Atac ha bisogno di Cambia-Menti
“Mezzi blindati o bloccheremo Roma” – ecco la richiesta dei lavoratori ATAC che hanno manifestato in Campidoglio
Atac ha bisogno di Cambia-Menti: non solo di tagliare con la gestione del passato, che ha portato la società nelle condizioni attuali, ma anche del sindacato di Micaela Quintavalle, già autista Atac, poi venuta agli onori delle cronache come la ‘pasionaria’ delle proteste dell’azienda capitolina.
“Cabine blindate subito, o bloccheremo Roma!” – questa la richiesta di Micaela Quintavalle e degli autisti che insieme a lei hanno presidiato piazza del Campidoglio, dopo i fatti di Corcolle. Fatti gravi, senza dubbio, ma che non rappresentano episodi sporadici. Le aggressioni di Corcolle, spiega la Quintavalle, infatti “sono solo la punta dell’iceberg”. Le aggressioni sono quotidiane, “sia nei confronti degli uomini che delle donne”. Non c’entra niente, quindi, l’immigrazione, non è una questione di aggressione di genere: il problema è la delinquenza, che appartiene tanto agli italiani quanto agli stranieri che si rendono autori di queste violenze. Il problema è la mancanza: “di autobus, di personale viaggiante, di mezzi sicuri e blindati”. E a rimetterci, dunque, il personale viaggiante, quello in prima linea, quello che con gli utenti del trasporto pubblico si confronta ogni giorno. Tanto che, uno striscione srotolato in piazza del Campidoglio recitava: ‘Lavoratori insultati + Utenti appiedati = Dirigenti super pagati’.
“Se il sindaco Marino non ascolterà le nostre istanze noi saremo pronti a bloccare Roma” – fa sapere la Quintavalle. Il tutto, secondo la legge, seguendo le norme del codice della strada, o quelle della sicurezza: “Indicheremo guasti con l'eventuale possibilità di arrestare il mezzo, la velocità adeguata alla strada, le fermate in sicurezza, la doppia striscia dove non si può superare”.
Ma come succede per Ilario e Valentino dell’USB – autisti della Trotta, facente capo al Consorzio Roma TPL, sospesi dal servizio per aver descritto in TV le pessime condizioni dei mezzi che sono costretti a guidare – guai a fare dimostrazioni pubbliche. Tanto che, Micaela Quintavalle, per essere apparsa in televisione, per aver parlato in radio, e per aver rilasciato dichiarazioni a giornali “senza autorizzazione” è stata colpita da un nuovo provvedimento disciplinare. Colpevole, di aver parlato degli “stipendi immensi dei dirigenti” e dei loro “premi”.
Ma la Quintavalle non si arrende. E nemmeno gli autisti che combattono con lei, consapevoli che ‘la cura non è privatizzare ma responsabilizzare’ – come recitava un altro striscione della piazza.