AS Roma, Francesco Totti, dal dramma alla favola a lieto fine
Se Francesco gioca quarti d’ora così suggeriamo a Spalletti di non privarsene nel prossimo campionato
Spalletti vs Totti, Totti vs Spalletti, non si parla d'altro a Roma e non solo. Giornali, radio, televisioni, social, ogni organo d'informazione è sollecitato ad esprimersi e a parlare di questa che sembra essere una querelle infinita, con i due protagonisti che passano della tragedia sportiva e umana, alla farsa, per poi finire, dopo Roma Torino e i cinque minuti scarsi giocati da Totti, con i suoi due gol che hanno regalato la vittoria alla Roma, nella favola più edificante con la morale in fondo, come tutte le favole che si rispettino.
Eccoli i protagonisti: un grande Campione simbolo a fine carriera che vuole continuare a giocare, e un bravo allenatore chiamato a riassestare una squadra a pezzi, della quale possiede le chiavi da plenipotenziario quasi in esclusiva, che non considera più il Campione un giocatore importante, lo tratta da ex calciatore, gli fa giocare scampoli di partita a mo' di contentino. Una brutta favola, ma ci sono tutti gli elementi per immaginare un lieto fine.
E a Roma Torino, che la Roma a pochi minuti dalla fine stava perdendo, entra il Campione e la favola a lieto fine si compie, diventando una festa, la festa del Capitano, per il gol bellissimo dopo 18", per i suoi 5 minuti scarsi da giocare (nei quali ne segna anche un altro e salva la vittoria), per l'abbraccio dello stadio, fino a quel momento muto e sonnolento, e soprattutto per l'abbraccio dei compagni di squadra che lo hanno letteralmente sopraffatto.
Siamo vecchi abbastanza per ricordarci i 6 minuti finali di Rivera in Nazionale nei mondiali del 1970 (allora c'era il dualismo con Mazzola) nei quali però nulla accadde. Tutti si scandalizzarono per i pochi minuti concessi dal c.t. Valcareggi al bravo Gianni, le polemiche che seguirono furono infinite e riempirono per mesi pagine di giornali e trasmissioni come ora. Dobbiamo considerare che la Roma ha avuto un giocatore "storico", il suo più grande di tutti i tempi, tra i più famosi del mondo e ieri la sua partita sarà scritta negli annali, altro che Rivera!
La città è fatalmente divisa in due in tutta questa storia, da una parte chi ama Totti e dall'altra i “tottisti” che lo vorrebbero santificare. Una cosa è l'uomo Totti, quarantenne con i suoi limiti sportivi dovuti all'età, l'altra è l'dolatria di chi lo venera sopra ogni cosa, che lo vorrebbe sempre schierato, e che alla fine rischia di volere il male per lui e per la Roma.
Se Francesco gioca quarti d'ora così suggeriamo a Spalletti di non privarsene nel prossimo campionato, magari con un contratto “a gettone", se non altro perché, quando entra in campo, si svegliano i tifosi addormentati sugli spalti, e ritorna la luce e un po' vita, la gioia e la fantasia, che fanno diventare il calcio bellezza e metafora della vita.