Atac, Focus Referendum: le ragioni del Sì e del No. Le insidie nascoste
Nessun dubbio: l’azienda municipalizzata è allo sfascio. Ma siamo proprio sicuri che il rimedio sia l’apertura alle imprese private? TPL docet
Ormai dovreste saperlo: il Referendum su Atac si svolgerà domenica prossima, dalle 8 alle 22, e il voto avrà luogo negli stessi seggi che si utilizzano abitualmente. Perché la consultazione sia valida, andrà raggiunto un quorum pari a un terzo degli aventi diritto. In pratica, poco meno di 800 mila elettori.
Quali siano i due quesiti lo abbiamo già ricordato sabato scorso. Da oggi, invece, diamo il via a un focus che proseguirà giorno dopo giorno fino all’appuntamento di domenica e che si chiuderà con il commento dei suoi esiti. A partire dai dati sull’affluenza alle urne, i segnali su cui ragionare saranno comunque numerosi e importanti.
CONSULTIVO, MA…
La prima cosa da tenere ben presente è che si tratta di un referendum consultivo, per cui il Comune di Roma non sarà comunque obbligato a conformarsi ai risultati del voto.
Virginia Raggi lo ha detto e ribadito in più occasioni, sottolineando tra l’altro che sulla questione “i romani si sono espressi due anni fa”. In altre parole, secondo la sindaca la schiacciante vittoria ottenuta nelle Comunali del 2016 basterebbe di per sé a concludere che la cittadinanza approva l’intero programma di governo dell’attuale Giunta. Ivi inclusa, quindi, la “ferrea” determinazione a mantenere in piedi Atac e anzi a rilanciarla.
L’argomentazione, come accade spessissimo in politica (o per meglio dire ai politici) è ineccepibile in astratto, ma lo è molto meno quando ci si trasferisca nella realtà: ormai gli orientamenti elettorali cambiano con grande rapidità e non è detto che i trionfi del passato, benché ravvicinato, corrispondano agli umori del presente.
Nel suo insieme, però, l’analisi complessiva della Raggi è nitida. “Tante persone in questi anni hanno visto Atac erogare un servizio non a livello delle altre capitali europee e si sono sentiti dire che l’alternativa era la liberalizzazione. Quindi, se sul piatto c’è la scelta fra lo scenario attuale e l’arrivo di privati super efficienti la risposta non può essere che la seconda.
Ma la nostra sfida è quella di dire che Atac può invece essere efficiente restando pubblica”. E un’altra annotazione puntuale, contenuta nelle stesse dichiarazioni del settembre scorso, è questa: “I privati già gestiscono alcuni autobus come Roma Tpl e i cittadini che li utilizzano sanno bene quanti problemi ci sono”.
Un tema, quello di Tpl, su cui torneremo nei prossimi giorni con uno spazio apposito all’interno del Focus.
DOMANI: le ragioni del Sì e del No