Arsenico nell’acqua: si sapeva tutto almeno dal 2013
I dati della ASL Roma C in riferimento ai prelievi effettuati nel febbraio e nel dicembre 2013
Non si arresta la polemica sulle caratteristiche chimiche e batteriologiche riscontrate nell’acqua che sgorga dagli acquedotti Arsial, nei Municipi XIV e XV di Roma.
Dopo l’emergenza arsenico, è stata la notizia della possibilità che le tubature di quegli acquedotti siano in amianto ad incrementare l’allarme. Già in alcuni comunicati, i consiglieri regionali Fabrizio Santori e Luca Gramazio avevano espresso preoccupazione. Santori, inoltre, ha richiesto un’audizione urgente dei vertici dell’Arsial, dell’assessore all’ambiente Refrigeri e di Roma Capitale. Allo stesso modo Gramazio, che denunciava “il pressappochismo e la superficialità del sindaco Marino e dell’Arsial, soprattutto in termini di comunicazione”, ha presentato un’interrogazione al presidente della regione Zingaretti, chiedendo allo stesso tempo l’audizione dei vertici dell’Arsial in una seduta congiunta delle Commissioni Ambiente, Agricoltura e Salute.
Non solo. Sempre il capogruppo di Forza Italia alla Regione, Luca Gramazio, in una nota datata 9 marzo, ha comunicato di aver appreso “stupefatto della convocazione di una riunione di giunta su Acea”. Pertanto, si chiedeva: “Per quale motivo convocarla quasi di nascosto, di domenica? Forse per confermare le bizzarre iniziative del sindaco che, tra l’altro, ha ricevuto nei giorni scorsi una bacchettata dalla Consob a tal proposito?”. E poi: “Vorrei sapere chi ha partecipato, quali assessori. Vista la delicatezza dell’argomento, vorremmo che Marino eviti fughe in solitaria, che non portano da nessuna parte. Anzi sarebbe più opportuno affrontare tale tematica, coinvolgendo l’intera Assemblea Capitolina”.
Ma c’è dell’altro. Lo stesso Fabrizio Santori, ha comunicato che “esistono fondi di manutenzione straordinaria di intervento sugli acquedotti stanziati, ma non si comprende come siano stati spesi e non se ne capiscono le ragioni. Esiste un’emergenza di natura patrimoniale data dagli immobili, in particolare terreni, dell’Arsial che non sono mai stati comunicati alla Regione Lazio. Tra questi sono presenti importanti reperti archeologici non presenti nell’inventario regionale di cui la Corte dei Conti chiede il conto ma, a quanto pare, neanche Zingaretti sa dare contezza, come riportato nella deliberazione di Giunta 183 del luglio 2013, in cui si narra testualmente che “nell’ambito delle emergenze patrimoniali non presenti in Inventario sono i reperti archeologici di ARSIAL (di cui si è chiesto elenco, ed a oggi, non si ha risposta)”.
Ad aggiungere preoccupazione alla preoccupazione, una segnalazione, sempre del consigliere Santori congiuntamente a Riccardo Corsetto del Comitato DifendiAmo Roma, in data 4 marzo: “I bambini della Cassia si arrangiano con borracce, bottiglie e amuchina. Ci chiediamo a quest’oggi dove siano le autobotti promesse. Troppi disagi che per le centinaia di famiglie coinvolte dalla gestione approssimativa del sindaco Marino relativamente all’emergenza arsenico nella zona di Roma nord. Ci chiediamo se Roma Capitale sia consapevole delle preoccupazioni della cittadinanza e se sia all’altezza di affrontare problematiche di questo genere”. Corsetto, inoltre, è firmatario dell’esposto presentato alla Procura di Roma che ha già avviato un’indagine, a seguito di un sopralluogo alla scuola primaria San Nicola II, in via Ceva 248 in zona Cassia, interessata dall’Ordinanza del sindaco sul divieto di utilizzo dell’acqua.
“Secondo le testimonianze raccolte dai responsabili del plesso – continuano i due – abbiamo appreso che la disposizione di non far bere acqua ai bambini, in verità è in atto “da sempre”, essendo storicamente nota la problematica, tanto che le famiglie sarebbero abituate a organizzarsi con borracce e bottigliette e amuchina per lavare le mani ai bimbi. In realtà alcuni addetti ai servizi di manutenzione della scuola dichiarano di aver sempre fatto uso alimentare e igienico dell’acqua del plesso, almeno fino a ieri, quando è arrivata la Protezione Civile ad affiggere sui cancelli del plesso l’informativa del divieto di usare l’acqua fino al dicembre del 2014. Ma non solo. Abbiamo visto addetti alle pulizie lavorare all’interno dell’asilo dell’infanzia con secchi d’acqua raccolta proprio dai rubinetti, entrando di fatto in contatto con l’acqua avvelenata oggetto del divieto. A questo punto quattro sono le domande che inquietano: Cosa rischiano queste persone? Perché non tutti gli impiegati nella scuola sapevano che l’acqua non si doveva bere già prima dell’Ordinanza, mentre i responsabili d’istituto ne erano al corrente? Perché l’informativa è arrivata solo il 2 marzo sui cancelli della scuola quando l’Ordinanza era stata firmata dal sindaco Marino già il 21 di Febbraio? Perché le autobotti annunciate non sono ancora arrivate nella scuola, così come nelle altre zone servite in particolare dall’acquedotto della Brandosa?” – concludono Santori e Corsetto.
Della questione si è fatto carico anche il Capogruppo in Campidoglio di Forza Italia, Giovanni Quarzo, che ha presentato “un’interrogazione urgente sui disagi che hanno coinvolto alcuni territori del XIV e XV Municipio a causa della presenza di arsenico nell'acqua”. Allo stesso modo anche Clarissa Casasanta, ha presentato un’interrogazione in XV Municipio.
"Le due 'question time' – dichiara Vincenzo Leli (XV Municipio, Club Forza Silvio) – affrontano temi importanti ed esigono risposte immediate riguardo ai poco chiari modi in cui il sindaco e i suoi sottoposti hanno affrontato il fenomeno, soprattutto dopo l'ordinanza firmata dallo stesso Marino che intimava, in funzione della tutela della salute pubblica, a migliaia di cittadini di non utilizzare l’acqua in gestione ad ARSIAL perché non sicura".
Ma il dato più allarmante, è senz’altro quello che arriva dalla ASL Roma C. In un referto, la Asl Roma C ha comunicato gli esiti dei rilevamenti che risalgono al 2013.
Nel referto della ASL si legge innanzitutto che “gli acquedotti che condottano acqua per uso agricolo/rurale sono privi del giudizio di idoneità al consumo umano rilasciato da questa U.O.C. (Unità Operativa Complessa), ai sensi de D.M. (Decreto Minsiteriale) Sanità del 23/06/1991 e del D. lgs del 31/2001”.
I dati trasmessi dalla ASL, sono relativi ai protocolli 351 e 2211 del 2013. La ASL, inoltre, precisa che “l’acqua proveniente dagli acquedotti Arsial non può essere destinata a scopo potabile”.
I rilevamenti sono stati eseguiti presso l’Acquedotto Monte Oliviero (via Prato della Corte 1506) e Acquedotto Camuccini (via Valle Murricana 894).
A Monte Oliviero, l’esame batteriologico evidenziava un valore di “coliformi totali a 37°” pari a “48 MPN/100ml” rispetto a un valore limite di 0. L’esame chimico, invece, evidenziava un valore di arsenico pari a “20 µg/l” rispetto a un valore limite di 0.
A Camuccini, invece, i rilevamenti dell’esame batteriologico evidenziavano un valore di coliformi totali >200 MPN/100ml rispetto a un valore limite di 0. Per quanto riguarda l’arsenico, a Camuccini, nel dicembre 2013, il valore era pari a 17 µg/l rispetto a un valore limite di 10.
I rilevamenti di dicembre, però, sono successivi a quelli già effettuati nel febbraio 2013. In quella data, erano stati analizzati gli acquedotti di Malborghetto e Camuccini.
A Malborghetto, il “prelievo eseguito presso vasca area di accumulo” evidenziava, all’esame batteriologico, un valore di 5 MPN/100ml rispetto a un valore limite di 0, mentre, all’esame chimico, un valor di arsenico pari a 19 µg/l rispetto un valore limite di 10. Valore del manganese: 494 µg/l rispetto a un valore limite di 50; valore dei fluoruri: 5,0 µg/l, rispetto a un valore limite di 1,5.
“Tali valori – si legge nel referto della ASL – risultano difformi” rispetto ai parametri stabiliti dal D. Lgs 31/2001. “Al prelievo – inoltre – l’acqua della cisterna appariva torbida e il serbatoio in cattivo stato di manutenzione”.
Sempre per quanto riguarda Malborghetto, “il prelievo eseguito alla distribuzione fontanile (via Malborghetto 100)”, evidenziava, all’esame batteriologico, un valore di coliformi totali pari a 5 MPN/100ml e, all’esame chimico, un valore di arsenico pari a 23 µg/l, rispetto a un valore limite di 10. Valore dei fluoruri: 5 µg/l, rispetto a un valore limite di 1,5.
I prelievi inerenti all’acquedotto di Camuccini, sono stati effettuati presso il pozzo di Sacrofano, “con distribuzione idrica anche nel territorio del Comune di Roma” – come informa la ASL. In questo caso, dall’esame batteriologico si riscontrava un valore di coliformi totali pari a 10 MPN/100ml rispetto a un valore limite di 0 e, dall’esame chimico, un valore di arsenico pari a 20 µg/l, rispetto a un valore limite di 10. Valore dei fluoruri: 4,7 µg/l, rispetto a un valore limite di 1,5.
In entrambi gli ultimi due casi, non si evinceva presenza di cloro.
*Precisiamo che il Il Most Probable Number (MPN) è un metodo di conteggio batterico diretto, in quanto svolto direttamente sul numero di cellule in grado di riprodursi.