As Roma, curve e distinti chiusi: il giorno del ricorso
Gli Avvocati Scardone e De Rossi lo presenteranno dinnanzi al Tribunale di Roma: “Norma illegittima”
TIFOSI IN MASSA A BOLOGNA Mentre i tifosi, speriamo quelle veri, della Roma cercano di recuperare il tempo perduto, andando in massa a Bologna (venduti al Dall’Ara tutti i 2.500 tagliandi disponibili), c’è chi lavora per tentare una clamorosa riapertura delle curve e dei distinti sud per la gara interna con l’Inter.
IL GIORNO DEL RICORSO E’ il caso degli Avvocati Gianpiero Scardone e Emiliano De Rossi che hanno deciso di raccogliere un po’di abbonati dei settori colpiti dalla decisione della Corte di Giustizia Federale del 18 febbraio scorso. Il ricorso d’urgenza (ex art. 700 c.p.c.) verrà presentato oggi (venerdì 21 febbraio) dinnanzi al Giudice Civile (Tribunale di Roma) e la risposta dovrà necessariamente arrivare entro la prossima settimana.
ILLEGITTIMITA’ DELLA NORMA SULLA DISRIMINAZIONE TERRITORIALE “Quello che si intende evidenziare – afferma l’Avv. Scardone – è la natura assolutamente illegittima dell’articolo 11 del Codice di Giustizia Sportiva della FGCI laddove, nel definire la responsabilità per comportamenti discriminatori, introduce la sanzione per le società sportive di “ogni condotta che comporti … offesa, denigrazione e insulto per motivi di … origine territoriale”.
“In questo modo, considerata la chiusura di interi settori dello stadio, si viene a colpire – continua il legale – non solo la società, che è obbligata e vincolata ex art. 15 dello stesso codice sportivo ad adire tutti i gradi della giustizia sportiva (clausola compromissoria) e poi amministrativa, ma creandosi ex novo un nuovo illecito ed una nuova sanzione, si vengono a ledere direttamente diritti soggettivi insopprimibili del cittadino, quali quello di partecipare liberamente ad eventi in luoghi pubblici ed aperti al pubblico, di manifestare liberamente le proprie idee ed opinioni”
PUNITI ANCHE GLI ASSENTI Secondo i legali, dunque, il principio della discriminazione territoriale “è un concetto totalmente nuovo e vago inidoneo ad incidere negativamente nelle libertà fondamentali dell’individuo”. Una sorta di nuovo ed atipico Daspo (da D.A.SPO. di Divieto di Accedere alle manifestazioni Sportive), destinato anche a persone che addirittura non hanno preso parte all’evento sportivo incriminato.
Insomma va bene il principio dell’autonomia della giustizia sportiva purché la stessa non crei qualcosa di totalmente nuovo e che vada a cozzare con i principi della legge ordinaria.
IL PRECEDENTE DI MILAN-UDINESE L’altro caposaldo che la norma non va cambiata in corsa è, infine, già stato smentito in questa stagione. C’è infatti il precedente del Milan che si ribellò dopo la squalifica dell'intero Stadio di San Siro per la gara con l'Udinese (squalifica peraltro mai scontata), spingendo di fatto per una modifica dell'apparato sanzionatorio, per dirlo alla Berretta, che ora prevede la sola squalifica dei settori. Squalifica, peraltro, mai scontata. Immaginiamo che i supplementi di indagine siano ancora in corso…