Atac, donna autista aggredita: “Perché vettura non era blindata?”
L’autista dell’Atac aggredita a Corcolle parla dal Pronto Soccorso
“Me li sono trovati davanti, erano una quarantina di persone”. La racconta così l’aggressione, la donna autista al volante dell’autobus Atac 042, in zona Corcolle, improvvisamente assaltato da un nutrito gruppo di persone, che hanno iniziato a prendere il mezzo a calci e pugni. “Erano alla fermata dell'autobus e aspettavano il mio bus” – continua così il racconto E., che abbiamo contattato telefonicamente. In questo momento E. si trova al pronto soccorso di Subiaco, e quindi non è stata di molte parole: si sta sottoponendo a degli accertamenti.
Dichiarazioni più nutrite le ha rilasciate comunque all’Ansa. “Mi sono fermata, e quando stavo per aprire le porte uno di loro ha tirato una bottiglia di birra nella vettura. A quel punto ho inserito la marcia e sono scappata”. Secondo quanto racconta E. “erano le 19.30, e dopo aver chiamato il mio ispettore, mi sono recata al capolinea. Lui mi ha chiesto se me la sentivo di portare la vettura in rimessa, e ho risposto di sì. Mentre percorrevo la strada, me li sono ritrovati nuovamente davanti. Mi hanno insultato, mi hanno detto che mi avrebbero ammazzato se non avessi aperto le porte. Nel frattempo tiravano sassi e bottiglie e hanno spaccato un vetro. Ero disperata e così ho chiamato un collega che mi ha tenuto compagnia. Loro, un gruppo di immigrati, quando mi hanno visto al telefono hanno aperto un piccolo varco e io ho approfittato per scappare. Me la sono vista brutta, ho avuto paura”.
È ancora sotto choc E. Una domanda le rimbomba in testa: “Perché non avevo una vettura blindata considerata la zona e l'ora?”.
Nel frattempo l’Atac, ha fatto sapere che si sta provvedendo a raccogliere gli elementi da poter fornire alle Forze dell'Ordine “in vista di una possibile denuncia contro ignoti.