiamo per quelle forze politiche che perlomeno combattono per mantenere viva la nostra comunità. Il che non vuol dire che noi dobbiamo restare cristallizzati nel passato e opporci alla tecnologia, ma significa che al centro ci deve essere l’uomo e intorno la tecnologia e non il contrario.

In pochi hanno apprezzato il lavoro della Von Der Leyen in questi anni. Quanto dovrebbe uscire vincente la Lega e la destra in Europa per ribaltare le cose?

Come si fa ad apprezzare una Presidente Europea che paventa la possibilità di armare l’Europa con le proprie truppe per mandarle sul fronte russo ucraino? E’ una contraddizione in termini proprio dell’esistenza stessa della UE, che si fonda sulla pace e sul mantenimento della pace stessa, uno degli elementi costitutivi fondanti e la ragione stessa dell’Unione Europea. Siamo usciti fuori proprio da ogni contesto storico, politico e sociale.

Le restrizioni ai diritti dei cittadini

Per non parlare degli accordi con le Case farmaceutiche su presunti vaccini molto pericolosi, i green pass e tutto quello cha abbiamo dovuto subire. Sono testimone del fatto che lei lo ha sempre stigmatizzato, anche ai miei microfoni..

Un’epoca buia che non sarà archiviata così facilmente, non è archiviata nella psiche e nella mente di tanti giovani e di tante persone che dopo quella crisi storica che abbiamo vissuta, e di cui ancora oggi ancora oggi portiamo le ferite. Non potremo dimenticare così facilmente. Prima o poi le responsabilità arriveranno e qualcuno se le dovrà assumere.

Abbiamo assistito a una pessima gestione della pandemia, dati gonfiati, omissioni dì informazioni scientifiche rilevanti, censure dei pochi medici coraggiosi che gridavano la verità, farmaci poco sicuri obbligatori e l’orrenda tessera verde.

L’umanità spaccata in due e divisa in tifoserie. Divide et impera. I tifosi del vaccino e i fronti opposti, mentre noi abbiamo sempre lottato per un’informazione libera affinché le persone potessero fare le loro libere scelte senza imposizioni, invitando a documentarsi bene chi si voleva vaccinare e a rispettare chi non voleva farlo. Invece la partigianeria ha portato a delle esagerazioni grottesche e entrambi gli schieramenti hanno pagato.

C’è stato chi ha perso il lavoro ed è stato discriminato e ha subito nella sua condotta di vita anche economica degli abusi e chi ha pagato con la salute, ha avuto effetti avversi anche gravi per un vaccino che non era un vaccino.